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Pov Emily:

Ritornai in albergo verso le sei di sera.

Fortunatamente avevo scelto un hotel che accettava gli animali e che aveva una saletta apposta per loro.

Sicuramente Spike aveva passato la giornata a giocare con altri cuccioli.

"Buona sera" disse la receptionist sorridendogli cordialmente.

La salutai e le chiesi la chiave della mia camera.

"Grazie" dissi prima di dirigermi verso gli ascensori.

Era stato un pomeriggio molto stancante.

Io e i miei genitori avevamo parlato a lungo con il notaio e i nostri rispettivi avvocati e fortunatamente eravamo arrivati ad un accordo.

Non mi importava un bel niente dell'eredità, volevo solo essere lasciata in pace e speravo vivamente che i miei genitori lo capissero e non mi cercassero mai più.

Le porte dell'ascensore si aprirono e io con un sospiro mi diressi verso la mia camera.

Ero stremata, ma volevo andare da Spike.

Mi sarei fatta una doccia e poi sarei andata dal mio cucciolo e l'avrei portato in camera.

"Emily?" mi chiamò qualcuno e io mi fermai di scatto vedendo davanti la porta della mia camera un Ryan vestito molto elegantemente.

"Emily?" mi chiamò qualcuno e io mi fermai di scatto vedendo davanti la porta della mia camera un Ryan vestito molto elegantemente

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"Ancora tu?" chiesi sorpresa.

"Già" disse lui avvicinandosi di un passo a me.

"Voglio portarti a cena fuori" disse serio.

"Non ho fame" dissi subito.

"Non me ne importa niente" disse lui avvicinandosi ancora.

"Ryan non verrò a cena con te" dissi seria e lui ignorandomi totalmente, si abbassò lievemente e subito dopo mi caricò senza alcuna fatica su una spalla.

"RYAN!" urlai incredula mentre lui camminava verso gli ascensori.

"Voglio portarti a cena e lo farò Emily" disse lui.

"Non puoi trascianarmi via così!" lo rimproverai furiosa.

"Decisamente troppo corta" disse lui guardando male la mia gonna mentre mi agitavo fra le sue braccia.

"Hai le mutandine rosa?" chiese divertito uscendo dall'ascensore e io arrossì dall'imbarazzo.

"Mettimi giù idiota!" dissi arrabbiata.

"Solo se accetti di venire a cena con me" disse lui ignorando la receptionist che ci stava fissando sconvolta così come tutte le persone della hall.

"Verrò a cena con te, ma ora fammi scendere brutto gigante che non sei altro!" ringhiai furiosa.

Lui mi rimise a terra velocemente e io alzai una mano pronta per colpirlo con uno schiaffo, ma lui mi bloccò il braccio e mi attirò a sé.

Il Gigante BuonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora