Capitolo 15

5.4K 269 127
                                    

In quella fredda mattina Zayn Malik fissava la sua immagine allo specchio. Erano ormai cinque minuti buoni che non distoglieva i suoi occhi dal riflesso che aveva davanti.

Lui era sempre lo stesso: uguali lineamenti, identici capelli, nulla che non fosse quello che era abituato a vedere.

Eppure era così diverso.

I suoi occhi non erano quelli di sempre.

Emanavano una luce che non aveva mai visto. Li chiuse e li riaprì svariate volte, perché quello strano bagliore se ne andasse. Provò persino a lavarli con un getto di acqua gelata, ma servì solo a farlo morire di freddo.

Quella luce non andava via. E il ragazzo non sapeva nemmeno come fosse venuta, a dire il vero.

Ma non era la prima volta che notava quel cambiamento nel suo sguardo. Erano mesi che le sue iridi scure avevano assunto quello strana luminosità.

Forse se la immaginava, o probabilmente c'era davvero: ma comunque lui non era abituato a quella novità.

La cosa che più gli urtava il sistema nervoso era che non riusciva a capire il perché di tutto quello. Si, perché Zayn stava seriamente provando a comprendere le ragioni di quella faccenda così anomala ma, come un tredicenne che vede il suo corpo cambiare da un giorno all'altro, Zayn Malik non sapeva davvero rispondere a tutti quegli interrogativi nella sua mente.

Aveva dato la colpa allo stress, al troppo alcol che aveva ingoiato in quei giorni, alla pessima erba che aveva fumato: ma nessuna di queste ipotesi gli sembrava la migliore.

Si rese ben presto conto di quanto fosse inutile cercare le cause in tutte quelle vecchie cose che avevano reso la sua vita così noiosamente monotona. In realtà (e questo Zayn ancora non lo sapeva) tutti quegli strani luccichii negli occhi e quelle tachicardie fuori dal comune erano causate da una sola ed unica ragione.

No, non era una foglia di marijuana andata a male o un bicchiere di una bevanda troppo forte. E non era neppure tutto il lavoro o il sesso con le persone sbagliate che faceva.

La ragione si chiamava affetto.

Si, Zayn Malik per la prima volta si stava davvero affezionando.

Iniziavano a piacergli tutte quelle attenzioni, tutti quegli sguardi di sfuggita, quel rossore discreto che imporporava le guancie, quelle labbra calde, quelle mani grandi e gentili.

Perché, si sa, quando si prova una cosa, qualsiasi cosa, per la prima volta ci appare come la più bella che ci sia.

E a Zayn stava accadendo proprio questo: Liam Payne era l'artefice della sua "prima volta". Solo che il moro ancora non ne era a conoscenza.

Guardò di nuovo la sua immagine riflessa allo specchio e vide due corpi addormentati sul suo letto. Dovevano sicuramente essere quei due tipi che Zayn aveva rimorchiato la sera prima.

Nemmeno ricordava i loro nomi ed in normali circostanze li avrebbe tolti via dalla sua camera subito dopo il sesso.

Ma quella volta chissà quale potenza sovrumana gli impedì di sbattere quelli fuori. Nemmeno ricordava i loro nomi, eppure Zayn sapeva che si sarebbe sentito in colpa se avesse intimato loro di andare via.

Poi, improvvisamente, uno dei due si mosse.

Zayn lo osservò rigirarsi rumorosamente tra le coperte e scattare a sedersi su letto candido.

"Ciao" disse il ragazzo con lo sguardo basso.

"Ciao" ripetè Zayn guardando la figura dal riflesso dello specchio e facendo un sorriso abbastanza forzato.

Boys gone wildDove le storie prendono vita. Scoprilo ora