Ed è arrivata finalmente l'Estate. Vi aspetto alla fine dell'extra, nello spazio autrice, per ringraziarvi come si deve.
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Grazie e buona lettura ☀️Estate
Harry non era mai stato molto bravo ad esprimere al meglio le sue emozioni.
Spesso i suoi sentimenti sembravano una tela di kandiskiana memoria, erano un caleidoscopio di forme, colori e tratti diversi che stranamente insieme funzionavano, o almeno funzionavano per lui. Dopotutto, i dipinti di Kandinskij gli erano sempre piaciuti a differenza di quelli di Mondrian, così ordinari e noiosi. E lui si definiva tutt'altro che noioso o ordinario, anche se quell'ordine che tanto contestava al pittore olandese poi gli tornava utile non appena un po' di confusione regnava nel suo cuore o nella sua testa. Insomma, non era molto bravo con le parole quando si trattava di sentimenti o emozioni e lo doveva al suo spettro autistico, ma sapeva ascoltare.
Non era una dote innata, ma aveva imparato a farlo pian piano.
Da bambino aveva notato che tutti avessero molto da dire: lo aveva sua madre quando invitava un'amica a casa loro per un tè, lo aveva William quando parlava al telefono con la sua ragazza e guardava il cielo al di là della finestra della sua stanza imbrunirsi, lo aveva persino la signorina che dava le previsioni del tempo in tv. E lui? Anche lui ne aveva, certo, ma dubitava che i suoi coetanei o qualcuno al di fuori della sua famiglia volessero ascoltarlo parlare di insetti, aerei o delle partite che aveva vinto a scarabeo contro Will nonostante gli anni che li dividevano. Per questo, aveva imparato ad ascoltare con la speranza che qualcuno, un domani, avrebbe fatto altrettanto con lui.
E, contro ogni previsione, era successo.
C'era stato Niall, che gli era stato vicino come un fratello e che lo ascoltava parlare di cose che non gli interessavano minimamente sempre col sorriso perché era anche quella l'amicizia. C'era stato il suo primo fidanzato, lo sportivo della sua scuola, ma Harry supponeva che quel ragazzo lo ascoltasse soltanto per avere il permesso di baciarlo un attimo dopo. C'era stato il signor Preston il primo giorno in cui era arrivato a Londra, durante il colloquio di lavoro, ad ascoltarlo meravigliato per le sue conoscenze e a dargli una possibilità. Infine, c'era stato e continuava a esserci Louis, che sembrava ascoltarlo e capirlo anche quando non emetteva un fiato la maggior parte delle volte.
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Just A Boy // L.S.
FanfictionLouis Tomlinson di "strano" ha soltanto il nome: tutti nella sua cerchia di amici conoscono le sue origini francesi e grazie tanto. All'infuori di quel piccolo particolare, ha sempre vissuto di noiosi cliché fino a quando non capisce che per cambiar...