13. Scelte

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N I N A

Erano passati due giorni e io non facevo altro che andare avanti e indietro per la casa, sfogandomi con Jeffrey. Lui restava lì, seduto sul divano, senza dire nulla. Mi guardò, mentre continuai a parlare fino ad andare in apnea. Non capivo la reazione di Brad, il fatto che ormai non mi chiamava nemmeno più.

"Una persona può non avere un'anima." Disse Jeffrey.

Non credeva nemmeno lui alle sue parole, ma che altro poteva dirmi per confortarmi? Il silenzio a volte non bastava per stare meglio, non era la medicina adatta per curare le ferite.

"Che cosa vuoi dire?" Chiesi, sedendomi al suo fianco.

"Una persona può non provare sentimenti per nessuno." Sospirò. "Si convince che non ha bisogno dell'amore per andare avanti e quindi ogni rapporto per lui è qualcosa di futile, senza importanza."

Pensai che non fosse la verità, ma non aprii bocca per parlare o semplicemente per emettere qualche suono. Quello che il mio migliore amico diceva aveva un senso logico e non aveva del tutto torto.

"Ma lui ha una fidanzata, Jeff. Non può non provare sentimenti nemmeno per lei." Esclamai, bevendo un sorso d'acqua dalla bottiglia verde presa sopra il tavolino di legno.

"Per lei non prova proprio sentimenti." Sbuffò, alzando gli occhi al cielo. "La tradisce con te."

Annuii, riflettendo su tutti gli errori che avevo fatto. Ero immersa nei miei pensieri, quelli in fondo alla mia mente soprafatta.

Può una persona non avere un'anima? Può una persona vivere senza amore?

🥀

B  R  A  D

Non riuscivo a concentrarmi sui fogli che avevo sopra la scrivania, nonostante facessi di tutto per finire il lavoro.

-Sei stato cattivo.-  Una voce si ripeté continuamente, non facendosi sentire dalla bruna che avevo di fronte.
-Chi sei?-  Chiesi mentalmente.
-Sono la tua coscienza, che forse neanche hai. - Rispose.  -L'hai trattata male.-  Continuò, facendomi impazzire più di quanto lo fossi già.

Stavo diventando psicopatico. Ero arrivato ad un livello tale da mettermi a parlare con una voce che non esisteva, che era solamente frutto della mia immaginazione.

"Stai bene?" Chiese Cheryl che mi sorrise, appoggiando poi i documenti sopra il mobile al suo fianco.

La guardai, non trovando niente di così eccessivamente bello in lei. I suoi capelli erano corti fino alle spalle, leggermente ondulati e neri come il carbone. Gli occhi marroni, senza nessuna scintilla, erano così comuni da non colpirti e quelle labbra sottili erano leggermente ingrandite grazie ad una matita marrone che usava spesso.

"Sì." Risposi. Le feci segno di avvicinarsi e lei lo fece senza obbiettare. "Vieni qui. Ho bisogno d'affetto." Le dissi.

Alzai lo sguardo e osservai il corpo di Cheryl. Aveva un culo enorme e una vita strettissima. La pancia piatta era fasciata da una camicetta rosa, enormemente scollata sul davanti. La gonna corta, con leggere pieghe, copriva una minima parte delle sue cosce ossute, mentre delle calze color carne le fasciavano tutte.

Si mise sopra di me, le gambe ai lati delle mie anche. Iniziò a darmi dei leggeri baci sulle guance, prima di catturare le mie labbra in un colpo solo.

-La stai tradendo.-  La voce si ripresentò di nuovo, nel mezzo dei baci non voluti per davvero.
-Lasciami stare.-  Ringhiai.
-Nina non ti perdonerà.-  Riprese, lasciandomi rigido sulla poltrona.

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