31. Ho paura

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Per il resto della lezione, Kira è molto distante. Mi ignora-- ovviamente di proposito-- e insegue i due ragazzini ovunque.

Non capisco che problemi abbia. A quanto pare, non ha le palle per dirmi che cazzo vuole. Ti conviene scendere dal piedistallo, penso. Ma non glielo direi mai ad alta voce. In fondo, la amo. Credo.

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Dopo circa un'ora di allenamento, Kira, quasi come se si fosse dimenticata dell'accaduto, si avvicina con un sorriso. In tutta risposta, io continuo a fare la mia faccia da stronza. 

"Tesoro, tutto OK? Hai una faccia incazzata nera" mi dice in totale tranquillità.

Ma con quale coraggio osa chiamarmi tesoro dopo quello che mi ha fatto? 
Vorrei strozzarla senza pietà. Le piace davvero farmi irritare, o si è dimenticata del suo comportamento infantile? 

"Tutto OK" mi limito ad annuire. 

Ripenso per qualche secondo a quanto mi abbia fatto arrabbiare. Ha la faccia tosta di fare finta di nulla. Ma come si permette?

"Vorrei combattere con te, ora, corpo a corpo. Se a te va bene, naturalmente. Perché a quanto pare io non posso decidere neanche cosa posso e non posso fare" sputo acida. Mi sento sollevata. Mi sono uscite finalmente le parole di bocca. Ammetto che ho un po' paura della sua reazione, ma nonostante ciò continuo imperterrita a fissarla con il mio sguardo gelido.

"Tesoro mio, ti sono venute seriamente le tue cose o sei arrabbiata con me per la ramanzina che ti ho fatto prima?" sbotta lei. Ma che faccia da cazzo.

Borbotto qualcosa di incomprensibile, ma Kira capisce che il mio malumore è dovuto alla seconda opzione. Mi lancia uno sguardo esasperato e raggiunge i ragazzini. 

Io, frustrata e al limite della calma, esco sbattendo la porta della sala. Raggiungo gli spogliatoi.  Mi sfilo velocemente i vestiti di dosso e mi faccio una doccia fredda, per calmare i nervi.

Mi sono rotta il cazzo. Di tutto. Di Kira, della palestra. Anche di me stessa, forse. 

Lascio che l'acqua scorra lenta lungo il mio corpo. Provo a rilassarmi, ma non ci riesco. Magari la doccia fredda non è stata un'idea geniale, ma sono troppo arrabbiata per ammetterlo a me stessa. Chiudo il rubinetto e mi dirigo verso la mia borsa. Sono nuda e bagnata-- e dai, non pensate male-- ma non mi importa. Lo spogliatoio è vuoto e anche se dovesse entrare qualcuno, lo atterrerei con un pugno. Non gli conviene mettersi contro di me.

Apro il borsone e mi metto velocemente i vestiti di ricambio-- una vecchia felpa rossa e dei leggings sportivi. Metto la borsa a tracolla dopo averla chiusa e mi allaccio le amate Vans e corro verso l'uscita della palestra.

Questa volta non mi aspetto che Kira mi venga dietro. Se è arrabbiata sarà meglio così. Soffrirà di meno quando lo verrà a sapere.

Nei prossimi giorni infatti dovrò affrontare un'operazione abbastanza delicata al cuore e non è certo che riesca. Per non farla preoccupare non le ho detto niente. Per ora non ne so nulla neanche io. Sono un po' nervosa.

Eppure, Kira sapeva benissimo che non avrebbe dovuto farmi sforzare. E a causa del suo ego infinito, ha voluto fare la stronza. Tipico.

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Nei giorni a seguire mi affatico subito. Visto che di solito non succede di stancarmi così facilmente, mi rivolgo al mio cardiologo. E' stato il medico di famiglia da sempre. E' molto bravo e affidabile. Se ho un problema, se ne prenderà cura lui.

A visita fatta, il dottore mi raccomanda un'ecografia da fare urgentemente. 

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Sono arrivati i risultati! Niente di buono! Ma mantengo il tono gioioso per essere ottimista! 

...Non sta funzionando molto bene.

I dottori mi hanno comunicato che ho l'insufficienza cardiaca. Questo significa che il mio cuore è più grande del dovuto, e quindi si affatica di più. Ciò è causato dall'ipertendinosi che ho sin da piccola. Il mio cuore lavora troppo velocemente e con gli allenamenti dei giorni scorsi si è affaticato troppo. L'equipe medica mi ha tranquillizzato, e mi hanno detto che con l'operazione non dovrò temere più. L'importante è che la faccia il prima possibile. Ovvero... adesso.

Sto preparando la valigia dell'ospedale. Non so per quanti giorni mi tratterranno, ma Kira lo scoprirà prima o poi. A questo punto, meglio scriverle un biglietto per chiarire la situazione. Lei è addormentata sul divano, come ogni venerdì pomeriggio, prima degli allenamenti. Le do un bacio sulla fronte e lascio sul tavolo un foglio di carta con il mio messaggio:

Kira, in questo momento sono all'ospedale. Mi devono operare al cuore. La riuscita non è sicura al 100% ma ci sono buonissime probabilità che sopravviva. Se ti importa di me e vuoi venire, dì ai medici che sei una mia parente stretta, o non ti faranno entrare. Comunque vada ricordati che ti amo. Non piangere.

Prendo la valigia e esco di casa, con le lacrime agli occhi. Guido fino all'ospedale. Lo ammetto, ho paura.

Una ragazza per meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora