Giorno 3

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AVVERTENZA. Questo è un capitolo politically incorrect!

- Chicco di riso, vieni qua - e faccio un gesto inequivocabile con la mano.

Zhao Jan si alza e viene alla cattedra.

- Oggi ti interrogo.

- Sì - e accenna un inchino.

- Bene. Parlami di Mao e della sua campagna dei cento fiori.

- Sì - ripete, col solito inchino.

Attendo alcuni attimi: - Quindi?

- Sì.

- Hai studiato, Chicco di riso?

- Sì.

- E allora parlami di questa benedetta campagna!

Fa un inchino e sta zitto.

Sbuffo: - Da quanto tempo vivi in Italia, Chicco di riso? Sei mesi?

- Sì.

- E non hai imparato a dire altro che in questi sei mesi?

- Sì.

Mi sta salendo il nervoso!

- Facciamo così, Chicco di riso, io faccio delle affermazioni, e tu mi dici se sono vere o false. Va bene?

- Sì.

- Mao era un dittatore del cazzo.

- Sì.

- E con questa campagna dei cento fiori, ve l'ha messo a tutti nel culo.

- Sì.

- E voi, da bravi coglioni, l'avete preso e zitti.

- Sì.

- Ottima analisi. Otto. Vai a posto.

- Sì.

- Vai a posto, ho detto!

- Sì.

Mi alzo lo prendo per un braccio e lo accompagno verso il banco.

Gli altri ridacchiano.

- Questo - indico il banco - è il tuo posto - siediti!

Lui fa un inchino, sorride, e si siede.

Mentre torno al posto quasi inciampo in una sciarpa.

- E questa, di chi cazzo è? - mentre mi chino e la raccolgo.

Lui mi fissa. Occhi di brace. Sento la sciarpa stringere il collo. "Smetti" vorrei dire, ma non ci riesco. Provo a fermarlo. Poso le mie mani sulle sue.

- È tua, Puzzetta?

- Sì prof.

- Prendila - gliela porgo tenendo un lembo tra indice e pollice - e non la lasciare più in giro - non vorrei tu ci attaccassi la scabbia!

Confessioni di una prof stronzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora