Capitolo 53 - L'arcangelo

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Lucifero's pov

Mi fido di Cameron, anche perché dubito che sarebbe capace di sorridere in modo così pacifico, sapendo Paris morta.
-Vuole che le sue ceneri siano poste sotto il sole, vicino a un roseto in alta montagna.- Ora ho l'effettiva certezza che Cameron riesce a parlare con la sua anima, perché nessuno di loro, nemmeno Scarlett, sa dove ho sepolto Serena.
-Molto bene. La porterò con me, voi potete aspettare qui. Attenderò il suo risveglio, anche se dovessi metterci l'eternità.- Dichiaro.
-Tu sai dov'è il posto che ha menzionato?- Chiede Zoe curiosa. Si infila una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si inclina leggermente in avanti.
-Si, so dov'è.- Rispondo pacatamente mentre cerco di riordinare i pensieri.
-Allora veniamo anche noi.- Rispondono tutti con una sola voce che non ammette repliche. Mi stupisce tutta questa lealtà verso Paris. Sapevo che le erano affezionati, ma non pensavo fino a questo punto.
-Va bene, allora diamoci una mossa.-
Nessuno però si muove.
-Come facciamo a prendere le sue ceneri? È praticamente impossibile.- Mugugna il mio alter-ego, facendo oscillare la coda nervosamente.
-Ho io la soluzione.- Interviene Cameron. Si siede a terra a gambe incrociate, in un angolino dove le ceneri di Paris non si sono sparse. -Da quando sono ritornato nella mia forma originale ho riacquisito anche la mia energia angelica. Userò quella e la mia connessione con la sua anima.- Chiude gli occhi, posa le mani a terra e comincia a bisbigliare.
Dimenticavo che gli angeli hanno il dono particolare della creazione, ma ultimamente non ne ho avuti molti intorno che me lo ricordassero.
Dal punto in cui le mani di Cameron toccano la terra emerge una bolla di energia bianca e dal tenero calore. Appena la tocca questa si dissolve, lasciando a fluttuare del fumo bianco molto denso, che si solidifica e compatta sotto la forma di una bacinella di rami di pino. Mi guardo intorno e noto che siamo circondati da questi alberi.
Ricordo che il principio della creazione per gli angeli riguarda la trasformazione della materia, non la creazione dal nulla, come invece è capace di fare il fascio di luce. Altrimenti gli avrebbe dato troppo potere... penso con sarcasmo.
Nel frattempo la mia Corte osserva Cameron con curiosità, e vedo il nuovo arrivato fissarlo con tristezza. Probabilmente si sarà pentito di aver perso un così grande dono, insieme alle sue ali. Io non posso farci nulla. È stato lui a voler far parte dell'Inferno, ora dovrà convivere con la sua scelta.
Cameron ha ripreso a sussurrare con intensità e l'energia puramente angelica che emana attrae tutta la Corte sempre più vicino a lui. Nero accanto a me invece diventa pallido e il suo viso assume una tonalità grigiastra. -Tutto bene?- Gli chiedo mettendogli una mano sulla spalla. Lui scuote la testa in modo negativo, barcolla in avanti e nello stesso momento in cui le ceneri si alzano da terra per confluire nella ciotola grazie all'energia bianca, Nero urla. -Oh, cazzo!-
Sparisce dissolvendosi in fumo e tutti rimangono basiti.
-Che cosa è successo?- Chiede Scarlett con la fronte corrucciata. Cameron si alza da terra con un sorriso leggero. Ora che è tornato nella sua forma angelica sorride sempre di più, ed è accecante. Ma soprattutto non sembra turbato da niente, come se fosse sicuro al cento per cento che ciò che succederà non potrà che essere positivo. Non approvo tutta questa serenità, perché nonostante io creda alle sue parole non sento né l'anima né il corpo si Paris. Mi è difficile essere così speranzoso senza lei qui davanti a me.
-Nero è tornato a far parte dell'anima di Paris, perché solo così lei potrà risorgere.-
-Sembrava doloroso.- Commento indifferente.
-In effetti non è qualcosa di piacevole- spiega Cameron. -È come essere incatenato a qualcosa che ti tira contro la tua volontà e tutto il tuo essere si oppone con forza.-
Alzo un sopracciglio, vagamente scettico, ma non dico più nulla.
-So la sensazione che si prova solo perché l'ha provata Nero, che fa parte dell'anima di Paris.- Specifica vedendo le facce confuse di tutti.
-Ma come ci arriveremo in quel posto se non possiamo volare?- Chiede il nuovo arrivato, guardando a terra e tormentandosi le dita.
-Tre di noi possono volare, ma ci metteremmo un'eternità ad arrivare. Aprendo un portale faremo più in fretta.- Chiudo le mani e concentro l'energia in un punto preciso, immaginando la mia destinazione, poi la rilascio di colpo e davanti a noi si forma un vortice buio come l'oblio.
-E cosa ne facciamo di lui?- Borbotta Fabio mangiucchiandosi le unghie, mentre guarda Serafiel in modo disinteressato.
Mi giro verso l'angelo e sorrido, pregustando la vendetta. Mi passo la lingua sulle labbra e ridacchio. -Lo porteremo con noi, è ovvio.-
Serafiel giace svenuto poco lontano da noi, la mascella rotta e le ali rubate come un souvenir dal sottoscritto. Ma presto si riprenderà, quindi devo fare qualcosa e so già da chi farmi aiutare.
-Cameron, crea una catena angelica abbastanza lunga e resistente in modo che il nostro amico non possa scappare.- Cameron annuisce e una volta creato ciò che ho richiesto me la porge. Mi avvicino all'angelo e lo lego in modo che non possa liberarsi, poi aggiungo il tocco finale.
Tutto il dolore che ho provato, il rammarico, la perdita, la sofferenza, li converto in fiamme e faccio in modo che la catena ne venga ricoperta. Non appena il fuoco avvolge il corpo incatenato dell'angelo, vedo Serafiel cominciare a tremare e a piangere, ma senza svegliarsi.
-Cos'è che gli stai facendo?- Mi chiedono curiosi Zoe, Fabio e Carter. Scarlett mi guarda e la nostra conversazione silenziosa di sguardi le basta per capire cosa ho fatto. Annuisce e poi con calma passa nel portale.
-Non volete saperlo, fidatevi. E vi sconsiglio di toccare la catena, a meno che non vogliate finire come lui.- Sorrido sardonico. Comincio a camminare e mi trascino dietro Serafiel, che continua a gemere di dolore senza svegliarsi. Passo davanti al resto della mia Corte ed entro nel portale, per apparire sulla montagna.
L'aria è fredda e il sole sta tramontando, illuminando di colori caldi tutto il roseto. È uno spettacolo meraviglioso, che viene rovinato dai piagnistei di Serafiel. Strappo un lembo di camicia e glielo ficco in bocca, in modo da farlo stare zitto. I mugugni si attenuano di molto e la cosa è soddisfacente.
Scarlett è già seduta a terra, a metà tra le rose rosse e quelle bianche. Con la schiena dritta e gli occhi chiusi sembra in meditazione, ma so che mi sente. Vedendola così mi ricorda i tempi passati tra le nuvole, quando riposava le ali candide sotto gli Alberi della Vita, quando non aveva pensieri per la testa o responsabilità, tranne quella di portare felicità ai bambini, quando era libera.
-Non guardarmi con quella faccia rammaricata Lucifero.- Mi sorride ad occhi chiusi. Il suo intuito mi stupisce sempre.
Sento arrivare gli altri in silenzio e Cameron porta le ceneri di Paris vicino alle rose rosse.
-Non rimpiango nessuna delle scelte che ho fatto, nemmeno e soprattutto quella di cadere con te.-
-Cadere?- Sussurrano in contemporanea tutti, fissando Scarlett stupiti.
Lei riapre gli occhi, viola come ametisti, scuri e ultraterreni, colmi di un'emozione potente, che però non riesco a definire. -Si, cadere. Sono una degli angeli primigeni, che scelse la Caduta invece della grazia. Il mio vero nome è Astarte, ma ho deciso di cambiarlo una volta scoperta la mia vera natura.- Spiega sorridendo.
Zoe impallidisce e cerca di balbettare qualcosa, ma non ci riesce.
Vedo che anche gli altri sono piuttosto sbigottiti, così trovo un masso a cui legare Serafiel, che non sia troppo vicino al roseto ma che mi permetta di tenerlo d'occhio e poi vado a sedermi accanto a Scarlett. Cameron mi segue a ruota, mentre gli altri sono rimasti in piedi a fissarci.
-Non me lo hai mai detto. Lo hai tenuto nascosto per tutto questo tempo.- Zoe sembra indignata, come se Scarlett avesse tradito la sua fiducia. Vedo l'espressione di Lussuria tramutarsi in tristezza.
-Perché non me l'hai mai detto?- Il tono accusatorio con cui lo dice mi manda in bestia. Scarlett è rimasta con me fin dall'inizio e l'ho sempre considerata una sorella, per questo il comportamento di Zoe mi fa incazzare. Mi alzo e mi avvicino lentamente a lei, in modo che capisca che non sto scherzando.
-Scarlett è mia sorella e non permetterò a nessuno di accusarla o insultarla. Lei è stata la prima a seguirmi nella Caduta, la prima che mi è rimasta fedele, la prima che ha combattutto con me durante le mie battaglie. Mi ha tirato fuori dai guai innumerevoli volte e mi è rimasta accanto in tutti i momenti difficili. Probabilmente senza il suo aiuto ora non sarei altro che una bestia senza raziocinio che vaga con il solo scopo di distruggere tutto quello che trova davanti a sé. Ammettere queste cose mi costa Scarlett, sappilo, perché non le ripeterò mai più.- Mi giro verso di lei e la vedo sorridere radiosa.
-Sapere o non sapere cos'era in passato non ti cambia niente. Scarlett c'è stata per tutti voi sin dall'inizio e non potete negarlo, ma sopratutto per te Zoe. Ti ha trattato come la sorella che desiderava tanto e sul bene che ti vuole non ti ha mai mentito, quindi fatti un favore e vedi di superare alla svelta questa situazione puerile e ragiona da persona adulta. Sono stato chiaro?- Sbotto seccato.
-Si.- Risponde con un filo di voce. Ritorno a sedermi e respiro lentamente per calmarmi, quando la mano di Scarlett si intreccia alla mia e la stringe per qualche secondo. Ha un effetto immediato, nemmeno mi avessero iniettato direttamente in vena un tranquillante.
Il resto della Corte viene a sedersi con calma e rimaniamo in silenzio per un po', ascoltando il vento cantare e osservando il sole svanire all'orizzonte.
-Quando hai detto che potevate volare in tre, intendevi anche Scarlett vero?- Indaga Carter.
-Si, esatto.- Replico distratto. Chissà quanto ci metterà a tornare da me, il mio piccolo corvo.
-Ho fatto una promessa di non usarle più, dopo la guerra che ha sterminato praticamente tutti noi primigeni. Gli unici sopravvissuti eravamo io e Lucifero. Abbiamo seppellito i nostri fratelli attorno al castello e le loro anime hanno fatto il resto, grazie alle condizioni dell'Inferno. Dopo la guerra Lucifero ha deciso di cambiare il sistema dell'Inferno. Ci siamo basati sul potere dei sette peccati capitali umani e da lì siamo partiti alla ricerca degli altri sei peccati, visto che la Superbia è stato il primo peccato creato in assoluto, anche se non da un uomo. È così che abbiamo trovato sul nostro cammino queste fiere leggendarie e ce ne siamo appropriati. Poi abbiamo dovuto trovare degli ospiti e compiere il rito di passaggio per l'assimilazione del peccato. Così è nata la Corte.- Scarlett racconta in modo calmo e pacato il nostro passato mentre la mia mente si fa sempre più distante.
Rivoglio Paris tra le mie braccia e mi formicolano le mani dal desiderio, ma ogni minuto che passa mi sembra sempre più una cosa impossibile. Lei è morta e io sono qui, ad aspettare che lei risorga come i cristiani attesero la resurrezione di Gesù.
Sarà davvero così? O Sono impazzito dal dolore e questo è solo un sogno?
Mi alzo per schiarirmi le idee, girando in cerchio attorno al roseto, con passo nervoso. Gli altri non fanno caso a me, presi dai racconti di Scarlett, tranne Cameron. I suoi occhi mi seguono vigili e costanti, ma non invasivi, come se mi facessero la guardia.
E poi eccola, la sua voce.
Resisti Lucifero. Abbi fiducia in me.
È talmente flebile che a malapena la sento, ma mi basta per rilassarmi un po'. Da qualche tempo ho notato che la sua voce ha un effetto rassicurante su di me e anche questa volta la sensazione di calma non tarda ad arrivare. Mi guardo in giro e vedo Cameron che mi osserva e sorride, come se avesse sentito anche lui.
Gironzolo ancora un po' finché delle urla soffocate mi mettono sull'attenti. Mi giro in direzione del suono e vedo che Serafiel si è svegliato. Si divincola quasi selvaggiamente, fino a tagliarsi la pelle, ma tanto non andrà da nessuna parte. Gli tolgo il pezzo di camicia che gli avevo messo in bocca per zittirlo e lo getto a terra.
-Basta, per favore, basta. Non ce la faccio più.- Riesce a parlare nonstante la mascella slogata, segno che sta riprendendo le forze. Ha gli occhi rossi e gonfi dal pianto, le labbra screpolate e il corpo martoriato. Ma guarirà in fretta e non posso lasciare che la sua pena duri così poco.
-Ohh.- Canticchio estasiato. -Ma tu guarda. Una serpe travestita da angelo che implora. Mi sta bene. Fallo ancora.- Lo afferro saldamente per i capelli e tiro in alto la testa, aspettando la sua risposta.
-Ti prego, basta. Fallo smett...-
-Credo che per una punizione così atroce ci sia un motivo ben preciso.- Una voce dolce e dal taglio gentile riempie l'aria in modo inatteso.
Sono centinaia di anni che non la sento, ma non è cambiata di una virgola. -Michele, quale onore.- Lo sbeffeggio.
-È sempre un piacere avere a che fare con te fratello.- Michele sorride e mi porge la mano. La stringo e poi lo abbraccio. Lui ricambia con una forza sorprendente e so che la nostra scaramuccia è ancora in vigore.
Vedo tutti i presenti spalancare gli occhi sbigottiti, tranne Scarlett, che alza gli occhi al cielo e sorride.
-Allora fratello, non mi presenti?- Risplende mentre sorride e la cosa mi irrita. È uno degli angeli più umani che abbia mai visto; riesce a trovare un equilibrio a tutto nel suo cervello e mi chiedo ancora come abbia fatto a non impazzire.
-Ti puoi presentare benissimo da solo, visto che la bocca la sai usare.- Lo prendo in giro e lo lascio a fare le sue introduzioni.
Nonostante ci sia sempre una distrazione non faccio altro che preoccuparmi. Osservo Michele e lo vedo attraverso gli occhi degli altri. Sprizza sicurezza, calma e gentilezza da tutti i pori e lo si evince anche dal suo modo di fare. Sorride ed è paziente in maniera quasi assurda, visto che la Corte lo sta riempiendo di domande. Non si ritirano spaventati da lui, anzi.
I suoi occhi verdi come il mare cercano i miei e con gentilezza si fa largo tra i suoi nuovi fan per venire accanto a me.
-Mi spieghi esattamente cosa è successo? So che è stato mio figlio a sobillare una buona parte degli angeli delle schiere più basse per dichiararvi guerra, al solo scopo di distruggere l'ibrido. Per questo sono sceso a controllare di persona. A proposito, dov'è?- Lo vedo guardarsi in giro e passarsi le mani nei riccioli biondi, tirandoli in tutte le direzioni. Quando non gli giunge risposta, ma vede dove sto guardando, barcolla. Non capisco perché abbia avuto questa reazione, ma Michele cerca di riprendersi il più in fretta possibile. Si passa una mano sul volto pallido dai lineamenti fini e poi scuote la testa.
-Tuo figlio mi ha maledetto. Ogni volta che io mi innamoro di qualcuno e i sentimenti sono ricambiati lui lo percepisce e viene a compiere la sua maledizione. Mi ha fatto uccidere Serena più di duecento anni fa e ora mi ha fatto uccidere Paris. Sappi Michele, che non mi importa se è tuo figlio, lui soffrirà per l'eternità.- Gli chiarisco la questione con veemenza.
Michele mi osserva e inizia a gironzolare, diventando sempre più nervoso.
-Cosa c'è? Spero non vorrai impedirmi di compiere la mia vendetta.- Incrocio le braccia e lo guardo male.
Michele sembra non sentirmi e si avvia al punto in cui si trova suo figlio. Allunga le mani verso di lui...
-Non toccare la catena!- Gli urlo in avvertimento, ma è troppo tardi. Le sue mani sono già entrate in contatto con il metallo angelico e il suo corpo trema per qualche secondo prima di riprendere il controllo. Sono estremamente colpito persino io.
Serafiel lo guarda con gli occhi pieni di dolore e lacrimanti. -Come fai a sopportarlo? Io a malapena ci riesco.- Sussurra indebolito.
Mi avvicino e tutta la Corte mi segue sbalordita dalla potenza di Michele.
-Ho sopportato enormi dolori in vita mia, tra i quali il primo è stato quello di scagliare fuori dal Paradiso mio fratello, una delle persone che più ammiro e amo nella mia vita. Ho sopportato la perdita di innumerevoli fratelli e sorelle in guerre di cui tu non hai la minima idea. Ho già perso l'amore della mia vita e mi rimane solo la mia famiglia. Ora vuoi togliermi anche quella?-
-Non capisco padre. Io sono la tua famiglia.- Serafiel piange e guarda con tristezza Michele, che sempre con pazienza e gentilezza gli accarezza i capelli e gli asciuga le lacrime.
-Tra angeli ci si considera tutti fratelli e sorelle, ma ci si può anche innamorare. Ho una sorella, che adorava starmi accanto ogni volta che aveva tempo libero. Poi si è innamorata di un demone, Cole. Passava ancora a parlarmi e vedevo che era felice, perciò ero contento per lei. Poi hanno avuto una figlia e la prima volta che l'ho vista il mio cuore si è riempito di gioia come non provavo più da tanto tempo. Era un raggio di sole, tutta sorrisini e scherzetti. Più che come una nipote l'amavo come una figlia, ma sono stato richiamato ai miei compiti e non l'ho più vista. E tu hai osato maledire mio fratello, che per colpa tua ha ucciso mia nipote. Sei mio figlio e lo rimani, ma mi riesce difficile perdonarti adesso per quello che hai fatto.- Le parole di Michele sembrano ghiaccio eppure sono ancora gentili. È stato conciso e brutale a parer mio, ma Serafiel rimane zitto e non parla più.
Michele si avvicina a me e mi parla all'orecchio per non farsi sentire dagli altri. -Ti concedo la tua vendetta, ma non puoi ucciderlo. È pur sempre mio figlio.- É consumato dalla tristezza e io non so come aiutarlo.
-Non ti prometto niente, ma farò del mio meglio.- Non posso fare altro che asserire. Rimaniamo in silenzio, l'uno accanto all'altro per un tempo indefinito.
A est comincia a rischiararsi il cielo, pronto ad accogliere l'alba.
Suona per me Lucifero e io mi sveglierò.
Volto di scatto la testa, ma lei non è qui. La sua voce però sembrava così corporea e reale che il mio cuore salta un paio di battiti. Mi giro verso Cameron e lo vedo annuire con fiducia.
-Creeresti per me un violino, Michele?- Chiedo con voce spezzata. Sentirla così vicina e viva mi scombussola, perché ho ancora la sensazione del suo corpo freddo tra le mani e sembrava così definitivo.
-Come ai vecchi tempi, giusto? Ma stai piangendo!- Me ne accorgo solo dopo che Michele me lo fa notare. Sento una mano calda stringere la mia, poi il profumo denso e scuro di Scarlett mi avvolge come una sciarpa. Non solo lei partecipa a questo abbraccio, che diventa collettivo e mi strappa una risata. Tutta la Corte si è stretta intorno a me e mio fratello Michele si è unito a loro senza problemi.
Sento dentro una strana emozione, un calore che non mi aspettavo più di sentire, una volta caduto dal Paradiso.
-Va bene, va bene, basta. Mi state soffocando. Sparite.- Faccio il gesto con le mani di spostarsi e ubbidiscono.
-Adoravo le tue creazioni per me.- Gli rivelo a fior di labbra. Michele mi sente e sorride triste. -E io amavo sentirti suonare. Sei sempre stato il più talentuoso, Portatore di Luce.-
Si mette all'opera e in poco tempo crea il più bel violino che ricordi di aver mai visto, intarsiato con disegni di rose e una piccola filigrana d'oro.
Me lo porge con delicatezza, quasi avesse paura di romperlo. -Troverai che la mia musica è cambiata molto da allora.-
-Se non lo fosse mi farei qualche domanda.- Sorride ironico, gli occhi verdi che brillano.
Accosto l'archetto al violino e comincio a suonare, facendomi trascinare da tutte le emozioni e i sentimenti che mi ha fatto provare Paris da quando l'ho conosciuta. È un suono malinconico e passionale, dolce e profondo, vibrante e oscuro, che trascina chi lo ascolta a sentire con intensità le stesse cose che ho provato io.
Proprio mentre suono e il sole sorge accade l'impensabile. Le ceneri poste nella ciotola di pino si librano in aria e come uno stormo assumono una forma complessa che cambia di continuo. Quando i primi raggi di sole colpiscono la cenere, questa prende fuoco e un sussulto generale ci invade, ma nessuno muove un passo. Continuo a suonare mentre l'attonimento generale fa da palcoscenico alla ragazza che si alza dalle ceneri, il corpo nudo e le ali scarlatte spalancate baciate dal sole del mattino.
La vedo prendere un respiro profondo e poi girarsi verso di me.
Ciò che mi trovo davanti è così travolgente che non mi reggono le gambe. Il suoi occhi dorati mi guardano con un'intesità e un ardore pari a quello del fuoco e crollo in ginocchio, spossato dall'attesa e dalla possibilità che lei non tornasse più.
-Bentornata piccolo corvo.- Dico con voce tremolante.
Trovo la forza di alzarmi e correre da lei, stritolandola in un abbraccio.
Assaporo il suo profumo, che nonostante le ceneri sa di acqua e di sole e l'unica cosa a cui penso è che è tornata da me.
Il mio piccolo corvo è tornata da me.

Mostriciattoli, ecco a voi il nuovo, atteso e agognato capitolo. Spero vi piaccia, fatemelo sapere.
Grazie a tutte/i coloro che ancora mi seguono e a cui piace la storia, siete fantastici!
So che aggiorno ogni morte di papa, ma il fatto che continuiate a leggere è per me un immenso piacere.
A presto, vostra
Beffii

Lucifero - l'altra metà del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora