Casa dolce casa

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Ci voleva proprio un bel bagno rilassante.

Mi immersi nelle schiuma bianca e chiusi gli occhi.

Ripensai a questi ultimi giorni passati. A tutto quello che era successo, a quello che avevo provato.
Le cose che non mi sarei mai aspettata di vedere ed altre che invece a distanza di anni ancora non sono passate.

"Amore, dove sei?", ed ecco il mio meraviglioso ragazzo che disturbò il mio silenzio.

"In vasca." Non finì neanche la frase che era già entrato in bagno.

"Ciao", sorrise sghembo.

"Ciao." Gli feci gli occhi da civettuola.

"Mi ha chiamato Vio tutta incazzata perché non gli rispondevi al telefono."

"Avevo bisogno di un po' di relax e con la mia amica e impossibile", ammisi.

La adoro, ma quando si tratta di silenzio quando c'è lei e più che impossibile riceverne.

"Vabe comunque sarà qui tra poco."

'Cosa?'

"Cosa?" Mi alzai con il busto e feci uscire un po' d'acqua dalla vasca.

'Cazzo, la riempio sempre troppo.'

Anth rise sotto i baffi. "Io non ti aiuto a pulire, ciao." E scappò via.

Stavo bollendo dalla rabbia.

Ora tutti i miei piani andranno in fumo.
Avevo deciso di farmi un bagno rilassante, farmi un panino, studiare in giardino,.. .

Ma visto che la mia amica pazza sarà qui tra poco mi tocca uscire da questa meravigliosa acqua.

Asciugai il pavimento che avevo bagnato, mi vestì, mi truccai ed ecco che suonarono il campanello.

Con ancora i capelli nella asciugamano aprì la porta e mi trovai un amica più allegra che mai davanti.

"Buongiorno", mi salto al collo e l'asciugamano si sciolse.

"Buongiorno", grugni.

"Disturbo?", non mi diede neanche il tempo di risponderle che mi superò e andò con delle buste in cucina.
"Ti ho chiamata ma non rispondevi, così ho chiamato Anthony e lui ha detto che potevo venire tranquillamente. Tanto tu stavi a casa e ha anche detto che non vedevi l'ora di vedermi, quindi eccomi qui."

'Ok, devo ricordarmi di ammazzare Anth!'

"Dai ti siedi così facciamo colazione che ho una cosa da raccontarti."

'E se Violetta ha una cosa da raccontarmi la durata di questa chiacchierata e pari ad una lettura del intera bibbia.'

Facemmo colazione in santa pace e Vio incomincio a raccontarmi i giorni passati quando io non ci sono stata.

Violetta insistette a farmi i capelli perché voleva uscire visto che in centro avevano aperto un negozio che non potevo assolutamente perdermi.

Così ci sistemammo e usciamo con la macchina di Vio.

"Allora dove è che lo hanno aperto?"

In questi due giorni che sono stata via sono successe troppe cose. Negozi che aprono, ecc... Non mi ricordo neanche la metta di quello che mi ha raccontato Vio sono ancora in modus relax quindi non posso ricordarmi tutto nei minimi dettegli.

'Che giustificazione!'

"Bhe, in centro, no? Te lo ho detto", rimase sul vago.

Ci fermammo ad un semaforo ed io mi girai nella direzione di Vio.

"Cosa mi stai nascondendo?", chiesi insospettita.

"Niente."

"Guardami", la incitai minacciosa.

Per sua fortuna scattò il verde.

"Scusa ma devo tenere gli occhi fissi sulla strada."

"Sei una stronza."

"Anche io ti amo", sorrise e mi baciò una guancia.

"Guarda avanti", ed ora risi anche io.

Finalmente dopo 20 minuti arrivammo.

Ma ci trovammo da tutta un altra parte al in fuori del centro.

"Vio, dove siamo?", chiesi stranita.

Lei si slaccio la cintura. "Scendi."

"Ma che dobbiamo fare qui? Io non vedo nessun negozio", iniziai ad innervosirmi.

"Insomma, scendi o no? Tranquilla non ti voglio violentare. Siamo in pieno giorno, in mezzo a troppa gente e poi non sei il mio tipo, non mi puoi darmi quello di cui ho bisogno." 

"Pervertita."

Scesi anche io dalla macchina e seguì la mia pazza amica fino ad un cancello bianco.

'Ma dove cazzo stiamo andando?'

Attraversammo un pezzo di giardino d'avanti e Vio aprì la porta con una chiave che teneva tra le mani.

"Benvenuta a casa mia."

Aprì la porta e sorrise.

'Casa di chi? Casa sua?'

"Vio?", mi si illuminarono gli occhi e le sorrisi. Avevo capito tutto.

"Fede non ne poteva più a stare un po' da me e un po' da lui e visto che avevo già deciso di andarmene ma gli affitti erano troppo cari abbiamo deciso di dividerci le spese andando a vivere insieme." Spiegò tutto d'un fiato e le si illuminarono gli occhi.

Ero felicissima per lei, finalmente anche lei aveva trovato qualcuno che gli piacesse davvero e che gli sapeva tener testa.

Ci ordinammo qualcosa dal cinese a l'angolo.

'Ricordatevi, mai ordinare qualcosa dal cinese a l'angolo. Era disgustoso.'

Con dei cartoni ci divertimmo a fare tavolini e sedie e in santa pace passammo tre ore a cercare di mangiare quel sushi bruttissimo e parlammo del avventura di come hanno deciso di scegliere proprio questa casa.

Mi sono mancate queste cose. Solo noi due a fare le cretine. Parlare per ore senza smettere.
La adoro, in tutte le sue imperfezioni e una persona a cui non potrei mai rifiutare nella mia vita.

Tornammo a casa dopo ore ed ore di chiacchiere ed ore ed ore a cambiare i piani come arredare la villetta.

Alla fine decidemmo che per il weekend ci facciamo un giro al Ikea così prendiamo spunto.

Aprì la porta di casa e mi venne in mente che dovevo ancora ammazzare Anthony.

"Amore", lo chiamai.

Nessuna risposta.

"Tanto ti trovo e ti ammazzo lo stesso quindi ti conviene uscire."

Ed ecco che compare dalla cucina.

'Oddio'

"Anth, tutto ok?" Mi avvicinai a lui e gli accarezzai una guancia.

Lui impassibile.

"Ti lascio."

 

Occhi dentro occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora