Capitolo 14

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Sidney Glass stava editando un articolo nella quiete di casa propria quando suonò il campanello.
Ma chi può essere? Pensò Glass grattandosi la testa. Si era preso una mezza giornata per sistemare alcuni lavori e non aspettava certo visitatori.
Aprì la porta e si trovò davanti Blue, paonazza in viso e con una luce negli occhi che non le aveva mai visto prima.
“Blue! Prego, si accomodi..” disse Glass confuso, facendo spazio alla nuova arrivata. La mora entrò senza dire una parola e si tolse il cappotto, appoggiandolo su una sedia.
“Non l'aspettavo prima di giovedì per il bollettino settimanale, è forse successo qualcosa?” chiese preoccupato il giornalista riempiendo il bollitore per il tè.
Una mano dalle dita affusolate si appoggiò sulla sua e gli tolse gentilmente il bollitore di mano, appoggiandolo a fianco del lavello.
Glass si girò confuso e stava per porre una domanda quando la fata lo tirò a sé senza troppi complimenti ed incollò le labbra alle sue.
Sidney non provò nemmeno ad opporsi ed appoggiò le mani sulla vita di Blue sorpreso ma per nulla dispiaciuto, mentre il bacio si faceva sempre più appassionato.
Cosa diavolo sta succedendo? È un'altra maledizione? È impazzita?
Smise di porsi domande quando sentì le mani di Blue armeggiare con la sua cintura.

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Camila si aggirava per casa passando nervosamente da una pentola all'altra, con la speranza che le varie pietanze che ingombravano i fornelli accesi potessero darle le risposte che cercava.
Erano passati giorni dal quasi bacio con Lauren e, come sempre da qualche mese a questa parte, entrambe avevano preferito ignorare totalmente l'accaduto, anche se ogni giorno diventava più difficile.
E se me lo fossi immaginata? Non posso rovinare tutto per una sensazione, non posso fare questo a Lauren ed Henry. Da quando abitiamo assieme l'atmosfera è così rilassata ed Henry sembra così felice! Poi la salvatrice e la regina cattiva, che idea assurda..
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da un scheggia umana che si catapultò verso di lei togliendole il fiato.
“Mammaaaa!” strillò Henry sorridendo con tutti i denti che aveva, poi sciolse l'abbraccio e annusò l'aria densa di deliziosi profumi.
“Ciao tesoro!” rispose Camila riprendendo fiato e sorridendo al figlio.
“Mamma, ma hai fatto da mangiare per un esercito!” disse il piccolo, saltellando felice.
Camila gli scompigliò i capelli e lo guardò scomparire oltre la cucina.
“Henry, non correre!” rimproverò la bruna dalla cucina, la sua voce che si univa a quella di Lauren in un unico coro. La corvina fece il suo ingresso in cucina in uniforme, privando temporaneamente il sindaco di qualsiasi capacità cognitiva.
“Buonasera! Chi hai invitato a cena?” chiese la Jauregui annusando l'aria, sul volto la stessa espressione estasiata di Henry poco prima.
“Siamo solo noi tre, come al solito. Ho pensato di preparare qualcosa di speciale e quello che avanza pensavo di congelarlo, cosa che non è scontata vedendo il tuo appetito e quello di Henry..” scherzò Camila, gli occhi che tornavano sulle pentole per controllare la cottura dei cibi.
“Spiritosa!” disse Lauren rivolgendole un finto sguardo minaccioso e sciogliendo il nodo della cravatta dell'uniforme, inconsapevole degli occhi di Camila incollati su di lei.
“Oh, quasi dimenticavo!” esordì Camila scuotendosi da pensieri altamente inappropriati ed allungando alla corvina una busta di carta dal bancone. La corvina prese la busta aggrottando la fronte e l'aprì, le gemme verdi che si dilatavano a dismisura dallo stupore.
“Ma queste sono..” balbettò Lauren, la gola improvvisamente stretta in una morsa di commozione.
“..Le chiavi di casa. Dato che starai qui è più pratico se puoi entrare ed uscire quando vuoi, giusto?” sorrise Camila, sorpresa e sopraffatta dalla commozione di Lauren. La corvina le sorrise con gli occhi lucidi e un sorriso tanto caldo da sciogliere un ghiacciaio.
“Questi invece sono tuoi.” disse la corvina allungando un rotolo di banconote verso Camila.
La mora alzò un sopracciglio.
“E questi?” chiese, immaginando già dove voleva andare a parare la corvina e con il rifiuto pronto sulle labbra.
“Sono i soldi per la spesa, l'affitto, le bollette e qualcosina per le spese di Henry. E non azzardarti a rifiutare, non credere che non conosca quella faccia!” disse la corvina con aria decisa, mettendo banconote nella mano del sindaco e chiudendone le dita attorno al rotolo con la propria mano.
Camila non provò neanche a protestare, i pensieri tutti rivolti alla mano ancora avvolta alla sua.
“Ogni mese di permanenza qui ho intenzione di pagare la mia quota e metà di quella di Henry, oltre ad aiutare nelle faccende di casa. Quindi fai in modo di prepararmi una lista senza brontolare!” rise nervosamente Lauren, conscia della sua mano ancora stretta attorno a quella della mora.
“Ma non..” provò a balbettare Camila. L'indice di Lauren si posò sulle sue labbra zittendola all'istante.
“Niente proteste! E poi, sindaco Cabello..” disse la corvina con tono serafico “..quando mai le ho dato ascolto?”
“Mai! Lei non mi da mai ascolto, sceriffo!” le sorrise Camila di rimando poi gettò una rapida occhiata oltre la corvina e si divincolò dolcemente dalla presa di Lauren per controllare le pentole.
D'istinto la corvina si girò verso l'ingresso della cucina e sorrise al figlio che saltellava nella loro direzione.
“Beh, è pronto?” chiese Henry sorridendo.
Le due donne alzarono gli occhi al cielo e scoppiarono a ridere.

A Little Bit Pregnant (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora