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Grazie e buona lettura 🌸Harry non aveva mai amato i colpi di testa: la sua vita, fin dall'infanzia, era stata un insieme di tante abitudini ripetute giorno dopo giorno e incasellate in un ordine ben preciso che raramente abbandonava.
La paragonava spesso al gioco dello scarabeo che tanto amava. Sulla plancia quadrata si disponevano le tessere che componevano le parole di senso compiuto ed erano gli avvenimenti che costellavano la sua vita. Alcuni erano più brutti e altri più belli, come se le caselle della plancia potessero raddoppiare o addirittura triplicare qualitativamente anche quegli eventi e non solo il punteggio delle parole. C'erano anche le tessere jolly, dette scarabei volanti, che potevano sostituire qualsiasi altra lettera, e per lui erano le persone che rendevano la sua vita migliore: sua madre, suo padre e William. A volte, nel turno successivo, capitava di pescare una lettera utile e che lo scarabeo volante andasse via, come era successo con suo padre; altre volte, invece, capitava di pescare proprio lo scarabeo volante e sentirsi la persona più fortunata del mondo, come era successo quando aveva incontrato Niall. Non aveva mai avuto molta dimestichezza con gli scarabei volanti, ma nell'ultimo anno questi ultimi sembravano avergli cambiato la vita, se in meglio o in peggio ancora non lo sapeva. Perché c'erano dei giorni in cui era felice di essere circondato dai suoi nuovi amici, compiere nuove avventure e scoprire nuovi lati di sé e c'erano dei giorni in cui avrebbe voluto rinchiudersi nella sua stanza di Manchester, scomparire tra le coperte e immergersi in un mondo soltanto suo.
Quel giorno era uno di quelli.
Nonostante l'estate avesse colorato l'intera Inghilterra, riusciva a vedere soltanto nero. Nero era il suo umore, nero era il suo presente, perché il suo Sole, quello che faceva splendere anche la superficie grigia della Luna, lo aveva lasciato a Londra, in un letto freddo e troppo grande per una sola persona. Aveva riempito il suo borsone di gran carriera e aveva preso il primo treno disponibile per Manchester. Si era detto che, nonostante fosse stato decisamente un colpo di testa chiedere tutte le ferie disponibili al lavoro, tornare a casa gli avrebbe fatto bene.
Eppure, non aveva funzionato.
Perché Harry era tornato a casa in lacrime, aveva pianto tra le braccia di sua madre ripetendo quanto non si sentisse mai abbastanza per chiunque e si era sotterrato sotto le coperte con Leo al suo fianco. Gli sembrava di essere tornato bambino, quando le prese in giro sul bus della scuola gli facevano desiderare di ricevere un'istruzione privata, quando nessuno sembrava capire le sue azioni o i suoi pensieri, quando si sentiva solo. Quella mattina era tornato a sentirsi soltanto diverso e non unico, così come aveva imparato nei mesi precedenti. A distanza di ore si trovava ancora nella sua camera da letto e guardava oltre la finestra, perché qualcuno sotto il portico bianco aveva attirato la sua attenzione.
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Just A Boy // L.S.
FanfictionLouis Tomlinson di "strano" ha soltanto il nome: tutti nella sua cerchia di amici conoscono le sue origini francesi e grazie tanto. All'infuori di quel piccolo particolare, ha sempre vissuto di noiosi cliché fino a quando non capisce che per cambiar...