Capitolo 19

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Era un bacio cosí dolce ma allo stesso tempo si sentiva tutto il fremere di cose non dette che facevano contatto come piccole scintille e rendevano il contatto ancora piú piacevole, le sembrò durare un eternità e quasi non aveva piú fiato ma sarebbe potuta rimanere ferma in quella posizione per sempre.
All'improvviso sentí le mani calde di lui sulle sue spalle e con una leggera pressione l'allontanò da se.
-Non..Non possiamo
Con le reazioni sovrastimolate dall'alcool non ebbe modo di pensare a quello che diceva se non prima di dirlo e con un tono che le risultò piuttosto infantile gli chiese:
-Perchè no?
Tutto quello che voleva era continuare lí dove si erano interrotti e piuttosto contrariata andò a sedersi sul letto con il broncio e le braccia conserte come una bambina alla quale erano state sottratte le caramelle, delle caramelle davvero buone.
-Tu sei ubriaca e io sto per sposarmi, e non voglio diventare quel tipo di uomo che tradisce la moglie e nemmeno quello che si approfitta di una ragazza poco capace d'intendere e di volere in questo momento.
Voleva rispondergli "oh fidati, so benissimo cosa voglio" ma scoppiò a ridere, non era una risata divertita o isterica, era solo una risata da "So che hai detto qualcosa di sensato ma il mio sangue sta diventando Vodka".
Stavolta nella faccia del collega non c'era piú lo sguardo divertito che aveva visto alla centrale, i suoi occhi verdi la guardavano con preoccupazione e qualcosa che non riusciva a distinguere ma,se normalmente le sarebbe piaciuto stare lí ad ammirarli, adesso le provocavano solo fastidio e dentro di lei qualcosa le continuava a dire di farlo andare via.
-Okay, ora... ora puoi andare, sto bene
-Ne sei sicura?
-Sicurissima
Alzandosi dal letto cercò di aggrapparsi all'armadio per fare qualche passo dritto ma per poco non cadde cosí rinunciò ad accompagnare l'altro alla porta e si stese semplicemente nel letto che in quel momento le sembrò la superficie piú morbida su cui si fosse mai appoggiata e guardando il soffitto ripensò un paio di volte a quel bacio e poi senza accorgersene chiuse gli occhi e tutto sparí dalla sua mente.

Sentí qualcosa di umido sulla guancia e provò piú volte a girarsi dall'altra parte ma ovunque si rivoltasse nel letto la sua guancia continuava ad inumidirsi e si costrinse ad aprire gli occhi per ritrovarsi quelli dorati del proprio gatto che la fissava.
-Cersei.. davvero? Perchè non mi lasci dormire
Diede qualche buffetto sulla testa alla palla di pelo e si diresse in cucina per darle da mangiare e per versarsi un'altra aspirina e nel mentre guardò di sfuggita l'orologio e quasi non si strozzò con l'acqua:era ormai tardo pomeriggio e lei non si era presentata a lavoro.
Cercò per un abbondante quarto d'ora il telefono ma non riusciva a ricordarsi dove l'avesse messo, in effetti non ricordava nulla della serata precedente se non lei che andava a bere con Cam e poi lei che si trascinava alla stazione di polizia per vomitare e dopo il vuoto, non sapeva nemmeno come fosse riuscita a tornare a casa.
Mentre rifletteva sulla serata precedente cercando in tutti i modi di ricordare quello che fosse successo sentí il telefono suonare da qualche parte indistinta del divano e dopo averlo smantellato finalmente riuscí a ritrovarlo e vide il nome sullo schermo "Camille".
-Hey, Cam..
-Hey?! HEY?!
Il tono della ragazza era piú alto di qualche nota e dovette allontanare il telefono dall'orecchio per evitare di diventare sorda
-COSA DIAMINE TI È SUCCESSO? È tutto il giorno che non rispondi, pensavo fossi morta
-Io.. dormivo, scusa ma non mi hai accompagnata tu a casa?
-No, pensavo fossi andata alla centrale, ti ho chiamata 200 volte almeno per sapere come fosse andata tra te e Jack, blateravi qualcosa sul dirgli che lo ami e..
-IO COSA
Adesso era lei ad urlare e sentiva il respiro affannarsi persicolosamente e dovette sedersi per evitare di cadere inevitabilmente a terra.
Ci vollero diversi minuti affinchè riuscisse a calmarsi e a parlare e la sua voce era talmente bassa che dovette ripetere piú volte quello che stava dicendo.
-Ti prego dimmi che non l'ho fatto, ti prego
Continuava a ripeterlo come una cantilena piú a se stessa che all'amica e sentí qualche lacrima gelata righarle la guancia.
-Non ne ho idea tesoro mi spiace, dovresti parlargli
-io.. si dovrei, è ancora lí?
Era terrorizzata dal pensiero di dover affrontare le conseguenze di qualsiasi cosa fosse successo ma doveva farlo,controllando rapidamente il telefono aveva visto tutte le chiamate e i messaggi e nemmeno uno era da parte di Jack.
-Ho controllato, é tornato a casa, dovres-
Nemmeno il tempo di finire la frase che Hailey l'aveva liquidata con un ciao e si era precipitata in strada per prendere la macchina.
Si ricordò dei 10 gradi che facevano fuori solamente dopo esser scesa, aveva una felpa leggera sopra una maglietta a maniche corte e sentiva il gelo penetrarle nella pelle ma ancor peggio,guardando nello specchietto retrovisore,si accorse di esser scesa senza trucco, con i capelli arruffati e le occhiaie; non era da lei uscire in condizioni simili ma aveva una sensazione orribile alla bocca dello stomaco e non se ne sarebbe andata finchè non si fosse ricordata cosa fosse successo o non avesse parlato con lui.
La distanza tra le loro case era relativamente lunga ma le sembrò passare in pochi secondi e si ritrovò davanti la sua porta e con l'ultima briciola di coraggio bussò sperando con tutta se stessa che stavolta non si trovasse davanti Bonnie.
Quando la porta si aprí e lo vide sentí il cuore esploderle nel petto e non potè fare a meno di pensare a quanto fosse bello nonostante indossasse semplicemente jeans e maglietta e avesse i capelli spettinati.
-Che ci fai qui?
La sua voce generalmente calda e gentile era stranamente dura e la scosse violentemente dal torpore in cui era rimasta a contemplare la sua bellezza e ancora una volta i loro sguardi s'incrociarono e vide del ghiaccio impenetrabile che le riportò alla mente tutto quello che era successo la sera prima e in pochi secondi rivisse il bacio e tutte le sue difese caddero.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 08, 2019 ⏰

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