31. Mattia

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Mi stendo accanto a Noa e rimaniamo in silenzio a osservare il soffitto per metabolizzare la situazione.

Dopo un po', il mio amico si volta verso di me e inizia a giocare con una ciocca dei miei capelli corti. «Mi racconti adesso come ti sei fatta male al piede?»

Sollevo la gamba sinistra e scosto il jeans per rivelare la fasciatura. Dovrei mettere del ghiaccio per attutire il gonfiore. «Ho preso una storta stamattina mentre correvo.»

«Ecco perché mi avevi chiesto il passaggio per l'uni. Come mai sei andata?»

Sospiro e abbasso nuovamente l'arto sul letto prima di rispondere. «Il professore Sciuto voleva parlarmi. C'è una probabilità molto alta che non mi mettano la lode.»

«Cosa? Per quale motivo?» domanda, appoggiandosi sul gomito per guardarmi con un'espressione stupita.

«Ti ricordi il docente di Scienza delle costruzioni? L'ingegnere Bonanno? A quanto pare non gli sta bene che qualcuno che ha preso ventitré nella sua materia prenda il massimo dei voti.» Cerco di mantenere un tono calmo, ma la mia voce vacilla nelle ultime parole.

«Ma lo sa che hai finito la tesi mesi prima dell'ultima materia? E allora io? Con quanto dovrei uscire secondo lui? Roba da matti.»

«Pensa il lato positivo. Se riesci a laurearti nella prossima sessione non ci sarà» dico, tentando di alleggerire l'atmosfera.

Non devo dargli troppo peso, l'importante è terminare il percorso e partire.

«È assurdo» decreta con voce alterata, «Non gli bastano i cinque anni della nostra vita buttati nel cesso?»

«A quanto pare no.»

«Qui ci vuole della cioccolata per soffocare il dolore.»

«Ho mangiato un tortino al cioccolato prima di venire qui» confesso.

Sorride. «Devo ammettere che Elia sa il fatto suo. Tu sei triste e ti porta a mangiare un dolce per tirarti su di morale. È una mossa astuta per farti capitolare ai suoi piedi» sentenzia, portandosi le braccia al petto.

«Lo ha fatto solo perché era preoccupato per me» mi ritrovo a enunciare senza un motivo ben preciso, «Cioè, sì, possibilmente lo ha fatto anche per fare colpo, ma non era quello il primo fine. Lui voleva solo farmi ridere.»

«Bene, il gemello buono acquisisce dei punti. Sono molto curioso di conoscere Enea» afferma il mio amico, dandomi una leggera gomitata per stuzzicarmi.

«Beh, potrebbe piacerti se il ragazzo schietto e imprevedibile è il tuo tipo.» Mi mordo il labbro inferiore, insicura. «Un po' come il tipo scuro che è venuto alla tua festa...»

«Se è come lui, e lo capirò subito quando lo vedrò, ti prenoto il viaggio per Copenaghen anticipato senza il biglietto di ritorno.»

Mi volto su un fianco e fisso il suo profilo perfetto e armonioso. «Ne vuoi parlare?»

Emette un profondo respiro prima di portare i suoi occhi azzurri su di me. «Non c'è molto da dire. Io mi sono allontanato e lui non accetta la mia decisione.»

Si morde l'interno della guancia e capisco che c'è qualcosa che lo turba, tuttavia rimango in silenzio per rispettare i suoi spazi.

«Parliamo di cose altrettanto serie. Cosa facciamo venerdì per il tuo compleanno?» mi chiede mentre afferra un cuscino e lo porta dietro la testa.

«Quello che facciamo ogni anno: cenone a casa Amato. La mamma si darà alla pazza gioia, sostiene che i venticinque anni siano importanti.»

Il mio telefono inizia a squillare e, riluttante, inizio a cercarlo nei meandri del mio zaino ai piedi della sedia. È mio fratello.

Divisa a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora