Capitolo 25

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L'alba stava sorgendo e con i suoi bagliori fiochi illuminava ogni centimetro di asfalto bagnato. Si vedevano i tettucci delle automobili ferme sul viale riflettere i raggi deboli del sole mentre la città iniziava piano a destarsi. Harry aprì di scatto gli occhi, svegliandosi bruscamente dal suo sonno. Tirò un sospiro di sollievo quando notò che alla sua destra c'era il suo Louis, profondamente addormentato, con i capelli lisci appiccicati sulla fronte. Non riuscì a trattenere un sorriso quando lo udì mugolare parole senza senso e quando notò la strana espressione che gli contorse il viso si ricordò di quanto fosse perfetto il suo ragazzo. Harry gli scostò i ciuffi di capelli dal viso e gli diede un bacio sulla fronte, delicato ed impercettibile. Poi, in silenzio, scese dal letto, rivolse uno sguardo all'altra brandina occupata da Liam ed a tentoni afferrò una felpa viola, non del tutto nuova, ed un paio di pantaloni. Si vestì in bagno, per non svegliare i due ragazzi, e con le sue Converse originariamente bianche, ma divenute grigie per via dell'uso continuo che ne faceva, ai piedi se ne uscì dalla stanza. Prima di chiudersi silenziosamente la porta pesante alle spalle, rivolse un ultimo sguardo a Louis, raggomitolato sotto le coperte e lasciò un post-it giallo proprio sul suo cuscino, scritto con dei caratteri in corsivo appena leggibili. Il biglietto recitava:

"Sono uscito per cercare Gemma. Non ti azzardare ad uscire. Tornerò presto. Ti amo."

Pensò di essere la persona più fortunata del mondo ad avere Louis al suo fianco e si ripromise che appena sarebbe tornato lo avrebbe baciato.

Si incamminò verso l'ignoto alle sei e mezza della mattina, da solo, con le mani nelle tasche. Quel giorno, Harry era determinato a trovare sua sorella. Da solo. Completamente da solo.

Non se la sentiva di coinvolgere ancora Louis: la sera prima lo aveva costretto a camminare per quattro ore senza fermarsi, dopo una sfiancante giornata di lavoro. Ed un essere perfetto come lui non se lo meritava. Lui doveva stare semplicemente al caldo, nel suo letto, a dormire come un angelo. Si sarebbe sentito un egoista se solo lo avesse svegliato e gli avesse chiesto di accompagnarlo.

Bè, a dire il vero Louis non meritava nulla di quella vita. A volte Harry si sentiva in colpa, si sentiva la causa di tutti i loro problemi; anche se Louis era sempre pronto a tranquillizzarlo, a dirgli che tutto andava alla grande, a stargli vicino anche quando sembrava che non ci fosse nessuno, Harry non credeva mai fino in fondo alle sue parole.

Insomma, come poteva un essere umano sottostare a quella situazione così patetica senza provare un minimo di rabbia o rancore?

"Io lo faccio solo per te" gli ripeteva in continuazione e "perché ti amo" aggiungeva per rafforzare il concetto.

Ma fino a che punto si è disposti ad arrivare per amore? Quali sono i limiti della morale già imposti che l'amore porta a superare? Quanto è giusto vendere se stessi, farsi mettere le mani addosso da sconosciuti, perdere la dignità, sacrificare anima e corpo solo per non lasciare sola la persona amata, o presunta tale?

Ecco, era proprio questo che Harry non si riusciva a spiegare, così come non era stato in grado di comprendere cosa gli fosse passato per la testa quando aveva acconsentito che Louis lo seguisse in quella folle quanto disperata scelta. Se solo non lo avesse mai coinvolto, se un giorno avesse raccolto le sue cose e fosse uscito dalla porta di quella casa silenziosamente così come c'era entrato e lo avesse lasciato senza dirgli nulla, sicuramente la sua vita non sarebbe stata la merda che era stata in quei mesi. Louis ci sarebbe rimasto male, si sarebbe sentito colpito nell'orgoglio, però avrebbe terminato gli studi ed avrebbe cominciato una carriera che sicuramente non prevedeva bordelli e prostituzione. Mentre lui, Harry Styles, si sarebbe imbattuto in Zayn Malik e lo avrebbe anche convinto ad assumerlo, senza troppe cerimonie, con metodi che andavano decisamente contro i valori che la sua famiglia gli aveva imposto.

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