5. Il peccatore

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N  A  R  R  A  T  O  R  E

Il giovane uomo non era stato cosciente di sé stesso in quel momento. Era come se qualcuno l'avesse posseduto, rendendolo un mostro a tutti gli effetti. Il suo desiderio nei confronti della ragazza era estremamente forte, forse più di quanto lui stesso pensava.

Quando era entrato dentro di lei violentemente, aveva visto il sangue scorrere dal suo fiore intoccato. Aveva visto che cadeva a pezzi, che urlava nonostante la voce non le uscisse. I suoi occhi sembravano essere morti, il colore che lui tanto amava era svanito.

Stava morendo e lo sapeva.

Ma lui, lui non si era fermato.

Aveva continuato a possederla con desiderio, con passione. Era così stretta, così morbida che non era riuscito a fermarsi. Sentire la sua carne intorno a lui, calda e bagnata, era stata una sensazione magnifica e non poteva privarsene.

Era pur sempre un uomo, macchiato di dolore, ma pur sempre un essere umano. Non voleva toglierle quello che aveva di speciale, che la rendeva diversa. Non voleva farle questo, ma il desiderio aveva preso possesso di Brad e ogni atomo del suo cervello sembrava essersi spento.

Quando lei lo fissava, lui perdeva sé stesso. I suoi occhi lo facevano smarrire, tanto da non riuscire più a ritornare la persona di prima.

Poteva una donna avere tali poteri?

Era ancora a casa di Nina, seduto su un divano bianco e comodo. Non riusciva ad oltrepassare quella porta.

Era turbato. Capì che l'unico potere che lo dominava era l'ossessione nei confronti di una donna che non poteva avere completamente. Il suo cuore apparteneva ad un altro, tutto di lei era di un altro.

Non suo.

Non completamente.

Pensò e ripensò al bacio che lei gli diede quel giorno di pioggia. La sensazione di due labbra innocenti sulle sue, così soffici e bisognose di calore in quel momento di bisogno. Lo rese squilibrato con un solo bacio, matto, completamente e morbosamente pazzo nei suoi confronti. 

Diede un'occhiata al tavolino di fronte a lui. Notò diversi fogli sparsi in una cartelletta nera, al suo interno. Avrebbe potuto ignorarli, ma la curiosità lo spinse ad afferrare una carta macchiata d'inchiostro, consumata e tutta stroppiciata.
Iniziò a leggere quelle righe. Si sentì strano, si sentì complice del biondo. Il ragazzo l'aveva tradita e l'aveva fatta soffrire, ma lui, Brad, aveva fatto di peggio. In quel momento analizzò il gesto che aveva appena compiuto nei suoi confronti e si sentì una merda, si sentì una bestia.

L'aveva appena stuprata, l'aveva violentata dentro e anche fuori.

Il rumore di alcuni passi lo fece distrarre dalle parole impresse su quel foglio. Lo mise velocemente sopra il tavolino di legno e sospirò. Girò la testa ed osservò Nina camminare lentamente, facendo continuamente delle smorfie di dolore, stringendosi in una coperta tutta rossa.

E Brad sapeva che quel dolore l'aveva procurato lui.

Un po' fu contento di ciò, di averle fatto male ed averle fatto capire che adesso era sua, sua e di nessun altro. Ma in fondo, ma proprio in fondo al suo cuore nero, senza amore e pieno di cicatrici, gli dispiacque per averle fatto provare quella sofferenza così inimmaginabile che l'avrebbe segnata per tutta la vita, in eterno.

Appena Nina alzò lo sguardo e i suoi occhi vennero a contatto con quelli di Brad, si immobilizzò per la paura. Si strinse le braccia attorno alla vita, abbassando la testa. Alcune ciocche le caddero delicatamente davanti al viso, mentre lo sguardo del giovane uomo si posò su alcuni segni che si trovavano sparsi sul suo corpo esile e debole.

"Che ci fai ancora qui?" Chiese Nina, camminando lentamente per andare in cucina.

La sua voce era debole, inudibile. I suoi occhi stanchi chiedevano disperatamente un po' di tranquillità. Il colore che prima avevano non esisteva più. Sembrava un abisso senza emozioni, privo di ossigeno, di movimento. Era un campo appassito e non più colorato e pieno di vita.

Non rispose. Se ne stette zitto a fissarla e gli occhi andarono a finire subito sulle sue gambe slanciate e lunghe. Brad sentì il sangue bollire e il suo respiro diventò affannoso. Non capì sé stesso, non riuscì ad identificare quella sensazione che provava ogni volta che fissava Nina più attentamente.

Lui si avvicinò a piccoli passi, come un assassino si avvicina alla sua vittima, e appena fu dietro le sue spalle, si attaccò al fragile corpo della ragazza, facendole percepire l'evidente bisogno di possederla di nuovo.

"Ho voglia di te." Sussurrò l'uomo contro il suo orecchio, mentre le mani strinsero i suoi seni nascosti da una coperta leggera. "E lo so che ti sto facendo del male, che ti ho fatto del male. Ma io, io non riesco a fermarmi." Disse ulteriormente. Brad sospirò, lasciando un lieve bacio al collo della ragazza. "Tu mi rendi pazzo."

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