Capitolo 21

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“Tesoro..”
“Si?”
“Ho malissimo ai piedi.”
“Di già? Amore ma siamo appena usciti di casa!” protestò Jefferson guardando il compagno.
“Ma io ho male ai piedi!” piagnucolò l'avvocato facendo il broncio. Il moro levò gli occhi al cielo.
“Tieni papone!” sorrise Grace allungando un paio di crocs di un giallo imbarazzante all'ex monarca.
Padre e figlia attesero pazientemente che Albert si cambiasse le calzature.
Se continua così tra un po' servirà una carriola per portare in giro la pancia. Meno male che tra poco partorisce.. Pensò Jefferson preoccupato osservando l'enorme pancione.
“Oh, decisamente meglio!” sorrise Spencer rimettendosi in piedi.
La bambina si avvicinò al patrigno ed appoggiò la fronte alla pancione.
“Andiamo alla fiera, contenti? Fate i bravi però, altrimenti i papà si arrabbiano!” disse la biondina, mentre i padri la osservavano sorridendo dolcemente.
L'ex cappellaio matto prese per mano la figlia ed il compagno ed i tre si incamminarono verso quello che si preannunciava un pomeriggio pieno di divertimento.

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“Nonno?”
“Si Henry?”
“Sai per caso cosa deve fare ma' oggi? È uscita di casa dicendo cose irripetibili sulla madre superiora e la mamma aveva la faccia di qualcuno che vuole lanciare un'altra maledizione..”
Snow represse un sorriso.
“Non ne ho idea caro, ho sentito Lauren al telefono ieri sera e mi sembrava alterata, ma non ci ho capito granché..” rispose David grattandosi la testa “Tu tesoro ne sai
qualcosa?” chiese poi rivolto alla moglie.
“Non saprei, non mi ha detto nulla..” mentì Snow. Nonno e nipote si scrollarono nelle spalle.
“Quando arriva Grace posso staccarmi?” chiese nervosamente Henry.
“Certo, ma prima facciamo un giro noi tre. E magari troviamo una delle tue mamme e capiamo in che guaio si è cacciata Blue.” sorrise Snow.
Mentre moglie e nipote si dirigevano verso uno stand di giocoleria, lo sguardo di David fu catturato da una figura ormai familiare che entrava in quel momento nell'area della sagra.
Il biondo, d'istinto, alzò la mano per salutarlo, ma gli occhi di Killian lo oltrepassarono come se non esistesse e il moro si girò verso il fedele amico Spugna, prima di sparire nella folla.
Il biondo abbassò la mano ed il volto, sconfitto.
“Caro.. non puoi forzare le cose. So che per te è semplicemente una complicazione, ma prova a pensare a cosa sta passando lui in questo momento..” disse Snow sottovoce carezzando la spalla del marito.
“Lo so, vorrei solo.. Poter fare qualcosa.” ribatté il biondo.
“Ora non è il momento e lo sai.. Senti perché non ne parli con Archie? Forse la sua saggezza potrà esserti di aiuto.” rispose la moretta, gettando uno sguardo verso il nipote, apparentemente incantato davanti ad un mangiafuoco.
“Archie non apre prima di lunedì..” rispose debolmente David. La moglie gli sorrise.
“A dire la verità ha uno stand anche lui qui in fiera, consigli ad offerta libera. Perché non vai a trovarlo subito prima che arrivi tutta la città? Tu ti sfoghi e senti che ha da dirti, in più aiutiamo la città a rimettersi in piedi.” disse Snow, sempre pratica.
“Ottimo!” sorrise il biondo “Oh, ma aspetta.. tu ed Henry?” aggiunse poi guardando il nipote.
“In questa città è impossibile non trovare almeno una delle mie amiche, inoltre ho intravisto Grace con i suoi e vedrai che prima o poi fugge da lei!” rispose la moretta strizzandogli l'occhio.
David sorrise, allungò qualche banconota al nipote e sparì tra la gente di Storybrooke.
“Nonna, ho visto che è arrivata Grace..” disse Henry guardandosi le scarpe.
“Vai pure tesoro. Ma ricordati di salutare tuo padre e le tue madri, quando li trovi. Oh, e fatti vedere anche da me o dal nonno, ogni tanto!” strillò Snow ad un Henry ormai lontano.
“Si nonna..” urlò Henry prima di allungare il passo verso la biondina.
Qui ci sono fin troppi parenti! Pensò il ragazzino.

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“Mi spiegate chi ACCIDENTI sta mettendo questa orribile musica techno? Non è stato autorizzato!” strillò Blue agitando ferocemente un plico di fogli, in piena crisi di nervi. Mannaggia a lei quando si era presa in carico l'organizzazione della sagra.
“Non ne abbiamo idea, madre superiora..” rispose terrorizzata una fatina novizia, rendendosi conto troppo tardi che le sue consorelle erano sparite lasciandola da sola con Blue.
Da uno stand a pochi metri di distanza due enormi casse spettinavano ritmicamente la pletora di teenagers e bambini entusiasti e danzanti mentre un ometto scarno e non particolarmente avvenente si contorceva dietro la consolle urlando 'Muovi!' e 'Su le mani!' ad intervalli regolari. Un ragazzino piccolo di statura e dagli occhi enormi correva avanti e indietro sistemando strumenti.
“CHI È QUESTO PAZZO? VOGLIO SAPERE CHI È!” strillò nuovamente Blue.
“Ehm.. la lista dice 'Julian Catta, stand discoteca'.” balbettò la novizia.
“Stand discoteca? E chi l'ha autorizzato?” chiese sgomenta la fata turchina scorrendo tra i fogli.
“Lei, madre superiora..” le interruppe una voce. Le due fate si girarono.
Un ometto tarchiato con i capelli brizzolati allungò cortesemente il permesso firmato a Blue.
“E lei è..?” chiese la madre superiora spiegando i fogli.
“Maurice. Maurice Catta.” disse l'uomo con un inchino.
“Oh, Sig. Catta anche lei? È per caso fratello del Sig. Catta che sta mettendo i dischi?” chiese timidamente la novizia, mentre Blue la fulminava con lo sguardo. La fatina novizia decise di ignorarla.
“Cugino. Sono il cugino.” sospirò l'uomo, che non sembrava per nulla contento della parentela.
La novizia sorrise comprensiva osservando il dj che al momento sembrava in preda ad un attacco epilettico.
Che curioso modo di danzare.. pensò la fatina.
Blue esaminò con cura il foglio, sorpresa di trovarci la propria firma.
Ma quando ho firmato una cosa simile? Io non me lo ricordo! Pensò la fata, poi la memoria tornò ad un pomeriggio arroventato in casa Glass e ad una telefonata in un momento decisamente inopportuno.
Ora ricordo, era quel cretino fastidioso che non mi mollava più al telefono, mentre io e Sid stavamo.. si, devo avergli detto di chiamare in convento per togliermelo dai piedi.. Ricordò Blue arrossendo.
“Mi rinfreschi solo la memoria, gli accordi non li avete presi con me personalmente, è corretto?” chiese Blue, iniziando a ricomporre i pezzi. Aveva firmato alcuni permessi di cui non si era occupata personalmente, indubbiamente il foglio che aveva tra le mani era uno di questi.
“No, così a memoria direi di aver parlato con la consorella Tinkerbell.” disse l'uomo.
Maledetta verdognola, questa me la paga! Pensò irata la fata, poi la memoria tornò nuovamente a Glass e la suora arrossì.
“Bene, bene.. mi perdoni, sa, con tutte questi stand..” balbettò Blue paonazza, mentre la novizia e Maurice la osservavano con curiosità.
“Blue! Cosa accidenti..!” una voce impetuosa e molto irata scosse la turchina da pensieri impuri ed i tre si girarono verso la nuova arrivata.
Una volta individuata la sorgente di tanta furia l'uomo e la novizia scomparvero d'incanto, grati al fato di non essere, almeno per una volta, bersaglio d'astio altrui.
Maledizione, è arrivata veloce come un fulmine! Pensò Blue soddisfatta di sé stessa.
“Signor sindaco, cosa posso fare per lei?” sorrise Blue, preparandosi psicologicamente alla valanga di ingiurie che le sarebbero inevitabilmente piovute addosso.
Sarà meglio che questo piano funzioni alla svelta o ci ritroveremo con un'altra maledizione, come minimo! Pensò la fata.
“Non faccia la finta tonta! Si può sapere che cosa le è saltato in mente?!” sibilò la Cabello cacciandole un plico di fogli in faccia.
“Non capisco di cosa parli..” disse Blue con calma, fingendo di leggere l'elenco alla ricerca di una risposta.
“Parlo dello stand 27!” ringhiò Camila, furente.
“Stand 27, stand 27.. Ah si, lo stand dei baci!” la suora proseguì facendo la finta tonta e scorrendo con l'indice fino al punto incriminato “Che problema c'è?” chiese poi guardando il sindaco negli occhi con fare affabile.
“Lauren Jauregui! Lauren Jauregui! Ecco qual'è il problema! Lei ha assegnato lo sceriffo Jauregui allo stand dei baci!” quasi urlò Camila.
“Si, è corretto.” sorrise candidamente Blue. Questo piano era decisamente piacevole da eseguire.
“Lauren Jauregui! Ma si rende conto?!” proseguì imperterrita Camila.
“E qual'è il problema?” chiese la fata aggrottando le sopracciglia.
Il sindaco si bloccò, boccheggiando alla ricerca di una scusa plausibile. Blue, da suo conto, ebbe l'accortezza di non riderle in faccia.
“B..beh, ecco.. lo sceriffo Jauregui ha un figlio. Mio figlio! Nostro figlio! Che esempio diamo al nostro bambino?” balbettò Camila.
“Ma è solo qualche bacio.. Suvvia, non sia così pudica.. e glielo dice una suora! E poi è per beneficenza, il bambino capirà, è un ragazzo, ormai.” sorrise Blue.
“Qualche bacio a mezza città! Ma ha visto che fila c'è in attesa dell'apertura?” replicò Camila, paonazza.
In effetti la notizia che la Jauregui avrebbe concesso un bacio a chiunque avesse fatto una donazione aveva smosso un consistente numero di single, decisi più che mai a sostenere la causa benefica.. qualunque essa fosse. L'ordinata ed eterogenea marmaglia in attesa che la piccola baracca aprisse era guidata da Neal Cassidy che, sbarbato di fresco e stranamente vestito elegante, si stava sprayando da mezz'ora la lingua con un deodorante al mentolo.
Tu.. tu sarai il primo a subire la mia ira e soffrirai più di tutti! Pensò Camila stringendo gli occhi con odio.
“Ottimo, è una buona notizia per le donazioni! Pensi, le casse del comune saranno parzialmente rimpinguate dal contributo dei nostri volenterosi concittadini!” sorrise angelica Blue.
Se la Jauregui ha attirato così tanta gente mi chiedo quanta ne possa attirare Ruby. Devo chiedere alla signorina Lucas se il prossimo anno sarebbe disposta a darci una mano.. pensò Blue.
Ma stiamo scherzando? Questa bigotta turchina fino all'altro ieri vomitava solo al vedere una coppia felice e ora che si diverte con Sidney crede di avere il diritto di svendere la mia Lauren a mezza città?! Pensò Camila, schifata.
“Questa cosa non è igienica!” strillò la Cabello agitando i pugni.
“Senta, non vedo cosa ci sia di male a..” proseguì imperterrita la fata.
Camila Cabello entrò di prepotenza nello spazio personale della suora interrompendo il monologo e la fulminò con lo sguardo.
“Mi ascolti bene. La Jauregui non è la persona adatta e lei la rimuoverà all'istante da questo incarico. Trovi qualcun altro per questa compravendita di carne!” sibilò Camila.
Blue fece istintivamente un passo indietro.
Gelosa è gelosa, non c'è dubbio.. pensò la fata deglutendo.
“Ma chi potrei..? Così, all'ultimo minuto..” balbettò la suora.
“Potremmo chiedere a Glass. È sempre così cortese e disposto ad aiutare..” sorrise Camila con un lampo maligno negli occhi.
Il viso di Blue divenne di un curioso miscuglio di verde schifo e rosso vergogna.
“C-credo.. Credo che il Sig. Glass sia diversamente impegnato.. Ma non si preoccupi, troverò immediatamente un sostituto.” balbettò la suora.
“Bene, lo faccia. Io intanto vado a salvare la Jauregui da questa mandria di bifolchi.” disse Camila, poi sparì a passo svelto verso la baracca ancora chiusa.
Blue sospirò sollevata per lo scampato pericolo, poi afferrò il telefono ed avvisò via whatsapp le altre cospiratrici.
-operazione camren iniziata!-
La suora fece un cenno all'uomo che stava sistemando le ultime decorazioni allo stand delle suore ed attese che si avvicinasse.
“Ha presente quel favore di cui le avevo parlato?” chiese Blue, melliflua.
“Si?” chiese Gongolo.

A Little Bit Pregnant (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora