Osservo gli occhi di Enea riflettere un'incertezza sottile che tenta di mascherare con la sua solita corazza. È confuso e credo stia cercando di rimembrare un ricordo sfuggente che non riesce a focalizzare.
Socchiudo le labbra per dirgli almeno che ci conosciamo, ne sento un bisogno viscerale, ma un braccio mi circonda le spalle e sussulto per la sorpresa.
«Vi siete conosciuti in ospedale» afferma mio fratello con la voce impastata per via dell'alcool, aumentando la sua presa su di me in modo protettivo. «È la mia sorellina, Enea, stai attento.»
Non posso vedere il suo viso, però immagino i suoi occhi grigi fissi su quelli del ragazzo di fronte a noi.
Enea sogghigna divertito. «Tranquillo, Amato, non sono io il gemello a cui devi fare le raccomandazioni.» Mi lancia un'ultima occhiata prima di voltarci le spalle e dirigersi verso il nostro tavolo.
Appena si allontana abbastanza, do una gomitata a Mattia nello stomaco, fulminandolo con lo sguardo. «Che ti salta in mente?»
«Ti conosco troppo bene. Stavi per dirgli tutto, menomale che ho sentito la conversazione. Deve essere lui a ricordarsi gli avvenimenti, altrimenti rischi soltanto di peggiorare la situazione. Ti sei dimenticata delle parole del medico?»
Fisso la sua espressione seria prima di abbassare lo sguardo sulle mie scarpe e prendere un profondo respiro per eliminare il groppo che sento dentro. Solitamente sono io quella ragionevole, ma mi sento sopraffatta. Non posso fare nulla per cambiare quello che è successo, e questa impotenza mi sta divorando lentamente, entrando in profondità in maniera quasi subdola tanto è silenziosa.
«No, certo che no. Starò più attenta.»
Mattia mi dà un buffetto sulla guancia e io alzo lo sguardo sul suo viso per trovare nelle sue iridi un po' di pace.
«Sicura di non volere un goccetto? Lo so che bevi solo quando sei adirata, ma credo ti possa aiutare un po' stasera. Puoi stare tranquilla, ci sono io con te.»
Avvicino di più il mio corpo al suo e appoggio la testa sul suo petto. «Hai ragione. Meglio sbronzarsi.»
Vorrei che il mio cervello si spegnesse anche solo per poche ore. Le emozioni altalenanti di questa giornata mi stanno soprassedendo.
«Comunque, perché quella frase pungente non necessaria?» gli chiedo confusa.
«Non ho potuto dirglielo quando avrei dovuto, quindi ho colto l'occasione ora vista la nuova possibilità. La mia sorellina non si tocca senza il mio consenso.» Mi prende a braccetto e mi trascina dagli altri.
Le sue parole colpiscono nel profondo. Non ho mai considerato l'incidente come una seconda opportunità per agire in modo diverso, come se avessi una seconda chance per rimediare alle mie scelte passate. Forse è un ragionamento che devo elaborare con più calma in un altro momento.
Mi siedo accanto a Elia che sta parlando con Melissa e guardo mio fratello mentre ordina una bottiglia di Jack Daniel's. Il cameriere ritorna poco dopo e posiziona i bicchierini davanti a ognuno di noi.
«Signori, è arrivato il pezzo forte della serata» afferma Mattia mentre svita il tappo. Si alza e inizia a versare il liquido ambrato.
Alzo le palpebre e mi ritrovo addosso gli occhi profondi di Enea che continuano a scrutarmi con insistenza proprio di fronte a me.
Respira.
«Pensavo che per oggi avessi finito» mi domanda Elia, richiamando la mia attenzione su di lui. «Non sei costretta a bere se non vuoi.»
«Tranquillo, lo so, però penso che qualche bicchiere non mi possa nuocere. E poi, ci sei tu pronto a difendermi dagli attacchi dei malintenzionati.» Sollevo gli angoli della bocca e gli colpisco la spalla con la mia.
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Divisa a metà
Chick-LitPrefissarsi degli obiettivi, per qualcuno di noi, è indispensabile per affrontare le giornate e mantenere i nervi saldi. Ciò è quello che pensa Carla Amato, studentessa di ingegneria dell'università di Catania che ha programmato la sua vita da quand...