6. Essenza

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N I N A

Il suo corpo era contro il mio, le sue mani scavavano da ogni parte e i suoi baci, quei tocchi stranamente delicati, segnavano il mio collo macchiato di colpe. Sembrava una cosa irreale, stare lì senza reagire, senza fare nulla. Non aveva senso ciò che stavo facendo, come stavo reagendo.

Quell'uomo sapeva farmi diventare una sconosciuta nel mio stesso corpo, sapeva togliermi tutte le certezze che prima avevo. Non mi riconoscevo più, quella non era la me che avevo cresciuto nel tempo. Io non ero così, ero diversa. E ci pensai, ci pensai profondamente a questa cosa senza arrivare ad una conclusione, senza confermare nulla.

Lui non poteva trovarsi lì dopo il peccato che aveva commesso, facendo finta che tutto fosse normale. Non poteva permettersi di toccarmi, dopo avermi strappato la mia purezza, dopo avermi procurato dolore. Non poteva essere semplicemente lì, a volermi una seconda volta, così da sporcarmi di sbagli.

E avrei voluto scappare, per nascondermi dal mostro vicino a me, dal mostro che però tanto mi confondeva. Avrei voluto andarmene senza guardarmi indietro, così da togliermi di dosso tutte le sofferenze e i ricordi marci che sciupavano il mio corpo e la mia mente. Nulla aveva più senso, nemmeno la mia stessa vita.

"Ti voglio ancora!" Disse Brad, dopo diversi minuti di silenzio. Respirò pesantemente e mi toccò delicatamente il braccio, sospirando. "Voglio entrarti sotto la pelle. Ne ho profondamente bisogno!" La sua voce era un sussurro debole e disperato.

"Ti prego, lasciami andare." Chiesi supplicando.

Non ci conoscevamo nemmeno bene, anzi, per niente. Non sapevo chi fosse esattamente, cosa volesse veramente da me. Era stato tutta una coincidenza, oppure lui aveva pianificato tutto?

"Shhh..." Mi girò e mi mise sopra il ripiano della cucina. "Stavolta non sarà terribile, te lo giuro! Farò con calma, rimedierò." Annuii, mandando al diavolo tutta la situazione.

Le nostre labbra s'incontrarono e si unirono insieme, i nostri fianchi si scontrarono e un grande caldo si formò intorno a noi. Mi prese in braccio e mi portò nella stanza da letto e, aprendo la porta della camera ed entrando dentro, mi buttò sopra il letto complice del nostro peccato.

Il disgusto si formò dentro di me, mentre ripensai alle cose che avevo subito ore fa, ma nonostante ciò, una grande eccitazione prese possesso del mio corpo. Mi domandai "Perché?", ma nessuna risposta sembrava plausibile. Il mio corpo non rispondeva più ai miei comandi e il mio cuore urlava, cercando di farsi sentire. Urlava di scappare, mi diceva "Non ti ama, non lo farà mai!" ma io non sentivo, non volevo conoscere la verità. Avevo bisogno di un legame, volevo essere piena e non più vuota. Volevo provare qualcosa di nuovo, ne avevo estremamente voglia.

Ricambiai il bacio violento e bisognoso, misi le gambe intorno alla sua vita e spinsi contro di lui. Un ringhio debole uscì dalla sua bocca perfetta e io ansimai, quando iniziò a muoversi contro di me. Il materiale dei suoi jeans mi toccò ripetutamente e strisciò sulla mia pelle, facendomi male.

Ci spogliammo più in fretta e appena questo accadde, i nostri petti si scontrarono. Pelle contro pelle. Caldo contro freddo. Era una sensazione fantastica, nuova. Non sapevo il perché di quei pensieri, non capii cosa stava succedendo al mio interno e non cercai di trovare risposte come mio solito.

Sapevo di essere un oggetto nelle sue mani, ma sapevo anche che il mio cuore stava ricevendo vibrazioni di avvertimento, nonostante io non volessi ammettere niente.

"Non farà male!" Sussurrò piano contro il mio orecchio. Mi prese le mani velocemente, mi aprì le gambe e me le attaccò ai suoi lati. Mi ritrovai a gambe aperte davanti a lui, completamente scoperta, senza alcuna protezione.

Vergogna. Era tutto ciò che provavo.

Delusione. Verso di me, il mio essere così sbagliato.

Però anche desiderio, voglia, amore.

Mi guardò e lo guardai. Tutto sembrava diverso, più vero. Volevo chiedergli chi fosse realmente, perché faceva cose di cui si sarebbe pentito successivamente. Cos'aveva dentro? Cosa provava?

Chi sei davvero, Brad?

"Sei così bella." Affermò. "Ti vorrei fare così tante cose." Si abbassò vicino alle mie labbra. "Vorrei che fossi solo mia." Leccò il lobo del mio orecchio, per poi arrivare lungo la mia guancia, lasciando una scia di saliva.

Il buio mi circondava e non sentivo più niente a parte i suoi respiri. Si alzò, staccandosi da me. Lo sentii aarmeggiare con degli oggetti, ma non percepii altro. Dopo circa un minuto mi salì sopra di nuovo e mi baciò la pancia, arrivando al piatto ventre. Mi lasciò un ultimo bacio, prima di alzarsi, appoggiando le mani ai lati della mia testa. Un oggetto freddo mi fece formare la pelle d'oca, mentre una piccola punta appuntita mi fece sobbalzare, appena entrò in contatto con la mia pelle liscia. Sprofondò dentro e creò una sensazione strana. Il sangue caldo scivolò sulla mia pancia e io strinsi i denti, cercando di sopportare quel leggero fastidio. Non fece male e mi sorpresi di ciò.

"Mia." Sussurrò. "Sei solo mia. Solo io ti ho avuta, nessun altro." Mi stampò un bacio sulla bocca e si posizionò in mezzo alle mie gambe. "E solo io ti avrò."

Entrò dentro, forte e deciso. Mischiò i suoi pensieri con i miei, senza bisogno di parole. Perforò la mia pelle e la rese piena di solchi.

Non troverò mani come le tue,
e le altre mi sembreranno mani sconosciute,
mi sentirò violata quando proveranno a toccarmi.
Sono consapevole che quelli dopo di te non andranno bene,
ne sono certa.

Eravamo io e lui, due persone che nemmeno si conoscevamo veramente, ma che sembrava si conoscessero da sempre, due persone pazze completamente smarrite. Ci stavamo completando a vicenda, ci stavamo amando in un modo tutto nostro. E magari non era vero amore oppure non era semplicemente amore, eppure qualcosa in mezzo a quel rapporto pericoloso c'era.

Cosa mi stava succedendo?

"Mia. Solo mia." Sussurrò.

L'aria fu piena della nostra eccitazione. I suoi gemiti, nonostante fossero deboli e silenziosi, erano udibili per le mie orecchie. E quel suono, uscito dalla bocca di Brad, fu la melodia più bella che avessi mai sentito.

E sì, nonostante io fossi solo il nulla per lui, volevo stare lì, tra le sue braccia al caldo. Volevo sentire la sua pelle a contatto con la mia, il suo profumo entrare nelle mie narici. Volevo provare nuove cose, desideravo seguire il mio istinto, il mio bisogno. Perché lui, con un incontro, aveva fatto uscire la vera me, la me che tanto cercavo di reprimere, che con lui era venuta allo scoperto.

Forse era amore e io non volevo crederci.

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