Dopo aver pianto a dirotto mi sono addormentata in una posizione scomodissima e adesso mi fa male tutto, per non parlare degli occhi. Mi siedo e rimango imbambolata a fissare la porta per non so quanto tempo. Alla fine Fabio non mi ha portato Nur, quindi suppongo che non ci si possa fidare proprio di nessuno qui.
Non so più a cosa pensare, a cosa credere. I miei genitori mi hanno sempre tenuto all'oscuro di tutto, ma non ce l'ho con loro. Forse volevano solo proteggermi oppure mi avrebbero detto la verità compiuta una particolare età, magari a venti o venticinque anni. Sono solo infastidita dal fatto che mi abbiano nascosto tutte queste cose. Non sono più una bambina, avrei potuto sopportare la rivelazione di una cosa del genere.
Beh, ormai non è che io possa fare molto. Non so se quello che mi è stato raccontato sia la completa verità o solo una bugia enorme, ma al momento non posso farci niente. Dovrò andare in cerca di risposte e per farlo devo prima liberarmi.
Chissà se i miei genitori si stanno preoccupando o cosa stanno facendo. O Selene... Dove sarà in questo momento, cosa starà facendo?
Cerco una posizione più comoda e le catene che ho ai polsi tintinnano, facendomi ricordare le parole dette da Lucifero. Catene a prova di demone. Mi ha pure detto che sono una mezzosangue, anche se per il momento prevale molto di più la mia parte demoniaca. Suppongo che sia quella parte di me che diventa irascibile per poco, che risponde male e che se ne frega di tutto e di tutti. Ma presupponendo che io sia veramente quello che dicono io sia, come faccio a togliermi questi cosi?
Provo a batterli contro il ferro del letto, ma non si scheggiano e non si deformano. Sospiro esasperata. È logico che ci vuole un "potere superiore" a quello che posso usare io, facendomi addirittura male da sola.
Superiore... Ho trovato! Se le catene sono a prova di demone ho bisogno di qualcosa di angelico. Stando alle parole di Lucifero sono anche per metà angelo, quindi dovrei riuscire in qualche modo a liberarmi. Si, ma come?
Devo trovare qualcosa di angelico in me, anche se dubito seriamente di averlo. Sbuffo e rido amaramente.
Se la mamma o Selene fossero qui scommetto che saprebbero come aiutarmi. Cerco di immedesimarmi in loro, a cosa direbbero per farmi stare meglio. Sono una persona calma quando voglio, sensibile e disponibile ad ascoltare.
Faccio dei respiri profondi e mi calmo, concentrandomi su quelle tre parole e ripetendole più volte. A ogni respiro, una parola. Mi convinco di essere veramente così e non ci essere qualcuno che si arrabbia per ogni minima sciocchezza.
Il mio corpo si raffredda lentamente e una nuvoletta di vapore mi esce dalle labbra quando sbuffo per lo sforzo.
Sento le catene intorno ai polsi che scricchiolano e si ricoprono di uno strato leggero di ghiaccio. Le vedo creparsi in vari punti e la felicità di essere presto libera prende il sopravvento. Questo impulso è definitivo. Le catene si spezzano, cadendo al suolo in tanti piccoli pezzettini e rimango meravigliata. All'inizio non ero sicura che le catene si sarebbero rotte, ma così è stato. Sono finalmente libera!
Mi alzo velocemente dal letto, passando le dita in modo leggero sui polsi rossi e rischiando di inciampare nei miei stessi piedi.
Apro minimamente la porta e sbircio fuori. Un lungo corridoio ricoperto da un tappeto rosso si estende alla mia sinistra, mentre alla mia destra c'è il muro, che sembra fatto di marmo nero. Peccato che il marmo brilli, come se ci fossero incastonati dentro tanti piccoli gioielli. Una fiaccola appoggiata ad un sostegno illumina i dintorni, facendo svavillare il muro. Mi guardo in giro e non vedo nemmeno un interruttore della luce, solo fiaccole a distanza regolare luna dall'altra.
Davanti a me un corrimano è incastrato tra delle colonne dello stesso marmo lucido del muro, che si affacciano al piano inferiore. Il posto mi ricorda tanto l'ambientazione della casa di Lara Croft, nel gioco di Tomb Raider, solo che al posto del salotto, nella stanza principale c'è un tavolo enorme ricoperto di cibo.
Non c'è nessuno e il silenzio è inquietante, ho paura che mi possano scoprire e rinchiudere un'altra volta. Devo trovare una via d'uscita immediatamente. Con passo felpato mi dirigo verso la fine del corridoio, svolto a destra e scendo le scale. Dritta davanti a me c'è una scala che porta in un'ala che è parallela e identica a quella da cui sono appena scesa io. Il pianerottolo che congiunge le altre due scale è senza tappeto. Scendo ancora verso destra e mi ritrovo proprio davanti al tavolo imbandito. Non so quanto tempo sia passato da quando sono qui, ma il mio stomaco borbotta alla vista di tutto il cibo che c'è su quel tavolo enorme. Afferro una mela e una brioche al cioccolato e me le porto via. Finisco la brioche in un attimo, oltrepasso il tavolo e vado a destra. Mi ritrovo proprio sotto alla camera dove mi sono svegliata. C'è una porta anche qui, sembra un'uscita. La spingo e mi trovo in un altro corridoio. Possibile!?
È dritto e quasi del tutto buio e pare infinito. Il muro di questo corridoio non è lucido e non brilla come quello di sopra, anzi, sembra completamente diverso. Assomiglia a un grande blocco di pietra, smussato e graffiante. Mi mette un po' di inquietudine, perché tutto nella sala dietro di me sembra degno di un castello che una famiglia reale potrebbe benissimo permettersi, mentre qui è freddo e buio.
Sono determinata a uscire di qui, quindi mi avvio di buona lena, nonostante il mio cuore batta all'impazzata, come un bufalo che corre. Probabilmente lo sentono anche i muri. C'è solo una porta alla fine. Mi guardo in giro e noto qualcosa di strano nel muro sulla sinistra, quasi interamente coperto da un arazzo. Scosto il tessuto e una rientranza fa da palcoscenico a una porta nascosta. Di maniglie o battenti nemmeno l'ombra così provo a schiacciare il muro in corrispondenza dell'apertura. Sento la porta muoversi sotto le mie dita, ma non fa rumore. La apro, la richiudo dietro di me e l'arazzo copre nuovamente il tutto; magari è un passaggio segreto. Incespico nel buio più totale, avanzando a tentoni, visto che il pavimento non è regolare.
Vado a sbattere contro qualcosa di duro e legnoso. Abbasso le mani in cerca di qualcosa di familiare, ma non trovo niente. Allora spingo e quella che suppongo sia una porta si apre.
Rimango abbagliata dalla bellezza infinita del luogo in cui sono appena finita. Sono incantata e mi ritrovo senza parole. Data la bellezza di questo posto mi sento in dovere di togliermi le scarpe, per non insudiciare niente.
Non ci sono fonti di luce evidenti, eppure io vedo benissimo tutto il verde e i fiori colorati che mi circondano. Deve esserci una superficie d'acqua da qualche parte, che per adesso non vedo, in grado di riflettere tutta questa luce intorno a me, permettendomi di vedere.
Guardandomi in giro e camminando mi accorgo che la maggior parte dei fiori che ci sono qua dentro sono rose e piante velenose. Ma soprattutto rose, di qualsiasi colore. Quelle che spiccano di più per quantità sono quelle bianche e quelle rosse. Questo posto è gigantesco, mi ci perdo dentro, ma continuo a camminare, affascinata, attenta a non schiacciare coi piedi nudi le spine o le foglie a terra. Accarezzo i petali delle rose rosse, sono talmente morbidi che il velluto a confronto è cartavetrata.
Arrivo finalmente alla fonte, dove l'acqua rimbalza sulle pareti in giochi di luce. Una cascata si tuffa in una specie di laghetto circondato da pietre lisce, senza fare alcun rumore. Questo posto è immerso in un silenzio surreale e la cascata lo confermano ampiamente. Non posso essere diventar sorda tutta d'un tratto, quindi è evidente che questo sia un posto molto particolare.
Tra i sassi scorgo una cosa nera e lunga che cattura il mio interesse. Mi avvicino e la raccolgo. È una piuma, come quella di un corvo, ma molto più grande, lunga quanto il mio avambraccio. Mi piace.
Una bizzarra idea si fa largo nella mia mente. Grazie ai miei capelli lunghi riesco a incastrare la piuma in modo elegante con un modo stretto. Un po' mi sembra una cosa ridicola e dall'altra parte mi rende euforica, senza nessun motivo apparente.
Mi specchio nel laghetto e da quello che vedo ho ottenuto un buon risultato. Lucifero ha ragione, assomiglio proprio a un corvo con questa piuma nei capelli, soprattutto perché i miei lineamenti sono leggermente affilati.
Non so da quanto sono qui, ma questo posto non è affatto male, mi sento bene, in pace. Nessuno che disturba, nessun rumore, solo il silenzio a circondarmi.
Il silenzio e i miei pensieri, che si fanno via via sempre più rumorosi.
E se restassi qui? Sono curiosa, voglio sapere tutta la verità che mi è stata nascosta, sui miei genitori, su me stessa. Voglio sapere chi è veramente Lucifero, perché se è veramente lui ho a che fare con una creatura praticamente mitologica. Voglio scoprire cosa c'è all'Inferno, quali sono i suoi abitanti e i suoi segreti. Cosa si cela dopo la morte...
Mi perdo nelle mie riflessioni e quasi non mi accorgo di qualcuno che entra correndo nel giardino. Sussulto e mi nascondo il più velocemente possibile.
Pensi al diavolo e spuntano le corna.
Lo vedo avvicinarsi allo specchio d'acqua, infuriato e deluso allo stesso tempo. Ha le mani tra i capelli, è frustrato e anche molto nervoso.
Poi una lampadina si accende nel mio cervello. Ma certo. Sono scappata e mi staranno cercando.
Osservo Lucifero in tutta la sua magnificenza. Non posso fare a meno di guardarlo, cammina nervoso avanti e indietro borbottando tra sé, cercando di sistemarsi i vestiti spiegazzati.
-Ma dove è finita? Era qui per la miseria! Come ha fatto a scapparmi tra le dita? È ancora più potente di quanto mi aspettassi. Nessuno è mai riuscito a rompere le catene in così poco tempo. O magari qualcuno l'ha aiutata...- Continua a borbottare tra sé.
Lo tengo d'occhio senza muovere un muscolo o fiatare.
Sento il bisogno di rassicurarlo di nuovo e questa cosa non mi piace neanche un po'. Mi sto rammollendo.
Si mette in ginocchio e si rinfresca la faccia, tante goccioline che scendono dal suo volto e cadono sulla camicia, facendola aderire al suo petto. Il suo viso riprende un po' di colore e le occhiaie che aveva fino a poco prima spariscono.
Non so da dove mi venga tutto questo coraggio, ma faccio il giro in modo che non mi veda e appoggio la mano sulla sua spalla, sussurrando il suo nome con fare deciso.
Si irrigidisce e poi in meno di un secondo mi ritrovo con una spada puntata alla gola. Alzo le mani in segno di resa.
Sembra sconvolto.
-Cosa ci fai qui?- La sua voce è rauca e ha un tono duro.
-Io...in verità ho cercato di scappare. Non ce l'ho fatta. Speravo di uscire utilizzando la porta da cui sono entrata.- Non riesco a guardarlo negli occhi, non ne ho la forza. Pensavo di andarmene senza farmi beccare, ma il mio punto debole verso Lucifero è il fatto che io voglia rassicurarlo ogni volta che lo vedo un po' giù.
La testa mi brucia e so che mi sta guardando male. -Ti sei cacciata proprio nei guai, mio piccolo corvo. Sono tre giorni che ti stiamo cercando.-
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Lucifero - l'altra metà del male
FantasyComincia sempre tutto con un incontro. Siamo al cospetto di un Lucifero nuovo, di angeli che si comportano con la superbia dell'essere umano e con un ibrido particolare, che ha la chiave di entrambi i mondi, ma la scelta di uno solo. -Ho visto la...