Il suo Profumo sulla mia pelle

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Mi svegliai e sentì un dolore incredibile alla schiena. Mi girai verso di lui e notai che avevo il suo ginocchio dentro la mia schiena.

'Ahah ma come dorme?'

Mi comparve un piccolo sorriso sulle labbra. Non volevo svegliarlo. Mi alzai delicatamente e mi allontanai, tolsi il cellulare dalla borsa.

'Cazzo non c'è campo.'

"Dove vai?" La sua voce era dura.

"Cercavo di andarmene", dissi io senza voltarmi, non volevo guardarlo crollerei a vedere i suoi occhi. Si sa che di sera e appena svegliati si e sempre piu fragili.

"Allora non sei stata bene con me?"

E ancora lontano da me.

'Ma perché non si avvicina?'

"Non puoi dirlo questo!"

Non so quanto tempo e passato ma sono ancora qui, seduta da sola su una pietra con il cuore a pezzi anche se non riesco a capire il perche.c

"Dai, sali su." Eccolo li, bello come il sole seduto in macchina.

"No, hai fatto gia abbastanza", gli dissi io veloce e con un finto sorriso sulle labbra.

"Non ti posso lasciare qui, sali in macchina e poi mi potrai pure odiare ma non ti lascerò assolutamente qui."

Dopo qualche secondo decisi di salire.

"Dove che abita la tua amica?"

"Perché sei cosi freddo con me? Cosa ti ho fatto?"

"Io freddo?", intuendo dalla sua voce si stava alterando. "Io ti salvo la vita, ti porto a casa, ti porto in un posto a me caro e qual'è il tuo ringraziamento? Scapare!", stava urlando, la sua voce riempì tutta la macchina. Mi sentì stretta volevo aprire la portiera e scendere.

"Guarda che non te lo ha chiesto nessuno", gli risposi io acida.

'Maledetta impulsivita!'

"Scendi."

"Cosa?", lo guardai sotto shock.

"Scendi!" Mi stava urlando contro.

Feci ciò che disse. Scesi dalla macchina e subito dopo sgommò via. Mi ha trattata come un animale.

Presi il pullman e andai a casa di Vio a prendere le chiavi.

Arrivai sotto casa sua e per sua fortuna la trovai, anche perche se non fosse stato cosi l'avrei uccisa.

"Chi eh?", sentì la sua voce da l'altra parte del citofono molto pimpante.

Vio, apri." Mi aprì immediatamente.

"Giuli", mi saltò con le braccia al collo.

"Come mai tutta sta felicita?"

"Vio ma chi eh?", senti una voce maschile dal suo appartamento.

"Hai presente quello di ieri sera?" Mi guardo con sguardo malizioso.

"Va bene, ho capito."

Gli strappai le mie chiavi di casa dalle mani e feci per andarmene.

"Oh ma te ne vai cosi? Si che non ti faccio entrare in casa per motivi personali ma..."

"Più che personali direi intimi", la bloccai subito e ridemmo insieme.

Dopo averla salutata lei calma mi disse:" Ma si puo sapere dove hai dormito senza chiavi di casa? Escludo il con chi visto che ti conosco troppo bene."

Non gli rispondo neanche anche perche il suo amico la chiama. Eh Vio ha proprio ragione lei mi conosce sono io che non mi conosco piu. Dormire abbracciata ad uno sconosciuto, starci tutta la notta insieme ma dov'era finita la Giulietta di prima? Anzi la vera Giulietta. Si ritorna alla vita normale e stata solo una sbandata.

Finalmente sono pulita, mi sentivo cosi sporca. Anche se mi dispiace un pò non avere piu il suo profumo sulla mia pelle mi ero quasi abituata.

Decido di non mangiare niente quindi mi metto sul divano e cerco disperatamente qualcosa di decente in tv ma poco dopo mi addormento subito sul mio piccolo sofa in crema.

Sentì il citofono squillare a palla, aprì leggermente gli occhi e notai che avevo la tv ancora accesa. Guardai su l'orologio nel salone sono le 16.00 ma quanto ho dormito? Il citofono non smise di suonare.

"Chi eh?"

"Sono Anthony."

'Oh cavolo e questo che ci fa qui?'

Gli aprì senza pensarci troppo su. Mi diedi un occhiata allo specchio ed ero davvero impresentabile. Cercai di aggiustarmi un pò ma non riuscì a fare un gran che visto che era già davanti alla mia porta a suonare.

Aprì la porta.

"Posso entrare?"

Senza aspettare la mia risposta era già entrato in casa.

"Scusa il disordine", gli dissi io un pò fredda e con lo sguardo basso.

"Mi dispiace ad averti buttato fuori ma e che quando ho gridato con te e perché ero deluso e senza contare fino a dieci ti ho detto tutto urlando."

Credo di svenire mi ha detto queste cose guardandomi dritto negli occhi.

Ogni volta che io nostri sguardi si incontrano e sempre una nuova sensazione, sensazione che non ho mai provato.

"Devi scusarmi tu, sono stata una scema."

"Voglio invitarti a cena", disse lui con un gigantesco sorriso sulle labbra.

"Ma se neanche ci conosciamo", risposi io, sorridendo anche io con lui.

"Bhe ci conosceremo", mi fece l'occhiolino. "Ti passo a prendere per le 21.00." Mi lasciò un bacio casto sui capelli e mi lasciò li, sperduta nel mio corridoio a guardare lo spazio vuoto che aveva lasciato.

Occhi dentro occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora