Non permetto la stampa delle mie storie sotto forma di libro su siti che lucrano sul mio lavoro né per uso personale né per rivenderle, altrimenti procederò per vie legali visto che hanno il copyright.
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Altrimenti, sarò costretta a bloccarvi o a togliere la storia da questa piattaforma. Mi dispiace scrivere questo avviso all'inizio di ogni capitolo, ma sono arrivata al limite.
Grazie e buona lettura 🌸"Non lasciare che sia qualcun altro a dirti chi sei.
Tu sei la fiamma che non può essere estinta.
Sei la stella che non si può smarrire.
Sei chi sei sempre stato, e questo basta e avanza.
Chiunque ti guardi e veda il buio è cieco."
C.C.Un uomo brizzolato e sulla quarantina guardava imbarazzato una donna davanti a sé: in ginocchio sul pavimento di marmo, le tendeva un pomposo anello di fidanzamento e calamitava l'attenzione di tutti i presenti.
L'intera sala del Criterion si ammutolì improvvisamente e, soltanto quando la donna squittì un «sì» alla fatidica proposta «Sandra, vuoi sposarmi?», scoppiò in un fragoroso applauso. Mentre le congratulazioni rimbalzavano da un angolo all'altro del locale e la coppia di futuri sposi si guardava intorno sorridente, Louis non poté fare a meno di alzare gli occhi al cielo. Sua nonna Margot gli ripeteva spesso che prima o poi - più prima che poi, sottolineava nonno Robert - avrebbe avuto bisogno di un paio di occhi nuovi di zecca per quanto abusava di quel gesto.
A lui, però, non importava.
Anzi, si era persino trattenuto quella sera quando il futuro sposo si era schiarito la gola rumorosamente prima di inginocchiarsi e non ci era più riuscito quando, poi, aveva pronunciato quella proposta così impersonale e fredda. Non poteva rimanere impassibile se quell'uomo non conosceva affatto le basi del romanticismo e, evidentemente, non aveva mai visto il riadattamento cinematografico di un libro di Nicholas Sparks. Cosa c'era di più triste di una proposta di matrimonio fatta in uno dei ristorante più lussuosi di Londra, dove una trentina di estranei assisteva curiosa a un evento così intimo?
Nulla, si rispose e sbadigliò. Forse, aspettare l'arrivo del proprio fidanzato al suddetto ristorante.
Persino i camerieri non gli risparmiavano occhiate compassionevoli mentre attraversavano la sala indaffarati e Louis non poté far a meno di chiedersi cosa ci facesse ancora lì. La camicia bianca abbottonata fino al collo cominciava a dargli fastidio, i pantaloni grigi ed eleganti a prudergli sulle cosce tornite e le scarpe stringate erano fin troppo rigide per i suoi gusti. Sembrava quasi che il karma lo stesse punendo dal momento che aveva accettato quell'invito soprattutto per scappare dal suo appartamento e dall'accesa discussione avuta con il suo coinquilino. In quel momento, con le urla di Julian ancora nelle orecchie, gli era sembrata una buona idea.
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Just A Boy // L.S.
FanfictionLouis Tomlinson di "strano" ha soltanto il nome: tutti nella sua cerchia di amici conoscono le sue origini francesi e grazie tanto. All'infuori di quel piccolo particolare, ha sempre vissuto di noiosi cliché fino a quando non capisce che per cambiar...