17. I dubbi del cuore

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N  I  N  A

"Sai che sei fastidioso di prima mattina, Jeffrey?" Risi, mentre osservai il mio migliore amico attentamente.

Era seduto sulla sedia di legno, assonnato tanto da sembrare uno zombie affascinante. I suoi capelli lunghi incorniciavano il bellissimo viso. Gli occhi verdi erano leggermente arrossati, forse per la mancanza di sonno che lo stava privando delle sue ultime energie rimaste.

"Smettila, Nina." Sbuffò. "Ho bevuto esageratamente ieri." Affermò, sorseggiando il suo thè nero al limone.

"Perché? Dov'eri ieri sera?" Lo chiesi con interesse.

Il mio sguardo era posato sulla tazza di caffè sotto il mio mento. L'odore della caffeina mi inebriò tutti i sensi e prese possesso del mio corpo, risvegliandomi. Eliminai l'accaduto del giorno precedente dalla mia mente e rimasi lì, in quella sedia scomoda, alle 8:30 del mattino, ad ascoltare i problemi altrui.

"Volevo un po' sfogarmi, così sono andato in un locale gay vicino al mio appartamento."

"È successo qualcosa con i tuoi? Per questo sei andato là e ti sei ubriacato? Oppure non so, dimmi pure."

"No, i miei stavolta non centrano. Il problema è un altro." Sospirò. Prese una bustina di zucchero e iniziò a giocarci per sfogarsi.

"C'entra il tuo ex?" Lo chiesi con timore.

Non sapevo ogni cosa della loro storia, ma alcuni dettagli sì. Jeffrey non era il tipo che si confidava tanto facilmente e io non ero la tipa che insisteva. Se una persona non voleva confidarsi con me, andava bene lo stesso.

"Sì, ma non voglio parlarne. Ormai con lui ho chiuso. È un capitolo finito che non verrà più riscritto."

Non dissi nulla. Bevvi un sorso del caffè macchiato, mentre controllai velocemente l'orario sul mio cellulare accanto al portacenere d'acciaio.

"Però non è di questo che voglio parlare. È successo un'altra cosa." Disse. "Non sai che cosa ho trovato nel mio letto." Abbassò all'improvviso la voce, guardandosi un po' intorno. Lo osservai confusa, trovando divertente la sua reazione.

"Che cosa hai trovato?" Risi leggermente.

"Per meglio dire chi, ma ok." Sussurrò. "Ho trovato un ragazzo, nel mio letto, completamente nudo."

"Sei serio?" Cercai di non ridere, ci provai nonostante una piccola risata fuoriuscì dalla mia bocca involontariamente. Posai la mano sotto il mento, ricambiando lo sguardo di Jeffrey.

"Infatti, non sto scherzando." Sbuffò. "Deduco di aver fatto sesso con lui." Abbassò lo sguardo. "E non lo conosco nemmeno. Non sono il tipo che va con chiunque, Nina. Anche quando bevo, riesco sempre a moderarmi. Stavolta è stato diverso però."

"Amico mio, a volte le cose che non avresti mai immaginato succedono veramente. Siamo umani e sbagliamo." Dissi. "Come si chiama?" Chiesi poi.

"Daniel credo." Disse.

"Credi?"

"Ho aperto il suo portafoglio e ho controllato i suoi documenti." Disse. Lo guardai male. "Non lanciarmi quello sguardo da 'non dovevi farlo'. Ho il diritto di sapere con chi sono finito a letto, no?"

"Sì, ma potevi chiederlo a lui direttamente. Non c'era bisogno di toccare le sue cose personali." Lo rimproverai mentre un messaggio arrivò nel mio cellulare. Lo schermo si accese, ma io lo ignorai completamente, assorta dalla storia di Jeffrey.

"Intanto ora so quasi tutto di lui." Sorrise. "Si chiama Daniel Williams. Ha trent'anni e viene da New Orleans."

"Avete 11 anni di differenza." Affermai sorpresa.

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