Christmas in New York

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24 dicembre 2013. New York.

Ore 09:34. Aspetto Rebecca sui gradini del Met con un caffè di Starbucks in mano, dovrebbe arrivare tra circa 5 minuti. Si va a fare shopping in giro per la Quinta e la Madison, tanto per cambiare.

Sento la sua voce che mi chiama e automaticamente mi giro verso di essa.

Eccola lì, la mia pazza cuginetta newyorkese con una borsa di Prada in un braccio e l'iPhone nella mano destra.

"Mi sembri uscita da Gossip Girl!" le dico con un sorriso a 32 denti.

Ci diamo due baci sulle guance, mentre lei risponde.

"Questo perché per il personaggio della VDW si sono ispirati al mio stile!"

"Ti piacerebbe, eh! Allora, dove si va?"

"A fare shopping ovviamente e poi a casa mia!"

"Ti prego nien..."

"Verrà Monica per manicure, pedicure, maschera e massaggio! Sono ricca, perché non dovrei godermi tutto questo lusso?"

"Non ne ho idea...dai, Van Der Woodsen, andiamo che si fa tardi!"

Facciamo su e giù per la Quinta strada e all'ora di pranzo ci fermiamo nel nostro locale preferito, poi ripartiamo col nostro shopping.  Le giornate con Rebecca mi stancano davvero tanto, soprattutto se siamo a New York, ma fa piacere stare con lei. Non ci vedevamo da 2 anni, anche a causa della lontananza.

La Grande Mela è diversa da Los Angeles, è per questo che adoro venire qui a Natale: le luci, il freddo, l'aria natalizia, la città, pattinare a Central Park, andare da Starbucks e godersi una bella cioccolata calda o un cappuccino, l'enorme albero di Natale al Rockfeller Center...i Natali qui sono magici, come la città.

"Rebecca...sono le 15, non credi sia ora di andare? Non ce la faremo ad arrivare in tempo per la festa! In più questi tacchi mi stanno uccidendo e le buste sono troppe..."

Sblocco con il fiatone per le corse il cellulare per far vedere l'ora a Rebecca , ma mia cugina quando si parla di shopping natalizio è difficile da convincere.

"Dai, un'altra mezz'ora! Devo tornare solo un attimo da Sephora, ho dimenticato di prendere il blush!!", mi implora lei.

"Rebecca, hai almeno 20 blush...che te ne devi fare di un ventunesimo?!"

"Mi manca quel colore! Ti prego, ti prego, ti prego!"

"...Ti aspetto qui, vedi di sbrigarti."

Seccata cedo, ma già so che la cosa non finisce qua...

"No, tu vieni con me!"

Rebecca afferra il mio polso e mi trascina di nuovo da Sephora. Devo dire che anch'io adoro queste cose, ma con lei anche il mio amore per i cosmetici riesce a spegnersi.

Rientriamo in quel Paradiso al femminile, pieno di luci, colori e profumi tutti diversi. Ci fermiamo davanti ad un bancone pieno di blush e, dopo averlo trovato, Becca afferra quello che voleva e con un "Woohoo" si avvicina quasi incantata alle palettes limited edition.

Conoscendo mia cugina, è meglio che stia zitta e che le faccia scegliere, come sempre, la cosa più costosa.

All'improvviso la mia attenzione si sposta sul forte profumo della colonia maschile di Gaultier e la mia mente vola sull'unica persona che, putroppo, mi ha fatta stare male in questo periodo.

Mi giro e cerco chi potrebbe aver spruzzato il Gaultier e, con mia sorpresa, vedo IL biondino dagli occhi nocciola e i muscoli scolpiti.

Rebecca nota panico nei miei occhi e mi chiama preoccupata.

"Giulia? Che è successo? Tutto bene?"

Non rispondo. Penso, com'è possibile che io abbia incontrato lui proprio qui a New York, dall'altra parte degli Stati Uniti?! Trovo immediatamente una risposta: East Coast Tour.

Rebecca corre a pagare quel blush alla cassa e in pochi secondi mi tira fuori di lì.

"Mia madre ci aspetta alle 19 al Palace..."

"Ti prego, andiamo a casa adesso. Non voglio parlargli, non voglio parlargli!"

"Giulia...ti sta guardando"

A queste parole, mi tornano in mente i tentativi di Ross di farsi perdonare e volendo evitarlo, faccio la prima cosa che mi salta in mente.

"Taxi!!!"

Un ragazzo castano si ferma davanti a noi con un gran sorriso, io non esito e apro lo sportello ma qualcuno mi prende il polso con forza. Ecco, come immaginavo.

"Giulia aspettami, sono due mesi che cerco di parlarti. Non salire, per favore!"

Non lo guardo nemmeno negli occhi, con l'altra mano stacco quella che mi trattiene lì e velocemente mi siedo e chiudo lo sportello.

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