Capitolo 3

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"Sveglia! È il tuo primo giorno di lavoro!" urlò Louis con la sua vocetta acuta sventolando una bustina con alcuni dolci dentro.

Liam si rigirò nella sua brandina, mugugnando infastidito. Erano le nove del mattino e già sembrava che le attività erano iniziate da un pezzo: il sesso non conosceva orari.

"Sembra che il principino non voglia lasciare il suo giaciglio!" esclamò Harry guardando il ragazzo ancora in un profondo stato di dormiveglia.

"Buttiamogli l'acqua addosso!" propose Niall con un tono che non sembrava affatto scherzoso.

"Non dire cazzate, Nialler! Ce n'è già poca e mi serve per lavarmi!" disse Louis. Appena Liam sentì pronunciare dal biondo la parola "acqua" uscì immediatamente dalla sua veglia: odiava essere bagnato, era più forte di lui.

"Sono sveglio... risparmiate l'acqua" fece Liam con la voce impastata. Si tolse il lenzuolo di dosso e si mise a sedere sul letto. Guardò le tre figure davanti a lui con gli occhi gonfi per il sonno.

"Finalmente! Spero ti piacciano i muffin: da Tesco erano in offerta speciale!" disse Louis entusiasta, porgendogli la busta bianca. Era stato davvero molto carino a pensare di procurare la colazione a Liam: il ragazzo non se l'aspettava proprio tanta gentilezza. Estrasse dall'involucro cartaceo un muffin e diede un morso: certo, non era di prima qualità, ma comunque non era poi tanto male.

"Dormito bene?" gli chiese Harry con un sorriso premuroso.

"Abbastanza, grazie" borbottò Liam intento a masticare il suo dolcetto. La giornata era iniziata davvero bene: sembrava che i tre ragazzi avessero molto interesse per lui e la cosa non gli dispiaceva affatto. Pensò con amarezza che nemmeno una volta i genitori o Danielle si fossero preoccupati di portargli la colazione al letto.

"Sbrigati a mangiare. Dobbiamo fare tante di quelle cose stamattina!" disse Louis melodrammatico.

"Si, ci sono molte cose che devi vedere!" aggiunse Harry mentre si sistemava un ciuffo di capelli ricci ribelle. Liam non sapeva cosa ci fosse di tanto importante da vedere in un bordello. Ma se il suo collega diceva in quel modo, evidentemente un motivo c'era.

"Credo proprio che il tour dobbiate farlo senza di me: devo lavare tanti di quei bicchieri che sembra proprio che ieri mi abbia fatto visita l'esercito!" intervenne Niall. Detto ciò, diede una pacca sulla spalla a Louis e ad Harry, ammiccò a Liam e prima di andarsene aggiunse: "Mi raccomando al novellino: non terrorizzatelo!".

A Liam quel posto piaceva: per quanto fossero squallide le cose che ci avvenivano, il locale in se non era poi così terribile. Louis ed Harry gli avevano mostrato a cosa erano adibite le stanze che aveva notato la sera prima e com'era la "gerarchia" in quell'ambiente.

"In cima c'è Zayn Malik" aveva spiegato Louis mentre accendeva una sigaretta fuori la porta principale del posto. Appena Liam sentì nominare quel nome, ebbe come un'illuminazione: gli vennero immediatamente i suoi occhi profondi e la freddezza nella voce. Non si poteva dire che nonostante l'evidente asprezza e arroganza con cui trattava la maggior parte delle persone, quel tipo non fosse affascinante.

"Quello di ieri?" chiese Liam, fingendo indifferenza. Harry annuì e disse "Esatto. Tutto quello che vedi qui è suo". Liam annuì, girando la testa per guardare a cosa si stesse riferendo il riccio di fronte a se.

"E soprattutto sono suoi tutti quelli che lavorano qui. Letteralmente" aggiunse Louis con uno sguardo eloquente.

"In che senso?" domandò Liam nella sua ingenuità da borghese figlio di gente che la società definiva "per bene".

"Bè, diciamo che prima di "vendere i suoi prodotti" fa una specie di "controllo per il cliente"" cercò di chiarire Harry con tono allusivo. Il povero Liam si ostinava a non comprendere. Rivolse uno sguardo speranzoso ai due, affinchè si spiegassero meglio. Louis sbuffò sonoramente e poi esclamò: "Che cazzo, Liam! Zayn se li porta tutti al letto!".

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