Di nuovo qua

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Un altra giornata di università e passata. Sono stanchissima ieri il viaggio, oggi scuola e ora devo anche tornare a casa a finire di montare i mobili che dovrebbero arrivare in giornata.

"Giu", vidi Violetta corrermi incontro.

"Che c'è?", gli chiesi io schizzata.

"Uela che bella accoglienza. Ho una buona notizia da darti non ti conviene trattarmi male!"

"Spero per te che sia veramente buona!"
Iniziai ad incamminarmi verso la macchina.

"Allora.. Oggi... Sono... Andata.... A fare una passeggiata", inizio a spiegarmi facendo delle pause enormi tra le parole.

"Amica! In una parola! Muoviti!", gli feci la mossa con le mani di stringere a parlare.

"Ti hanno ripresa a lavoro!", inizio a saltellare sul posto, sbattendo le mani.

"Come cavolo hai fatto? Dopo che mi sono pure licenziata."
Salimmo in macchina.

"E me lo chiedi? Lo sai che Tommaso è innamorato di te. E poi è il figlio del proprietario io ci farei un pensierino."

Gli diedi un spintone e misi in moto la macchina.

"Violetta a tavola!", gridai.

"Oh pasta e tonno che buona la mia preferita."

"Non fare la cretina e siediti. Sei la solita. Mi fai cucinare da sola e poi fai finta che quello che ho cucinato sia cucina da chef stellato."

"Sei leggermente incazzata oggi. Forse per la questione di ieri?", mi chiese.

La forchetta mi cado dalle mani e mi alzai per prenderne un altra.

Mangiammo in silenzio senza più toccare l'argomento Anthony. Perché era di questo che mi voleva parlare. Ci ha visto lungo ero ancora arrabbiata per ieri. Mi ha fatto davvero male vederlo con un altra. Poi dopo quello che è successo mi sento presa in giro.

"Grazie per il pranzo, ti devo qualcosa. Ah dimenticavo fra un ora ti inizi il turno." Sbatto la porta e lascio la casa.

Cosa? Cazzo devo andare!

"Buonasera!", gridai appena apri la porta del Bar.

"Buonasera! Benvenuta tra noi. Ci sei mancata sai una buona cameriera come te quando manca si nota", mi accolse Tommaso.

"Grazie!", lo congelai e andai nel retro per cambiarmi.

"Ciao Giulietta! Com'era Torino?", mi saluto Federica una mia collega di lavoro.
E una ragazza bellissima ha i capelli scuri che gli cadono leggermente sopra le spalle e gli occhi azzurri e poi ha un fisico mozza fiato. E impossibile non guardarla se non sarei una donna gli sarei già saltata a dosso.

"Ciao", la strinsi in un abbraccio. "Bello dai ma mi mancava la mia quotidianità ed eccomi qui."

"Sono contenta. Io oggi copro l'ultimo turno delle 17.00 tu?", chiese.

"Anche io! Sono appena arrivata."

"Ah scusa ahah", fece una risata un po' strozzata.

E vero che Federica e bella ma la sua stupidità non è da non notare.

Oggi il bar e abbastanza pieno. Ci sono tantissimi ragazzi del università e pur essendo lunedì anche tantissime altre persone.
Decidemmo che io avrei servito questa volta e lei si sarebbe occupata del bancone.

La serata stava andando benissimo c'erano tanti tavolo che consumavano.
Dopo il rinnovamento il locale stava prendendo di nuovo un buon ritmo.

"Prego", arrivai ad un tavolo e non ci potevo credere. Un altra volta loro.

"Giulietta", mi accolse il cugino di Anth.

"Salve", risposi.

Le ragazze mi salutarono normalmente e Anthony alzo la mano.

'Perché anche un ciao ora e troppo', pensai.

"Cosa prendete?", gli chiesi velocemente per andarmene subito.

Ordinarono e andai a passo veloce verso il bancone.

'Giulietta stai calma, Giulietta stai calma", mi ripetei in testa.

"Fede vado un attimo dietro mi prepari un aperitivo per il tavolo 5", indicai il loro posto.

"Si certo. Tutto ok?", mi chiese.

"Si, si. Ho solo bisogno di un attimo di pausa."

Mi fece l'occhiolino e andai.

Appena arrivai nel retro presi il cellulare e chiamai Violetta. Avevo bisogno di sfogarmi.

"Vio!", non la feci neanche rispondere. "E qui! Capisci? Quello stronzo e qui! Che faccio? Lo ammazzo? Eh? L'accoltelo? Lo affogo nel acqua bollente? Lo..."

"Basta! Sei un assassina! Stai calma ora vengo!"

Uscì dal retro e andai verso il bagno.
Quando arrivai davanti alla porta lo vidi.
Mi misi vicino a lui visto che il bagno delle donne era anche occupato e quindi ci toccò aspettare insieme. Provai a non guardarlo ma sentivo che mi stava osservando.

"Sembri nervosa."

"Cosa?", mi girai verso di lui sbalordita.

"Si insomma, non vedevi l'ora di andar via dal nostro tavolo prima."

"Che stronzo!", l'unica parole che mi uscì, infondo era quello che pensavo.

La porta del bagno degli uomini si apri e mi senti tirate dentro da un braccio.

"Che cazzo fai?", gli diedi dei schiaffi sul petto.

"Hei calmati", Anth mi prese per i polsi e poi chiuse la porta a chiave.

"Parliamo", si sedette sul WC.

"Parla!", lo incitai con un gesto della mano e picchiettai con un piede per terra.

"Perché ti comporti così con me?"

"Cosa? Spero che stai scherzando? Sei tu che dopo quello che è successo te ne sei andato senza dirmi il perché è per chi? E poi ti vedo qui con un tuo cugino di cui non mi hai mai parlato e con due biondone sciacquate", dissi tutto d'un fiato.

"Ahhh bhe potevi parlarmene invece di fare tutte ste scenate", disse tranquillo.

"Anthony ma che ti fumi? Ma ti sei rincretinito del tutto con quella li? Non ti riconosco più!
Ti ho scritto per giorni ti ho chiamato e tu niente neanche un messaggio, niente di niente."

"Parli solo di quella li si vede che sei gelosa e poi parli di quello che è già successo. Giù guarda al futuro lo fatto anche io è sto molto meglio", si alzo di scatto mentre mi parlo.

Lo guardai dritto negli occhi e gli dissi:" Bhe se questo e il tuo futuro io non voglio esserci. Preferisco il tuo passato. Era lui la persona di cui mi ero innamorata. Il nuovo Anthony non è la persona che ho conosciuto e sinceramente non so neanche se il vecchio Anth esisteva o se era solo una personaggio che ti eri costruito per qualche tuo sfizzio. Infondo guardiamoci non sappiamo un gran che l'uno del altro. Forse abbiamo affrettato troppo le cose. Magari era meglio che andava così. Meglio cadere ora che più in la forse dopo avrebbe fatto più male."

Aveva seguito attentamente tutto il mio discorso.

Senza dire niente mi sbatto al muro e mi diede un bacio sulle labbra. Voleva approfondirlo ma io gli diedi uno schiaffo per farlo allontanare. Mi guardo per qualche secondo mi bacio di nuovo ma questa volta lo lasciai approfondire. Mi prese per i fianchi e lo lasciai fare.

Lo sapevo benissimo che stavo facendo una cazzata e che probabilmente appena arrivata a casa sarei sprofondata in lacrime ma per un momento non mi importava. Forse sarebbe stata l'ultima volta che le avrei assaporate. Forse sarebbe stata l'ultima volta che avrei guardato i suoi occhi prima di baciarmi.

Occhi dentro occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora