Passa il tempo. #24

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*5 anni dopo.*

Ero seduta sul divano quando squillò all'improvviso il telefono, ero a casa da sola con nostro figlio Nicolò, alla fine decidemmo di chiamarlo così, ci eravamo trasferiti a Milano. Sky e Surry anche vivevano a Milano e la loro figlia si chiama Angel.

CHAT:
Stefano: Ehi amore.

"Ste, dimmi"

"Credo che sia giunta l'ora di parlare.."

"Perché?"

"Sono successe un po' di cose che non sai in questi mesi.."

"Non farmi morire di crepacuore perfavore, vieni a casa e ne parliamo?."

"Fosse facile, va bene, ci vediamo fra poco."

Dopo 30 minuti arrivò a casa, Nicolò dormiva, Stefano entrò, si sette sul tavolo in cucina e prese una bottiglia di birra ed un bicchiere.

- "Siediti qui vicino a me Mari."

- "Perché mi chiami così? Mi ci chiamavi quando ci conoscevamo appena!".

- "Siediti dai, dobbiamo parlare."

Mi sedetti: "Dimmi Ste."

- "Mari, ho un altra."

- "Eh? Stai scherzando? È uno dei tuoi scherzi di merda? Stai registrando?"

- "No mari, zero scherzi, ho un altra."

- "Ma che cazzo dici."

- "Non c'è la facevo più a nascondertelo, va avanti da due mesi, scusami davvero."

- " Dimmi che scherzi prima che prendo la mia roba e te non ci vedi mai più."

-" Vorrei tanto scherzare anche io Mari, ma purtroppo..."

- "Renditi conto quanto fai schifo! Cogliona io che c'ho fatto anche un figlio con te, ringrazio Dio di non averti mai sposato, adesso mi preparo le mie cose, quelle di Nicolò e c'è ne torniamo a Firenze e tu caro mio, Nicolò non lo vedrai per un bel pò, tanto è abituato visto che non ci sei mai."

- "Marina non ti permettere! Nicolò è anche mio figlio ed ho il diritto di vederlo quando voglio."

- "Ma vaffanculo!." Gli urlai.

Corsi in camera e sbattei forte la porta, mi accasciai lungo la porta e scoppiai a piangere.
Era tanto che non piangevo, saranno stati anni, tutto sembrava così bello, la nostra vita sembrava aver preso un senso, e adesso? tutto rovinato così, dove andrò adesso con mio figlio?.

Finii di fare le valigie e prendere tutta la roba che apparteneva a me e Nicolò, o almeno lo stretto necessario, erano le sei del mattino, svegliai Nicolò e gli dissi: "Amore svegliati dai, si torna a Firenze."

Un ora e mezza dopo avevamo il treno, ordinato la notte precedente all'ultimo secondo e pagato la bellezza di 150€.
Ringraziando dio Nicolò non pagava.

Presi Nicolò in braccio, misi alla spalla lo zaino e trascinando la valigia e mi recai verso l'uscita di casa.
Stefano era ancora lì sul tavolo con le mani in testa, che pensava, accanto aveva tre bottiglie di birra.
Gli passai davanti, lui ci guardò.
Aprii la porta e uscii, poco dopo sentii:

- "Ciao Nicolò, ci vediamo presto."
- "Ciao papà."

Quante volte l'ho sentita dire quella frase da Stefano a Nicolò, solo quello sapeva dire, nient'altro.
Arrivammo in stazione, salii sul treno e mi sedetti, misi Nicolò accanto a me e insieme ci mettemmo a giocare. Poco dopo l'inizio del viaggio Nicolò si addormentò, non avevo più distrazioni, e riniziai a pensare a Stefano e tutto quello che era successo.
Presi il telefono e chiamai Sky.

- "Ehi amore, dimmi."
- "Sky ciao, volevo avvisarti che sto tornando a Firenze."
- "Di che parente è il compleanno?"
- "Di nessuno, sto tornando per sempre lì."
- "Cosa?"
- "Stefano ha un altra."
- "Ma cosa dici?." Disse shockata
- "Purtrop... Sky mi sentì?".
Cade la linea.

Posai il telefono, presi le cuffiette e misi la musica, era l'unico modo per distrarmi, poco dopo passò la canzone che Stefano mi aveva dedicato in una delle tante sere prima che nascesse Nicolò.
"Questa nostra stupida canzone d'amore" dei Thegiornalisti, scoppiai in lacrime a rotta di collo.

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We raga come va? Sono tornato con la ff, godetevi il 26 capitolo, e volevo dirvi che dai prossimi ci sarà un cambio persona... ho studiato bene tutto ☺️
Spero vi possa piacere!

St3pNy e Marina | UN AMORE IMPOSSIBILE|.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora