Extra - Le stagioni dell'amore - Inverno

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Grazie e buona lettura ❄️


Inverno

Quell'anno le festività natalizie avevano superato ogni aspettativa

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Quell'anno le festività natalizie avevano superato ogni aspettativa.

Ogni tradizione era stata rispettata e Harry era stato ben felice di vedere Mikael adattarsi in fretta alle loro abitudini: aveva ceduto sui costumi di Halloween, ma non lo avrebbe mai fatto sul Natale. Per lui il Natale era preparare i pain au chocolat per la colazione del ventiquattro dicembre e festeggiare il compleanno di Louis tra la pista di pattinaggio e i mercatini del Winter Wonderland, indossare quei chiassosi maglioni a tema e aprire i regali con il resto della famiglia a mezzanotte spaccata. Erano giornate piuttosto piene, ma in qualche modo grazie ai suoi familiari e alle sue attività preferite riusciva a prendere un respiro dal logorio del lavoro e della vita quotidiana e, per questo, non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo.

Fortunatamente, non aveva dovuto farlo neanche quell'anno.

Si erano stretti più del dovuto attorno alla tavola imbandita di cibo e bevande, ma si era goduto ogni discussione, ogni sorriso e risata, ogni parolina detta dalla sua nipotina Annabelle, le dolci note suonate al pianoforte da Daisy e persino il trambusto di Edward e dei gemelli. Il Natale aveva portato con sé quella spensieratezza e quella leggerezza che nell'ultimo periodo aveva stentato a ritrovare tra le quattro mura della loro villetta. Soprattutto, aveva portato suo marito a casa per la maggior parte del tempo e gli era sembrato di averlo di nuovo al suo fianco. Gli era sembrato di riappropriarsi della sua famiglia, Mikael compreso, che pian piano si apriva e si lasciava andare: un pomeriggio, quasi in punta di piedi, gli aveva persino suggerito come formare una parola a scarabeo e Harry aveva messo su un sorriso quasi incredulo.

E, proprio perché dicembre si era concluso nel migliore dei modi, sentiva che la tragedia fosse dietro l'angolo. La seconda metà di gennaio, infatti, iniziò con una chiamata da parte della preside Nielsen e la voce agitata di Louis che risuonava nel suo orecchio: a posteriori, avrebbe detto che il suo sesto senso - o meglio, la sua conoscenza profonda della statistica e delle probabilità - non sbagliava mai.

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