9. È semplicemente perfetta

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Adoro venire in palestra perché ho una mezza cotta per la mia istruttrice-- o Sensei, come adora essere chiamata. Naturalmente vi starete chiedendo che cavolo di sport faccio-- possiamo dire che è una specie di arte marziale. A volte facciamo corpo a corpo e a volte combattiamo con la katana. Sembra strano, ma è divertentissimo. Soprattutto, mi aiuta a scaricare la tensione.

Kira, la mia istruttrice, è l'incarnazione della perfezione.

La prima volta che ci andai fu giorno dopo la morte di mamma, decisi di prendermi le mie responsabilità e di non piangermi più addosso.

Mi dissi che per sfogare tutto lo stress accumulato sarei dovuta andare in palestra. Avrei dovuto trovarne una nuova, però, in modo da garantire l'anonimato. Se avessi rimesso piede in quella vecchia, avrei solo sofferto di più. Anche mamma frequentava la stessa palestra. Ci conoscevano tutti lì, e non ero pronta a sentire le persone farmi il terzo grado su dove fosse finita. Ricominciare da zero sarebbe stato più facile.

Guarda caso, non lontano da casa mia aveva aperto una nuova palestra. Decisi di andare a dare un'occhiata.

Mi vestii in modo adeguato e, borsone in spalla, raggiunsi il posto, non distante dal mio palazzo. Entrai e chiesi informazioni sui corsi. La receptionist fu molto carina e disponibile. Mi spiegò dove fossero i bagni e gli spogliatoi e mi disse che in quel momento c'era un nuovo corso di difesa personale. Bene, pensai, sono nel posto giusto per sfogare la rabbia. Mi diede la possibilità di fare una lezione di prova, poiché l'istruttrice era libera. Senza pensarci su accettai, e oltrepassai le porte della sala gigante circondata da specchi.

Cercai l'istruttrice, ma non vedevo nessuno che aveva l'aria di essere lei. Fermai la prima persona che incontrai: un uomo robusto, molto probabilmente il personal trainer di un ragazzo che si stava allenando non lontano da lui.

"Scusa, per il corso di difesa personale?" gli chiesi.

"Ah, cerchi la nuova istruttrice. E' di sicuro fuori a fumare, ti consiglio di aspettarla qui" mi rispose, quasi sorpreso di trovare qualcuno interessato a lei.

Dopo aver passato 10 minuti a guardare la gente che si allenava, senza un segno della mia insegnante, mi stavo annoiando. Non sapevo se aspettare ulteriormente o se dovessi andarmene a casa. Stavo per sedermi su una poltroncina quando vidi entrare una ragazza dai capelli scuri, che le arrivavano sopra le spalle. Era vestita-- beh, vestita è una parola grossa-- con un top sportivo nero e dei pantaloncini corti molto attillati. Era molto formosa, e lo mostrava orgogliosamente con il suo outfit vedo-non-vedo. Sulle spalle aveva una giacca di pelle, senza essersi infilata le maniche. Ah, dimenticavo: era bellissima.

Notai che aveva riposto un pacchetto di sigarette nella tasca della sua giacca. Ero quasi sicura che fosse lei quella che stavo cercando.

Mi avvicinai alla ragazza e la fermai.

"Ciao, ehm-- piacere, Max. Sono qui per l'allenamento di... difesa personale?" le dissi, come se non ne fossi sicura neanche io. Estesi la mano destra verso di lei, cercando di stringere la sua.

In tutta risposta, lei continuava a fissarmi con un'espressione che sembrava voler dire e sticazzi non ce li piazzi?

Sorrisi molto imbarazzata. Pensai di aver sbagliato persona. Stavo per scappare mortificata, quando la ragazza estese la sua mano e abbassò la mia, quasi stranita dalla mia formalità.

"OK, Max. Se ti cambi possiamo iniziare. Premetto che ti farò sudare molto, quindi metti qualcosa di leggero, che non ti limiti il movimento" disse finalmente.

Io, ancora imbarazzata, trovai il coraggio di confessarle che gli unici indumenti che avevo quel giorno erano gli shorts e la maglietta che indossavo.

"Sotto ho solo il reggiseno sportivo" rivelai, in imbarazzo.

"E che problema c'è? Togli la maglietta e rimani in reggiseno. Tanto," mi disse, mentre mi squadrava da testa a piedi, "non è che hai molto da mostrare, eh" ridacchiò.

La guardai, senza riuscire a risponderle.

"Senza offesa, eh. Io sono diretta."

Ha un caschetto sbarazzino che le arriva al mento e un ciuffo che si soffia costantemente via dalla fronte. I suoi capelli corvini le mettono in risalto gli occhi chiari, leggermente a mandorla. Ha un corpo da paura, nonostante fumi come una turca e mangi quello che cazzo le pare: è semplicemente perfetta.

Entrò nello spogliatoio subito dopo il mio arrivo. Sono leggermente in ritardo, quindi mi scuso con lei prima di andarmi a cambiare. Kira mi guarda e aggrotta lievemente le sopracciglia, senza darmi una risposta. Dopo aver tirato fuori dalla borsa un pacchetto di Marlboro, esce per la solita pausa sigaretta.

Non sembra importarle nulla del mio ritardo; anzi, almeno le ho dato un opportunità di andarsi a fare del male fumando.

Nonostante puzzi costantemente di fumo è sempre più attraente. Si veste sempre... poco coperta. Sarà per l'allenamento.

Una ragazza per meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora