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La vacanza non stava andando come avevo pianificato, mancava il lato romantico a cui avevo auspicato. Dovevo persino obbligare Trey per farmi dare un bacio! Avevo creduto che, essendo da soli, si sarebbe lasciato andare alla passione o, per lo meno, ai sentimenti; invece, iniziavo a dubitare che provasse davvero qualcosa, e il tutto mi stringeva lo stomaco in maniera terribile.

Rischiavo di crollare da un momento all'altro.

Con i miei genitori si limitava a parlare l'indispensabile, ma quello era comprensibile, il problema era che non era espansivo neppure con me. Nemmeno la notte passata era stata come l'avevo fantasticata. Avevamo dormito. Nulla di più. Certo, non mi ero aspettato chissà cosa, ma anche le smancerie erano state pochissime.

Avevo subìto per due giorni il suo essere scostante e non ce la facevo più. Dovevo fare chiarezza, ma avevo paura della sua reazione o che mi lasciasse, e non volevo sperimentare quel dolore. Però ero davvero arrivato al limite.

«Ne vuoi un altro?» Alzai il bicchiere, ormai vuoto.

«No, sto bene così.»

Mi sforzai di sorridere e gli allacciai le braccia al collo, giocando con le dita sul bicchiere in plastica. La musica era attorno a noi, rimbombava, penetrava nelle ossa e io volevo ballare sulle note di quelle canzoni tormentoni dell'estate assieme a Trey. L'avrei fatto cedere, gli avrei aperto gli occhi su di noi, a costo di flirtare spudoratamente e mettere in atto tutti gli insegnamenti di Rory.

Trey appoggiò le mani sulla mia vita, ma quello servì più che altro a mettere una distanza fissa tra noi. Provai a spingermi di più contro di lui, allungai il viso per stampargli un bacio, ma mi concesse soltanto uno sfiorare delle labbra.

Ero indeciso se piangere o picchiarlo, benché protendessi di più verso la prima opzione. Davvero, mi stava mettendo a dura prova. Gli avevo aperto le porte al mio passato, alla mia vita, al mio cuore, e lui mi ripagava in quel modo. Mi sentivo usato e tradito.

Una mano picchiettò sulla mia schiena, era Leo. «Avete visto Rory?»

Mi staccai da Trey con un sospiro. «Pensavo fosse con te.»

Si passò una mano tra i capelli troppo corti per essere spettinati. «Credo che mi abbia scaricato.» Non era da Rory rinunciare a una nottata di divertimento garantito, ma potevo ben immaginare il motivo per cui Leo fosse rimasto a secco. «Dato che non sta più con te, speravo di avere una chance» continuò, «ma a quanto pare il problema sono proprio io.»

Non potevo confidargli che, al momento, il cuore di Rory era rapito da un'altra persona, soprattutto se quella persona era Warren. I due avevano fatto pace, ma si erano comunque evitati, e avevano ragione a comportarsi in quel modo: non erano amici, nemmeno si conoscevano. Perciò, tenni per me i sentimenti di Rory e scrollai le spalle.

«Mi spiace.»

«Che ingiustizia...» disse e se ne andò.

Fui di nuovo da solo con Trey, lo vidi perso nei suoi pensieri, lontano da me, dalla festa in spiaggia. Da tutto. Non voleva trovarsi lì.

Decisi di tornare all'attacco. Lo afferrai per un braccio e lo spinsi tra la folla che si trovava nel bel mezzo della pista improvvisata sulla spiaggia, lasciando il bicchiere vuoto vicino a un ombrellone. Mi attaccai a lui, inserii le dita tra i passanti della cintura dei suoi jeans e lo strattonai contro di me, mostrando un'espressione parecchio loquace. Gli baciai il volto, una palpebra, poi l'altra, scesi col fiato sulle sue labbra e attesi qualche attimo per farle mie.

«Kevin...»

Voleva fermarmi, lo capii dalla voce tremolante, ma io non glielo avrei concesso.

«Ragazzi!» Purtroppo venni bloccato da Warren, che dava l'impressione di non essere affatto sobrio. Difatti, cominciò a ridere senza un motivo e diede a Trey qualche pacca sulla schiena «Che cazzo ti è venuto in mente per rifiutare i piaceri del sesso femminile per il culo di un maschio?» continuò a ridere, assestando colpi sempre più forti.

Come Guardare il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora