N I N A
Volevo lucidità nella mia vita. Non avevo più certezze e mi sembrò strana la sensazione di essere sola quando, anche avendo persone al mio fianco, non mi sentivo affatto piena e in compagnia.
Il bagno era così silenzioso che avevo quasi paura che i miei pensieri si potessero udire. Sentivo le continue gocce d'acqua cadere sul lavandino bianco, mentre alcuni passi attirarono la mia attenzione.
All'improvviso mi sembrò tutto così tremendamente sbagliato e ingiusto che non volli più continuare a stare accanto a Brad. Lui si stava prendendo gioco della mia vita e della mia persona e, nonostante sapessi delle sue intenzioni nei miei confronti, non riuscivo ad allontanarlo completamente da me. Sembrava che mi avesse legata a sé tanto da non riuscire più a liberarmi.Piansi dalla troppa sofferenza, seduta sul pavimento. Piansi lacrime amare e lasciai svanire lentamente i pensieri che avevano preso possesso della mia mente.
🥀
Non saprei dire quanti minuti, forse ore ero rimasta in quel bagno. Sapevo solamente che avevo dentro un vuoto incolmabile che mi mangiava poco per volta, prendendo tutte le mie sicurezze e alimentandosi delle mie lacrime.
Le strade piene di gente mi fecero soffocare e il rumore delle macchine mi diedero alla testa. Avevo lasciato Jeffrey da solo, nella riunione che sarebbe servita principalmente a me e non a lui. Gli avevo mandato un messaggio, poco prima di incamminarmi verso l'ennesima delusione, dicendogli che non potevo rimanere lì, che non potevo continuare a farmi del male.
Avevo deciso, tutto d'un tratto, di parlare con Brad e l'avrei fatto senza alcun timore. Solo lui poteva chiarirmi le idee. Solo lui era consapevole del mio amore nei suoi confronti. Solo lui avrebbe potuto chiarire le mie idee.
Dopo vari minuti, le porte dell'edificio mi si presentarono davanti. Mi sentii tutto d'un tratto fuori posto. Le mie sicurezze caddero una dopo l'altra a terra e sparirono sotto i miei piedi, affondando nel suolo.
Che ci faccio qui?
La mia domanda rimase sospesa nell'aria inquinata, mentre entrai dentro fermandomi davanti al portiere della volta scorsa.
"Signorina, cerca ancora sua madre?"
La voce dell'uomo mi fece inclinare la testa. Annuii lentamente, cercando di rimanere impassibile di fronte alla grande bugia detta.
"Non c'è, signorina. Oggi è il suo giorno di riposo." Disse l'uomo, guardandomi confuso.
"Oh... Si, lo so. Volevo parlare con il capo di mia madre, per chiedergli una cosa importante. Lo vuole sapere mia mamma." Cercai di sembrare sicura e ci riuscii.
"Va bene. L'ascensore sa già dov'è." Concluse, lasciandomi sola.
Entrai dentro la cabina ed aspettai, impaziente, di uscire da quella gabbia soffocante. Appena le porte si aprirono, vidi la sala che conoscevo piuttosto bene. Camminai fino alla porta marrone e quando fui davanti ad essa, toccai la maniglia.
"Il capo è occupato." Mi disse una donna.
Era una signora di una certa età, con alcuni capelli bianchi e il resto neri. Gli occhi erano scuri come il carbone e la sua carnagione leggermente olivastra.
"Dovrei parlargli di una cosa seria." Tentai invano di convincerla.
"Di cosa vorrebbe parlargli?" Chiese ancora. Non capii chi fosse la signora invadente che cercava di investigare su tutto.
"Mia mamma, la sua segretaria, mi ha detto di dargli una chiavetta." Risposi. "Lei piuttosto chi è?"
"Oh, va bene." Disse. Non rispose alla mia domanda e se ne andò con in mano una tazza di caffè.
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La voglia di Te
RomanceLa giovane e bellissima ragazza, Nina Calderon, vive a New York insieme a sua madre, Susan, che è la segretaria di un grande uomo d'affari. L'affascinante uomo in questione, Brad Olister, è un ultra miliardario felicemente fidanzato con Pyper Perter...