3. Allora non lo sai

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La ragazza si sente visibilmente osservata.

"Uhm, ciao" dice lei, imbarazzata.

La ignoro all'inizio. 

"Che cavolo vuoi?" le dico poi, acida.

Mi pento subito dopo, ovviamente, ma ormai è tardi e purtroppo non sono abituata a chiedere scusa. 

Mi guarda e, con un sorriso enorme, si presenta brevemente.

"Ciao, io sono Michelle."

La guardo, questa volta attentamente. È semplicemente perfetta. I suoi capelli liscio-spaghetto le cadono fino all'addome. È bionda, sicuramente tinta, ma le stanno benissimo e non è una cosa frequente parlo io che ho un esperienza particolare con i capelli, spesso potrei usare sempre quando mi succedeva qualcosa di brutto e non riuscivo a togliere il ricordo della cosa brutta successa mi tagliavo i capelli o mi facevo un nuovo piercing in qualche modo sarei dovuta cambiare . Quando ero più piccolo essendo immatura e stupida. E soprattutto senza soldi. La cosa nuova che mi facevo era tagliarmi i polsi. Non pensavo alle conseguenze era solo una cosa da mostrare o un modo per dire ei guardate sono cambiata a causa vostra perché voi mi avete spezzato il cuore.
Ma tanto a nessuno frega niente lo stesso.
Col cuore a pezzi decisi che l'unico modo per fare notare la gente che ero cambiata era tagliarmi i capelli e tagliarneli  un bel po' Andai dal mio parrucchiere di fiducia senza dire niente a nessuno e me li tagliai di circa 30 cm. Ero praticamente rasata . Però ero figa perché il ciuffo mi donava un sacco . A tenermi i ciuffi di capelli tagliati in mano inizialmente mi preso un colpo poi pensai che avevo fatto una cazzata in fine però guardandomi allo specchio mi trovavo molto bella e figa. Il problema fu che quando tornai a casa non fu esattamente una bella esperienza.  A partire dalla faccia di mia madre, poi dalle parole molto "carine" che mi furono dette dal suo compagno e da lei stessa.
Partivano da "sembri Lesbica di merda" e finivano a "sei un cesso ora, fai schifo come la merda" con il tempo fortunatamente si abituarono o impararono a non badare più a me. Ma soprattutto non badare più alle cazzate che facevo. Perché si,ne facevo e faccio tante.

Michelle mi guarda con i suoi occhioni  verdi e le brillano mentre ci scambiamo gli sguardi. I miei occhi, invece, mirano un po' più in basso. Ha un seno abbondante che le bilancia perfettamente il corpo e mette in risalto la sua figura a clessidra.
Sembra ingenua.

Continuo a fissarla, non accorgendomi dello stato di disagio in cui l'ho messa. È immobile, come congelata. Non dice una parola, aspettando che distolga lo sguardo dal suo corpo. Ma è così difficile.

"Sono nuova" dice finalmente, rompendo il silenzio imbarazzante.

Rimango senza parole per ancora un momento.

"Allora non lo sai" borbotto, dopo la mia attenta riflessione.

"Che cosa?"

Non posso che risponderle volgarmente.

"Stocazzo!"

Sghignazzo lievemente. Lei ha una faccia confusa.

"Che sono la disgrazia che infanga la scuola perché sono lesbica", rivelo alla fine.

"Sinceramente non me ne frega un cazzo di cosa dice la gente" risponde lei calma, quasi divertita.

Esito per un momento. Nessuno mi aveva detto una cosa del genere. Nessuno aveva mai mostrato accettazione nei miei confronti. Che cosa le dico?

Rimango ancora in silenzio, mentre i suoi meravigliosi occhi verdi sono posati sul mio viso, probabilmente in attesa di una risposta.

Finalmente tiro fuori il coraggio.

"In che classe vai?" le chiedo, con voce quasi tremante.

Lei mi sorride.

"La tua stessa."

Una ragazza per meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora