Capitolo 14

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Ero di nuovo li, immersa in una nuova battaglia per difendere il mio Regno, la mia casa e i miei sudditi.
Questa volta però era diverso, non c'erano i giganti del nord ma i temibili Calormeniani venuti a reclamare un diritto al trono che in realtà non avevano.

Nel grande Deserto il sole batteva forte sulle nostre armature, il sudore gocciolava dalle nostre schiene sia per il caldo che per la preoccupazione di non poter tornare più a casa. I cavalli scalpitavano, e nell'aria si poteva sentire il loro nervosismo, sia loro che dei loro cavalieri.

Mi voltai verso Caspian, e lui era dritto e composto sul suo cavallo Destriero senza paura, con lo sguardo fiero e la testa alta guardando in faccia il nemico.

Il principe Ramir era li di fronte a noi con lo sguardo assetato di sangue narniano, ma soprattutto assetato del sangue di mio fratello.

In quel momento ebbi paura, ma non per me ma per la vita di mio fratello.

"Farò di tutto per proteggerlo" pensai.

Il suono dei corni di battaglia mi ridestò dai miei pensieri.

Tutto successe molto velocemente, le due armate si scontrarono in un impatto violento , tanto violento da far cadere dei cavalieri dai proprio destrieri.

I Calormeniani erano spietati e toglievano vite senza rimorso.

Era un massacro, e io dovevo fare qualcosa.
L'unica soluzione era tagliare la testa al serpente.

Con lo sguardo cercai il principe Ramir, e poco lontano lo vidi combattere con un fauno e una volpe. Scesi da Tempesta e la lasciai andare e corsi verso il principe.

La volpe zoppicava e il fauno era ferito ad un braccio ma i due non demordevano. Un attimo prima che arrivassi Ramir li uccise, il fauno tagliandogli la gola e la volpe con un pugnale al petto. 

Vedendo quella scena in me si accese una furia incontrollabile tanto che mi lanciai su di lui con la spada sguainata pronto per colpirlo.
Il principe alzò lo scudo per difendersi dalla mia furia.

Dentro di me pentivo la stessa sensazione che avevo provato un anno prima nella battaglia contro i Giganti del Nord, era Aatash che mi stava donando quella forza. Con tutta quella furia però non riuscivo a colpirlo.
Il principale Ramir era molto più bravo di me con la spada e forse non sarei riuscita a sconfiggerlo.

<<Sei brava principessina, ma non abbastanza.>>

Il principe prese il controllo della situazione e con la sua scimitarra affondò nel mio fianco sinistro.
Persi la presa sulla spada e caddi all'indietro sulla sabbia rovente.
Con le mani tentai di tamponare la ferita per non far uscire troppo sangue ma sapevo che ormai avevo i minuti contati.

Mentre il principe calormeniano si avvicinava a me per darmi il colpo di grazia, pensai a mio fratello che lo avrei lasciato di nuovo solo, Adrian a cui avevo promesso di non mollare mai, ai miei genitori che avrei rivisto li a poco e ultimo ma non meno importante Aatash, il ragazzo che ormai avevo capito troppo tardi di essermi innamorata.

Mi alzai a sedere meglio che potevo, non volevo di certo morire vicino ai stivali di quel bastardo.

<<Le tue ultime parole principessa?>> chiese il calormeniano puntandomi la spada alla gola.

<<Potrai pure uccidermi ma Narnia non sarà mai dei calormeniani, finché ci sarà ancora un'abitante che combatterà per essa, Narnia sarà sempre liberà.>> risposi con sguardo fiero.

Non avevo paura di morire per i miei ideali, per una Narnia libera da tutti quegli invasori.

Vidi il principe calare la sua scimitarra, chiusi gli occhi aspettando il colpo.

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