Stavo facendo più nodi che altro mentre mi rigiravo la treccina tra le dita, ma era l'unico modo per rimanere concentrato di fronte a quel dannato libro dalle scritte troppo piccole e dalle infinite pagine. Perché dovevo studiare materie che non mi interessavano e non solo quelle che preferivo? Alzai gli occhi su Kevin, di fronte a me, anche lui impegnato a studiare, poi squadrai Lottie e Trey: la prima era sdraiata sul divano, il secondo era di fianco a noi.
Eravamo tutti sulla stessa barca: i parziali stavano arrivando.
E per Lottie la faccenda era ancora più grave: le mancavano soltanto due esami alla laurea in Giurisprudenza, poi chissà che fine avrebbe fatto, chissà quale lavoro avrebbe trovato, se sarebbe rimasta a vivere con noi... Ero felice per lei ma anche immensamente triste, perché sarebbe andata avanti per la sua strada, mentre noi rimanevamo degli studenti alle prese con nozioni più o meno complicate da dover apprendere.
Incrociai le braccia e vi poggiai il mento, trovando davvero scomodo leggere da quella posizione. Dondolai le gambe avanti e indietro e presi a giocare col braccialetto che Warren mi aveva regalato per il compleanno, ormai passato da un paio di settimane. Era d'argento, aveva ciondoli che rappresentavano lune, soli e stelle, e c'era anche un brillante rosa su ognuno di essi. Warren mi viziava da morire e io amavo essere viziato.
Il telefono vibrò e feci un balzo. Allungai il collo, sperando che fosse proprio lui che mi salvava dal supplizio dello studio, invece mi paralizzai. L'ossigeno mi gonfiò i polmoni, ma non aveva alcuna intenzione di uscire, il cuore pulsò facendo trepidare l'intero corpo.
Non è possibile.
«Rory?»
Kevin mi guardò stranito, ma io non capivo più niente, le mie iridi si spostarono da una parte all'altra della stanza, pregando che la vibrazione cessasse.
«Chi è?» domandò ancora il mio amico.
Mi passarono per la mente infinite immagini, troppe domande, nessuna risposta. Quelle che cercavo erano proprio lì, in quel cellulare che, a breve, sarebbe tornato muto. La mano scattò e fece scorrere la cornetta verde sullo schermo.
«...pronto?»
L'avevo pronunciato ad alta voce?
«Ciao, Gregory.»
Fu come se l'ultima volta che avevo sentito quella voce fosse stato il giorno precedente. Bassa e un po' roca, calda ma autorevole. Mi aveva riempito di complimenti prima di trasformarli in insulti e, infine, solo silenzio. Cinque anni di vuoto. Pensavo di averla dimenticata, invece era ancora vivida in me.
Non mi resi conto che gli altri mi stavano fissando fin quando Kevin non mi strinse un braccio. Alzai gli occhi su di lui, ero terrorizzato. Perché avevo risposto?
«Gregory? Ci sei?»
«Papà...» soffiai.
Le espressioni dei miei amici mutarono all'istante, persino Lottie abbandonò i libri.
«Come stai?» domandò lui.
«Adesso mi chiedi come sto? Davvero? È un po' tardi.» Lasciai che fosse la lingua, come al solito, a comandare. Era inutile provare a pensare, non ci sarei riuscito e avrei fatto unicamente scena muta.
«Lo so, Greg. Non ti ho chiamato per litigare.»
«Pensavo che non esistessi più per voi.»
«Era così, non posso darti torto.»
Mi si strinse la bocca dello stomaco, mi alzai stridendo la sedia e camminai avanti e indietro lungo il corridoio, allontanandomi dagli altri. «Che vuoi, papà? Perché mi chiami dopo cinque anni!» gridai.
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Come Guardare il Sole
Romance[Completa - Gay/BoyxBoy] Trey è un ragazzo introverso e impacciato, da sempre accompagnato dalla solitudine, che decide di rivoluzionare la sua vita ricominciando da capo all'università, ma un incidente lo obbliga a saltare il primo semestre. Sconfo...