Capitolo Nove

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Grazie e buona lettura 🌸

Era una notte di fine aprile quando Louis scoprì che Harry avesse un giorno buio, quello che poi avrebbe rinominato il giorno buio per eccellenza

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Era una notte di fine aprile quando Louis scoprì che Harry avesse un giorno buio, quello che poi avrebbe rinominato il giorno buio per eccellenza.

Dormivano serenamente nel loro letto, come la maggior parte delle notti. A Harry piaceva addormentarsi con il suo respiro caldo sul collo e a lui piaceva svegliarlo con dei baci e delle carezze sulla guancia, dove compariva una fossetta ancora prima di potergli augurare il buongiorno. Era di poche parole al mattino ed era difficile strappargli più di quel sorriso tra le lenzuola, ma Louis era felice di essere proprio lì, al suo fianco, nonostante tutto.

Eppure, quella volta non bastò stargli accanto.

Quella notte, si svegliò con Harry che cercava di divincolarsi dalle coperte e con le sue lamentele sfumate presto in urla. Per la prima volta da quando lo conosceva, ebbe paura e non di lui o di quello che avrebbe potuto fargli, ma di cosa avrebbe potuto fare a se stesso. Harry si liberò dalle coperte e gettò sul pavimento qualunque oggetto incontrasse la sua furia, l'abat-jour, i libri che aveva sul comodino, persino la fotografia che lo ritraeva con la sua famiglia, il cui vetro ormai giaceva in mille pezzi sul pavimento. E mentre prendeva, gettava a terra e distruggeva, la sua voce ripeteva flebilmente una sola frase - non andare via - come se fosse un'amara nenia, una preghiera, una supplica.

Incapace di reagire, Louis rimase a guardarlo distruggere se stesso e l'illusione che tutto stesse andando per il meglio fino a quel momento.

Harry sembrava essere a pezzi e lui non sapeva come aggiustarlo o tenerlo insieme. Non sembrava neanche se stesso con i ricci bistrattati, le narici che si allargavano per respirare affannosamente o gli occhi neri come l'ossidiana. Realizzando che non ci fosse nulla del suo Harry in quel ragazzo, decise di agire nel modo meno ortodosso che avrebbe potuto scegliere: lo fronteggiò e, dopo avergli sussurrato «scusa», gli rovesciò un bicchiere d'acqua fredda sul viso. Lui sbarrò gli occhi prima di battere le palpebre più volte, poi cominciò a tremare dalla testa ai piedi e tutta la sua furia distruttrice scemò in un pianto accorato.

«L-lui è andato via, è colpa mia...» balbettò, mentre Louis lo stringeva a sé in un abbraccio che sapeva di cura e di guarigione. «...i-io...»

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