3. Sentimenti contrastanti

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N I N A

Il suo tocco ardeva sulla mia pelle, le sue mani si muovevano in modo esperto su tutto il mio corpo e i nostri bacini si scontravano di continuo. Ero bloccata da un piacere sconosciuto, ma allo stesso tempo mi sentivo violata. Mi toccava come nessuno si era mai permesso di fare, mi baciava ogni centimetro di pelle scoperta e succhiava a volte, avidamente.

Ero immobile e confusa. C'erano solo i miei soffocati gemiti di dolore a ricoprire il silenzio in quel bagno. Brad non smetteva di succhiare la parte visibile del mio collo e sembrava quasi strapparmela con i denti per volerla divorare tutta.

Cercai di scappare, tentai di slegarmi dalle sue mani. Non riuscivo a sopportare altro. Volevo che la smettesse, che mi liberasse da quella superficie gelida. Non potevo ricambiare in nessun modo e non potevo lasciarmi baciare, quando il mio cuore apparteneva a Josh.

Era così, no?

"No." Lo spinsi con tutta la forza di volontà che trovai dentro il mio esile corpo. "Non toccarmi." Mi toccai la parte bollente del collo, mentre con una mano lo indicai in maniera decisa. "Tu sei pazzo." Dissi, rabbiosa. "Non toccarmi mai più, hai capito? Mai più."

"Sicura?" Sussurrò in modo seducente, avvicinandosi al mio corpo, per poi darmi un bacio sul collo. "Il tuo corpo non sembra dire lo stesso."

Cercai di non rabbrividire ai suoi tocchi, ma fu estremamente difficile. Neanche Josh, il ragazzo che tanto avevo amato, mi aveva toccata in quel modo. Non c'era niente di dolce in quel contatto, niente che riguardavano sentimenti forti. Eppure sentivo una strana energia intorno a noi. Non riuscivo a spiegarmi, ma capii di aver abbattuto ogni muro, mettendo a nudo il suo vero essere.

"Il mio corpo non dice un bel niente. Hai una fidanzata! Cosa vuoi da me?" La mia voce uscì stridula, un po' alta, ma la mia rabbia era troppa. Non riuscivo a mantenere la calma, non in quel preciso istante. Mi aveva baciata senza permesso, quando poi era legato ad un'altra. Mi stava toccando in modo violento, quando di me non sapeva praticamente niente.

Chi era lui e che fine aveva fatto il gentile capo di mia madre?

"Questo non ti deve interessare. Io ho il potere, piccola. E comunque..." Rise. "a me, adesso, interessi solamente tu, m'interessi da quel famoso bacio che mi hai dato quella sera. Quel bacio che mi hai dato tu, non io. Non ti ricordi?"

Ero paralizzata dalle sue parole e dalla sua sfacciataggine. Non sapevo come prendere quella confessione, ma ero certa che non avrebbe portato niente di buono.
Brad non diede alcun segno di emozione. C'era una grande indifferenza dipinta sul suo volto e mi sorpresi che dopo le sue parole fosse ancora così.

"Ero ubriaca e tu, tu sei matto. La devi smettere di toccarmi e di baciarmi." Mi allontanai dalla sua presa.

Non volevo essere il giocattolo di nessuno e tanto meno, del depravato capo di mia madre.

Non ero quel genere di persona.

"Tesoro, sai, se non fai come dico io, tua mamma rischia il lavoro. E come ben sai, ci tiene tanto."

La pelle d'oca si formò sulla mia superficie e la paura di deludere mia madre fu troppo intensa. Era stata ferita fin troppe volte, non volevo farla stare male ulteriormente.
Non avevo mai dimenticato quando quell'individuo di padre ci aveva abbandonate senza nessuno sforzo.
Avevo solo sei anni e, all'epoca, mia madre ne aveva ventidue. Erano molto giovani, sia lei che mio padre e forse, anche per questo, lui era scappato via dalle sue responsabilità. Era scappato via da me e da mia madre. Era scappato con una donna qualsiasi che, alla fine, l'aveva probabilmente abbandonato e lasciato solo.

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