Capitolo 5

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Erano passati mesi e ancora Haley e Jack non si erano parlati.
Non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura ma le mancava il suo collega.
Il processo del loro caso era iniziato da poco e l'indomani sarebbe toccato a lei deporre.
Le deposizioni erano la parte peggiore di tutto il suo lavoro, gli avvocati erano infidi, sapevano sempre che domande fare per far ricadere l'attenzione su cavilli del tuo passato.
Aveva deposto molte volte nella sua carriera e aveva visto persone umiliate dalle domande poste, ma lei non rientrava nel campo di persone da umiliare, lei doveva semplicemente rispondere a domande tecniche e andarsene, non era preoccupata della deposizione e ad esser sincera non le importava nemmeno del processo.
Le prove erano a loro favore e sapeva che avrebbero riportato una vittoria, quello che la preoccupava era stare a contatto con lui, perchè che le piacesse o no era l'agente del caso e sarebbero stati a contatto costante in aula.
Ormai non era l'unica ad evitarlo, anche l'agente faceva di tutto per evitarla, invece di consegnarle personalmente il fascicolo con le possibili domande che l'accusa avrebbe potuto fare,glie lo fece trovare sulla scrivania durante l'ora pranzo.
Voleva fare lo stesso e lasciare il fascicolo del caso sulla scrivania di lui ai piani superiori e dato che non conosceva i suoi orari e non voleva far capire a Michael che si stavano ulteriormente evitando per non riprendere il discorso dei mesi precedenti, aspettò ben oltre l'orario di lavoro e quando fu abbastanza sicura che non fosse nei paraggi andò nel suo ufficio a riporre i fascicoli con i dettagli ultimati dell'autopsia.
Quando stava per andarsene però si ritrovarono faccia a faccia e l'imbarazzo era tanto fitto da tagliarsi con il coltello.

-Haley..
-Jack..ero venuta a portarti i fascicoli per domani, devo deporre
-Sei pronta? L'avvocato è un vero squalo, farà di tutto per dimostrare l'innocenza del suo cliente,compreso metterci in cattiva luce
-Non è quello che fanno sempre?
Ci fu un breve risolino complice tra i due, come compagni di scuola che parlano male di un professore. Era il primo vero discorso che stavano avendo e la dottoressa si sentiva completamente svuotata.
Era così imbarazzante trovarsi nella stessa stanza, a pochi metri l'uno dall'altro, dopo mesi di lontananza e di nulla.
A interrompere quel silenzio colmo di cose da dire, fu Jack.
-Ora devo andare, ero venuto a prendere la giacca
-Ti va di andare a bere qualcosa?
Si maledisse nell'istante stesso in cui pronunciò quelle parole e cercò di rimediare al potenziale danno emotivo fatto.
-Cioè, magari potresti darmi una mano a ripassare le domande della deposizione, domani tocca a me testimoniare
Negli occhi verdi di Jack scorse un piccolo lampo di rimorso e tristezza e capì in anticipo quale sarebbe stata la risposta alla sua domanda.
-Vorrei davvero, ma ho un appuntamento con Bonnie.. se vuoi posso darti una mano domani mattina
-No grazie, chiederò ad Helia
Helia?! Helia?! Per l'ennesima volta disse la prima cosa che le era passata per la mente e per l'ennesima volta si pentì di esser stata così stupida.
Helia era un loro collega e tutti sapevano che da sempre lui e Jack erano rivali.
L'aveva detto per ferirlo come se lui potesse essere geloso di lei con il solo effetto di sembrare ridicola e di dover chiedere ad una persona con cui aveva parlato si e no 2 volte un favore.
-Non sapevo foste amici..beh allora divertiti
-Anche tu
La conversazione era finita lì e si erano salutati con un breve cenno della mano.
Per evitare che in seguito l'agente scoprisse che avesse detto un nome a caso solo per farlo ingelosire, Haley scelse la strada più scomoda e chiese davvero ad Helia una mano.
-Vuoi il mio aiuto? Davvero? Pensavo che tu e Jack avreste ripassato insieme la deposizione, pensavo foste.. intimi.
-Cosa intendi per intimi?
-Beh sai, magari che uscisse insieme
Al solo pensiero di una possibile uscita con il collega il suo cuore perse qualche battito, c'era una piccola parte di lei che più volte si era persa ad immaginare una vita con lui.
-Beh no, non lo siamo e in effetti in questo periodo nemmeno parliamo molto, siamo presi da altre cose. Mi puoi dare una mano o no?
Forse era apparsa più rude del previsto ma quella conversazione iniziava a darle sui nervi e non aveva voglia di discutere della sua relazione inesistente con un collega di cui a malapena ricordava il cognome.
[...]
La serata passò molto velocemente ed era stata più piacevole di quanto lei stessa potesse pensare. Helia era davvero di ottima compagnia e l'aveva messa a suo agio facilmente senza farle pesare troppo il ripasso delle domande per la deposizione dell'indomani. Nonostante le prove fossero finite dopo un'oretta, con dell'ottimo cibo cinese e qualche chiacchiera erano passate ore senza che se ne accorgessero.
Finalmente a casa, sola con i suoi pensieri e con un bicchiere di ottimo vino bianco, Haley si rese conto che per la prima volta in quegli ultimi mesi non aveva pensato minimamente a Jack, almeno finchè non se lo ritrovò davanti la porta di casa.
-Hey
-Hey, che ci fai qui, sono le due di notte
-Si lo so mi spiace ma non riuscivo a non pensarti
Non riuscivo a non pensarti.. sentì il suo stomaco contorcersi e il suo cuore battere più velocemente e ci volle tutto l'autocontrollo del mondo per mantenere una voce neutra.
-In che senso?
-La deposizione. Sei la testimone chiave e non mi sono assicurato personalmente che tu sia preparata, è davvero importante quello che dirai domani.
Ah certo, la deposizione. Davvero pensava intendesse altro?
-Aspetta, che significa "testimone chiave" ? Io devo solo fornire dettagli tecnici, sono le altre prove a parlare
-Ma è questo il punto, non ci sono altre prove, tutto si basa sulla tua testimonianza. Domani apriremo anche un inchiesta contro "ignoto x" per prendere il serial killer. Solo le tue parole possono far condannare entrambi perché sei l'unica che può separare gli omicidi.
-Aspetta fammi capire, il mio ruolo é fondamentale per l'indagine e tu me lo dici solo ora? Non solo non mi hai voluto aiutare per andare ad una stupida cena con la tua fidanzata, adesso vieni da me alle due di notte dicendomi che le mie parole sono fondamentali? Non puoi essere serio.
-Non capisco quale sia il problema, hai giá deposto altre volte no?
Il tono delle loro voci si stava pian piano alzando sempre più ed era difficile definirla una conversazione amichevole.
- A meno che non sia la deposizione il problema ma il fatto che io sia andato a cena con Bonnie invece di stare con te.
-Come scusa? Pensi che me ne freghi qualcosa di quelle che ti porti a letto? Sei davvero cosí narcisista da pensare che tutto ruoti attorno a te?
Ormai non stavano discutendo, stavano litigando e le parole le uscirono particolarmente taglienti e fredde. Si sentiva ferita dalle sue insinuazioni, soprattutto perché per quando fosse gelosa, non era quello il motivo per cui era agitata.
Passarono alcuni minuti di silenzio imbarazzante. Nessuno dei due sapeva cosa dire e soprattutto come dirlo senza urlare, in quella stanza aleggiavano un sacco di cose non dette che volevano solo uscir fuori ma non era quello il momento ed entrambi non erano pronti ad affrontare una conversazione simile, soprattutto dopo essersi allontanati così tanto.
-Cos'è che ti preoccupa allora?
La voce dell'agente era tornata calma, era uno dei suoi talenti che lei non sarebbe mai riuscita ad imparare, l'empatia. Capire come l'altra persona si sente e metterla a proprio agio.
-La deposizione. Odio le deposizioni. Ho sempre avuto un ruolo statico, solo domande sul lavoro del caso, cose che conosco bene e sicuramente non ruoli cruciali. Se ho un ruolo cruciale cambia tutto. L'avvocato cercherà nella mia vita, nel mio passato e mi colpirà con qualsiasi cosa e non sono pronta. Inoltre se le mie parole non si rivelano sufficienti non metto in libertà un assassino ma due. Non è un peso che voglio avere.
-Andrai benissimo
-Ah si? Come lo sai? Non mi hai mai vista deporre. Non quando c'è qualcosa di tanto importante in gioco.
-No hai ragione, ma conosco te.
Ora erano uno di fronte all'altro, i loro occhi erano in contatto e parlavano più di quanto facessero loro.
-Sei un medico legale fantastico e sono sicuro sarai bravissima anche in aula.
Era davvero colpita e lusingata dalle parole di Jack, non era la prima volta che qualcuno le diceva cose simili ma dette da lui assumevano un nuovo significato e l'unica cosa che fece è annuire debolmente.
-Ora è meglio che vada, è tardi ed hai bisogno di dormire, ci vediamo domani.
Detto questo le lasciò un piccolo bacio sulla testa e si avviò verso l'uscita.
-Jack.. Grazie
Prima di richiudersi la porta alle spalle vide il bellissimo sorriso dell'uomo e ancora una volta sentì quella sensazione strana allo stomaco e le guance avvampare pericolosamente e richiuse la porta velocemente per non far vedere la sua reazione.
Dopo nemmeno 10 minuti sentì suonare nuovamente il campanello della porta e corse ad aprire sapendo già chi potesse essere.

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