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<<Louis! Sveglia! Louis!>> Si alzò di botto notando che fuori fosse ancora buio. <<Mh>> Louis cercò di rimettersi a letto ma le grandi mani di Harry lo tirarono in piedi finché non fu davanti a lui che stava buttando tutto in valigia.
Subito si ridestò strattonandolo per un braccio.
<<Harry! Che fai? E' notte hai qualche problema all'emisfero destro?>> Scherzò avvicinandosi.
Il riccio sbuffò controllando insistentemente il telefono mentre scuoteva la testa lanciandogli la sua valigia.
<<Fatti la valigia, torniamo a Londra>> Parlò sbrigativo infilandosi una maglietta con dei jeans.
Louis lo seguì a ruota continuando a stare con quel cipiglio confuso in fronte mentre sistemava le sue cose nella valigia disordinatamente.
<<Perché?>> Il riccio lo ignorò andando a lavarsi i denti e ritirare pur lo spazzolino. Louis fece lo stesso prima di bloccarlo.
<<Harry! Che cazzo succede?!>> Quello si fermò girandosi a guardarlo. Nei suoi occhi una punta di rabbia e preoccupazione.
<<In questi tre giorni mio padre si è svegliato e ha parlato con mamma. Non è d'accordo per il divorzio, non mi vuole lasciare l'azienda e sta cercando un investigatore per cercare l'altro Harry e dobbiamo torn->> Louis lo interruppe prendendogli il viso tra le mani.
<<Ehy, ehy. E' okay. Vengo con te e andiamo direttamente a casa dei tuoi, mh? Solo...>> Unì le loro fronti facendogli chiudere gli occhi <<Calmati, andrà bene>> Sussurrò sfiorandogli le labbra in un bacio silenzioso.
Uscirono dalla stanza con le valigie e Louis prese per mano Harry andando fino alla stanza dei suoi. Aprì la porta andando poi a scuotere sua madre che sobbalzò urlacchiando un <<Sono sveglia!>> che lo fece sorridere mentre anche Mark li osservava confusi.
<<Louis? Che succede? Stai male? Harry sta male?>> Si preoccupò subito Jay facendogli scuotere la testa.
<<No, no. Harry ha un problema con la sua famiglia ed è una lunga storia così torniamo a Londra>> Ovviamente Jay non era d'accordo che guidassero di notte e che Louis non restasse ma li abbracciò entrambi salutandoli.
<<Fatevi vivi più spesso>> Mormorò sulla porta prima di sospirare mentre osservava la macchina di Louis guidata da Harry sparire per la strada.
<<Torneranno>> La rassicurò Mark ma quella scosse la testa.
<<Conosci Louis. Tornerà da solo e con il cuore a pezzi>> Sussurrò lasciandosi abbracciare dal marito <<Harry sembra uno con la testa sulle spalle ma quelli come lui nascondono sempre qualcosa. Louis tornerà da solo e dovremo cambiare piumoni ancora una volta per i troppi ricordi>>

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<<Puoi calmarti per favore?>> Sospirò Louis che non era riuscito a chiudere un occhio nemmeno quando si erano fermati da Ariel per una veloce colazione gentilmente offerta.
Harry mangiava nervosamente la sua ciambella facendo su e giù con la gamba. Lo fissò male <<Come? Come sapendo che mio padre è un imbecille e che la mia famiglia potrebbe finire sulla strada?!>> Sbottò spaventando un po' Louis che prese in mano la situazione.
<<Tua madre e tua sorella, per non parlare di te, sono piene di soldi. Potrebbero benissimo riaprire tutto a stracciare Desmond con un solo schiocco di dita chiedendoti di fare da modello>> Sbuffò bevendo il suo caffè.
<<Lo so Louis ma non mi farebbe piacere investire milioni di soldi per riaprire tutto! E' lui che deve levarsi dal cazzo se mai! Giuro che taglio il cazzo a quel rosso se lo vedo!>> Louis corrucciò la fronte mentre Harry gl'intimava di lasciar perdere pagando tutto.
Lo spinse fuori dal bar e poi guidò in fretta verso casa sua. Louis guardò tutto stralunato perché si trovava davanti una villa di miliardi di dollari piena di cespugli, fiori di ogni tipo, una cazzo di collinetta da fare in macchina per salire e un recinto in fottuto argento coperto per tutta l'area.
<<Sei cresciuto in un castello>> Sussurrò Louis osservando l'enorme piscina sul retro mentre Harry girava diverse chiavi in più serrature dicendo che era la "porta sul retro". Peccato che Louis l'avrebbe più definita come portone!
Una volta entrati Louis non ebbe temo di guardare le colf in cucina, i pavimenti lucidi, il fatto che tutti dessero del signore a loro due o quante cose d'oro e d'argento ci fossero compresi i giganteschi lampadari. No, Louis non ebbe tempo perché Harry lo scortò fino ad un ascensore dove arrivarono al quarto piano della casa da dove si sentivano urla e ceramiche rotte. Quando le porte si aprirono una sala enorme venne messe alla luce e Louis boccheggiò per il gigantesco tavolo che aveva di fronte per non parlare di tutte le sedie in pelle e delle luci azzurrine. Sì, quelle era la casa dei sogni con i diavoli dentro.

Insegnami Ad AmartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora