Capitolo Quattro

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Grazie e buona lettura 🌸

Louis raramente metteva piede in biblioteca: in quel luogo così solenne e in quel silenzio assordante non riusciva proprio a concentrarsi e finiva soltanto per distrarsi

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Louis raramente metteva piede in biblioteca: in quel luogo così solenne e in quel silenzio assordante non riusciva proprio a concentrarsi e finiva soltanto per distrarsi.

Quel pomeriggio, quando era entrato nella biblioteca di Medicina, si era sentito come un pesce fuor d'acqua. Aveva avuto la sensazione che tutti lo stessero guardando perché non aveva l'aspetto di uno studente di quella facoltà e per fortuna aveva pensato. Aveva impiegato poco a sentirsi sopraffatto dalle sue paranoie, ma soprattutto dai libri o dalle pubblicazioni dei vari luminari che aveva scartabellato. In un istante, aveva raccattato il materiale trovato e lo aveva posto nel suo zaino, poi era uscito dall'edificio e aveva preso una boccata d'aria fresca perché tutto era diventato troppo.

Aveva letto che dai disturbi dello spettro autistico non si guariva.

Non erano mai state documentate remissioni, ma il paziente poteva imparare a controllare la preoccupazione derivante dalle interazioni sociali e a svincolarsi in parte dalle proprie abitudini o dall'attaccamento a certi oggetti grazie alla psicoterapia. Non aveva letto di alcun metodo universale da adottare per rapportarsi con chi era nello spettro autistico e presto aveva capito che ognuno necessitasse di cure e accorgimenti diversi. Giocare con Harry a scarabeo e guardare i suoi documentari preferiti poteva essere utile, ma Louis voleva aiutarlo a superare ogni difficoltà, a scuotere il suo modo fatto di numeri e ordine, a rivoluzione le sue interazioni sociali.

Frustrato per non aver trovato le risposte alle sue domande, aveva sfidato la pioggia fitta fitta di metà ottobre e si era diretto verso l'appartamento di Niall, giungendo sul suo pianerottolo bagnato dalla testa ai piedi. 

«Disturbo?»

Niall si accigliò vedendolo in quelle condizioni. «Sembri un pulcino bagnato, entra subito.»

Louis lasciò il suo zaino sul tavolo in legno e si liberò del parka e delle scarpe, prima di stringersi nella felpa umida che indossava.

«Perché non vai a darti un'asciugata in bagno? Prendi anche una mia felpa dall'asciugatrice. Nel frattempo, torno in camera a finire di sistemare alcune cose di lavoro...tu fai come se fossi a casa tua, lo sai.»

Louis annuì, apprezzando le sue premure, e si diresse in bagno per asciugarsi per bene con il phon fino a eliminare ogni brivido o goccia di pioggia. Indossò una felpa calda e comoda di Niall e non poté fare a meno di rilassarsi inspirando il suo profumo familiare. Sobbalzò soltanto quando sentì il tonfo del portone sbattuto all'improvviso. Sistemata la sua frangia scompigliata allo specchio, fece capolino nel corridoio per capire cosa fosse successo e si sorprese nel vedere Harry con un'espressione assorta fissare a sua volta qualcosa sul tavolo. Fu allora che ricordò di aver lasciato lì lo zaino e capì che la sua attenzione fosse concentrata proprio su quest'ultimo e sui libri che sporgevano dalla sua zip perennemente aperta.

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