Capitolo 17

154 2 0
                                    

Ripescò velocemente l'indirizzo che la Chang le aveva dato e ci arrivò il più velocemente possibile riuscendo a fare solamente quindici minuti di ritardo.
Appena entrata nel pub fu accolta da un forte odore di cibo e alcool e si guardò un po' intorno per scorgere la sua collega e la vide dopo qualche istante seduta al bancone a chiacchierare allegramente con il barista.
Arrivata vicino al bancone non sapeva bene come chiamarla dato che non conosceva ancora il suo nome e si limitò ad un semplice colpetto sulla spalla e ad un saluto piuttosto imbarazzato.
-Hey..
-Dottoressa! Ti stavo per chiamare, avevo paura ti fossi persa!
Al contrario suo l'altra era molto più espansiva e in mezzo secondo la stava stringendo in un abbraccio amichevole che si sforzò di ricambiare.
-Ho avuto un caso difficile, per questo ho fatto tardi, volevo avvertirti ma ero in sala interrogatori.
Per non cominciare con il piede sbagliato aveva omesso la parte in cui si era completamente dimenticata di avere un appuntamento con lei e sperò che l'altra si bevesse la sua storia senza fare troppe domande.
-Ah! Si ho saputo che è stata la moglie e che tu l'hai fatta confessare, ottimo lavoro!
-Come fai a..
-Saperlo? Le notizie corrono nel dipartimento, soprattutto tra noi della scientifica
Il suo tono era talmente allegro da risultare qualche ottava più alto del normale e non sapeva se trovarlo confortante o fastidioso.
-Hai già trovato degli amici?
-Oh certo che sì! Ho già imparato tutti i nomi di tutto il dipartimento, compresi gli agenti e i paramedici, con alcuni ci sono anche uscita un paio di volte, ad esempio quel Mark, un tipo carino non trovi?
In tre settimane aveva fatto più amicizia di quanta ne avesse fatta lei e conosceva già tutti i nomi a memoria cosa che Haley non era riuscita ancora a fare per quanto ci provasse, inoltre non aveva nemmeno minimamente presente chi fosse Mark ma non voleva apparire come il solito capo menefreghista e provò ad annuire cercando di essere convincente.
-Mh, Sì, niente male. Potrei avere un doppio Martini per favore?
Dato l'inizio aveva già capito che quella sarebbe stata una serata impegnativa e c'era un unico modo per superarla: l'alcol.
Non era mai stata una persona che beveva tanto e soprattutto non Martini e vodka, generalmente il suo rito era un bicchiere di vino bianco prima di sera e quello riusciva e le risultò difficile mantenere la calma dopo 5 shottini.
-Senti, ti prego, prima di continuare a parlare, mi dici almeno come ti chiami? È davvero imbarazzante parlarti e non sapere il tuo nome.
Normalmente la sua lingua avrebbe avuto un freno ma era completamente sciolta da tutti quei drink e non riusciva a non dire tutto quello che le passava per la testa.
-Oh, giusto, oh mio Dio! Non lo trovi strano? Non ti ho detto il mio nome!
Se in condizioni normali l'altra era di per se allegra, l'alcol nelle vene aveva amplificato il suo stato d'euforia.
-Mi chiamo Camille! Ma puoi chiamarmi Cam! Solo i miei nonni mi chiamano con il nome intero, o con qualche soprannome cinese che non capisco, sono convinti io lo sappia parlare ma non è cosí! Però tu non dirgli niente, shhh!
E tu invece? Perchè ti chiami Haley?
-Non ne ho idea, forse mia madre l'ha scelto vedendolo da qualche rivista, non é poi un nome chissà quanto originale. Ora che ci penso, nemmeno Camille lo è! Perchè non hai uno di quei nomi fighi Cinesi?
-Bella Domanda! Forse per i miei nonni paterni, sono mezza americana e mezza cinese e quando i miei si sono conosciuti non è stato amore a prima vista tra le loro famiglie
Passarono tutta la serata a parlare del più e del meno e a conoscersi a vicenda, Haley le aveva raccontato la sua vita precedente a Washington, evitando le parti dolorose che nemmeno l'alcol potevano farle dimenticare e l'altra le aveva parlato praticamente di qualsiasi cosa, anche del suo pesciolino rosso morto quando aveva otto anni fino ad arrivare al tasto dolente, quella parola di cinque lettere che era sempre nei discorsi di tutti, l'amore.
- E nella tua vita c'è qualcuno di speciale?
Prima di rispondere mescolò il suo drink con lo stuzzicadenti e sbiascicò un "no" poco convinto.
-Ne sei sicura? Le voci corrono e corrono veloci, tu e Jack..
-E sua moglie
Pronunciò quella parola come se fosse qualcosa di particolarmente disgustoso e vide gli occhi della Chang allargarsi sorpresi
-È sposato!?
Per poco il drink non le andò di traverso e urlò talmente forte che molti si girarono a guardarla.
-No, non ancora, io ero nelle mani di un pazzo e lui chiedeva ad una Barbie vivente di sposarlo
Sentí uscire dalla sua bocca una risata amara ma era talmente distaccata che pensò di osservare la scena da fuori.
-E tu lo ami?
Il brutto dell'essere ubriaca, non poter mentire e passare dall'euforia alla tristezza in tempo record
-Ohhh Sì, ma lui no ma dico! Mi bacia ma non mi dice che si sta per sposare, ti sembra una cosa normale? Perchè gli uomini sono cosí stupidi? Non ragionano! Poi mi chiedono perché amo i gatti, ti sembra forse che il mio gatto sia tanto stupido ? No!
La tristezza si era trasformata velocemente in rabbia e non capiva quasi per nulla quello che stesse dicendo. Le sue parole erano diventato un vero e proprio flusso di coscienza e non riusciva a smettere di parlare e urlare.
-Io lo vedo come ci guardiamo ma ti sembra che lui faccia qualcosa? È S T U P I D O, come si fa a chiedere in sposa una con un nome tanto brutto! Bonnie?! Che nome è Bonnie!? Sembra una malattia, oh mi scusi ho della Bonnie che non mi fa mangiare, cosa mi prescrive dottore?
Se fosse stata sobria e avesse visto una qualsiasi persona dare di matto come stava facendo lei in quel momento si sarebbe probabilmente allontanata dalla stanza e avrebbe chiamato un bravo psicologo ma era lei questa volta la pazza e l'amica che continuava a darle da bere di certo non migliorava la situazione.
-Dovresti dirgli quello che provi, tranne la parte della malattia magari, ed eviterei anche quella della Barbie e soprattutto eviterei di chiamarlo stupido ma il resto dovresti dirglielo!
-Oh si che dovrei! Dovrei dirgli che è un idiota se non vede cosa si perde!
La piccola parte sobria rimasta cercava di urlare a pieni polmoni di fermarsi prima di fare qualcosa di irreparabilmente stupido ma era totalmente schiacciata dalla parte poco razionale e non aveva autocontrollo
-Sai cosa? Ora gli scrivo! Oh si, gli scrivo un messaggio e gli dico quello che penso, mi sentirà
-Aspetta! Un messaggio non gli farà capire cosa pensi davvero, DEVI ANDARE ALLA CENTRALE !
Per quanto fosse la peggiore tra le peggiori idee al mondo in quel momento le sembrò ottima, ricordava vagamente la camminata dal bar infondo alla strada al distretto ma ricordava abbastanza lucidamente il momento in cui l'ascensore si aprí e lo vide seduto ancora alla sua scrivania mentre compilava documenti.
-Jack! Noi dobbiamo parlare.

La cosa giustaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora