Capitolo 23 - Stregatto

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La stanza di Cameron è molto bella, semplice e ordinata. Dopo avergli chiesto il permesso, mi siedo sul letto, su cui sprofondo lentamente. Giro la testa per completare la mia analisi e scopro il paradiso. Buffa questa mia affermazione visto che mi trovo all'Inferno.
Sul muro della porta da cui siamo entrati ci sono centinaia di disegni, grandi, piccoli, alcuni sono minuscoli. In qualsiasi stile siano rappresentano le stesse tre cose: animali, paesaggi e sfondi senza senso. Uno in particolare attira la mia attenzione. Il disegno dello Stregatto, situato in mezzo a dei paesaggi, sembra chiamarmi a gran voce. Mi alzo dal letto e mi avvicino al muro, passando una mano sul disegno, che mi riporta alla memoria il mio gatto. Avevamo preso un gatto quando ero piccola, e in quel periodo ero innamorata del cartone di Alice in wonderland, così avevo chiamato il nuovo arrivato Stregatto, anche per via delle strisce chiare e scure che aveva sul corpicino minuto.
Un anno e mezzo dopo lo avevano investito proprio davanti a casa. Ricordo di aver pianto disperatamente e di non aver più voluto gatti come animali da compagnia. Ma adesso è diverso e questo disegno mi fa affiorare un sorriso sulle labbra.
-Puoi prenderlo se vuoi.- Sento dire da Cameron.
-Davvero?-
Sono felice di questo, e mi piacerebbe veramente tenerlo.
-Davvero.- Mi sorride e annuisce. Sono talmente contenta che corro verso di lui e lo abbraccio forte forte.
Cameron mi stacca leggermente da sé, forse sono stata troppo invasiva e gli dà fastidio.
Non faccio in tempo a ritrarmi che la sua bocca finisce sulla mia. Spalanco gli occhi ma non mi smuovo di un centimetro.
La bocca di Cameron è calda e sa ancora di gelato alla vaniglia. È il primo bacio che ricevo in vita mia e non so cosa fare. Il mio cervello lavora freneticamente alla ricerca di una soluzione su cosa fare in un caso del genere.
Forse dovrei solo lasciarmi andare, godermi il momento e smettere di pensare. Questa è un'opzione... Cameron è sempre così dolce e gentile con me, non mi tratta mai come se fossi un oggetto e non cerca di farmi stare male. È premuroso e il fatto che abbia voluto baciarmi mi fa sciogliere. Non sono un essere speciale, non ho mai avuto un ragazzo in vita mia e non so come comportarmi. Un incessante turbinare di pensieri ronza nella mia testa e non riesco a pensare con chiarezza. Ma quando Cameron muove le labbra sulle mie tutto sparisce. La mia mente diventa uno spazio bianco enorme.
Chiudo gli occhi e le nostre labbra si muovono all'unisono, un respiro contro l'altro e i sospiri appagati della pelle che sfrega contro altra pelle.
Cameron fa scivolare una mano sulla nuca e una sulla schiena, tirandomi a sé. Il foglio dello Stregatto mi scivola dalle mani e cade con un tac sul pavimento, momentaneamente abbandonato.
Le mie mani vagano sulla schiena tonica di Cameron, fino ad aggrapparsi alle sue spalle. Ho l'impulso di mordere qualcosa e l'unica cosa che posso fare è mordere il labbro inferiore di Cameron che si muove con passione sulla mia bocca.
Affondo leggermente i denti e lo sento mugolare, baciandomi con sempre più intensità. Si sposta, portandomi con lui e mi fa stendere sul letto, che sprofonda sotto il nostro peso.
La bocca di Cameron si sposta lentamente sul mio collo, lasciando una traccia di baci caldi fino ad arrivare al bordo del top che indosso. Si ferma e alza il viso verso di me con sguardo dolce. Sposto le mani dalla schiena ai suoi capelli, tirandolo nuovamente verso la mia bocca, per baciarlo ancora.
I nostri respiri sono affrettati e il mio corpo comincia a formicolare di desiderio.
Un rumore secco e prepotente, come quello di una porta che viene chiusa con furia, ci fa separare all'improvviso.
Abbasso lo sguardo imbarazzata e non lo alzo finché non sento le dita di Cameron che mi alzano il mento, in modo che io possa guardarlo negli occhi, che sono luminosi e gioiosi. Tutto il contrario di ciò che dovrebbe essere un accidioso.
-Che c'è?- Mi chiede preoccupato.
-Niente. Mi ha spaventato il rumore.-
-Non me la racconti giusta, pasticcino.-
Alzo un sopracciglio ma non commento al nuovo nomignolo. -Su, forza. Sputa il rospo.-
Faccio di tutto pur di non guardarlo negli occhi azzurri come il cielo. -Io... ehm...- Cerco di schiarirmi la voce con scarsi risultati.
-Si?- Cameron attende paziente.
-Sei stato il primo ragazzo che io abbia mai baciato in vita mia. Non avevo idea che i baci fossero così.- Sussurro il più velocemente possibile, come se, facendo così, mi togliessi un peso dalle spalle.
Cameron mi fissa allibito. -Non ci credo. Non hai mai avuto un ragazzo?-
Scuoto la testa in modo negativo.
-Possiamo cambiare argomento, per favore?- Mi sento a disagio a parlare della mia vita sentimentale, visto che non l'ho mai avuta, e Cameron pare accorgersene perché tossisce con fare imbarazzato e replica: -Oh... certo. Hai ragione. Di cosa vuoi parlare?-
-Non lo so, di quello che vuoi.-
-Beh, intanto che pensiamo a un argomento interessante, perché non ci mettiamo comodi?- Si sdraia e invita anche me a farlo, accanto a lui. Cameron mette una mano dietro alla testa e incrocia le caviglie, mentre mi sdraio accanto a lui, che con la mano libera prende ad accarezzarmi i capelli. Sento il cuore battermi forte nel petto, preda delle emozioni intense provate poco fa. Devo pensare a qualcos'altro che non sia Cameron, altrimenti finirei per chiedergli di baciarmi ancora, per zittire il mio cervello sovraccarico.
-Ho trovato.- Dico.
-Chiedi pure.-
-Come funziona l'Inferno? L'Abisso che abbiamo visto, il ponte che abbiamo attraversato...- Rievoco alla mente le urla che sentivo provenire da quel buco nero, prima di rischiare di caderci dentro.
-Ehi. Frena frena. Una cosa alla volta.- Ride. -L'inferno è composto da cerchi. Il palazzo di Lucifero è al centro di tutto, poi come hai notato, la strada è tutta in salita anche se siamo in una specie di grotta da cui non è possibile uscire, se non tramite un apposito albero. Il primo filare di alberi di fuoco circonda il castello. Oltre quella foresta si trova un rialzo per i nostri ponti.
-I vostri ponti?- Lo interrompo incuriosita.
Lui annuisce e continua la sua spiegazione. -Ce ne sono sette in tutto, che sovrastano l'abisso dei dannati, ognuno per ogni peccato, come se fossero i raggi di una ruota. Ma non siamo sempre lì a controllarli, mettiamo delle anime che peccano a nostro favore di guardia.-
- Avevi accennato qualcosa l'altra volta. Che anime?- Sono alla ricerca insaziabile di dettagli.
Cameron alza le spalle con indifferenza. -Io ho scelto Seoras per il mio ponte perché ha peccato di accidia molto leggermente, quindi è il più affidabile. Non so quali siano gli altri guardiani e con quale criterio li abbiano scelti gli altri Peccati.-
La mano di Cameron che mi accarezza dolcemente i capelli è rilassante e piano piano sento i miei occhi chiudersi.
-E nell'Abisso cosa c'è?- Con uno sforzo di volontà pronuncio questa frase, a cui viene data immediata risposta.
-Lì c'è il vero Inferno. Dove tutte le anime peccatrici scontano la loro pena, ognuna nel suo fuoco personale.-
-Fuoco?- Sbadiglio, mettendo una mano davanti alla bocca. Cominciano a bruciarmi gli occhi e la voce di Cameron è come una ninna nanna che mi culla.
-Si, un giorno di questi magari ti porto a vederlo.- Sbadiglia anche lui. Credo di averlo contagiato.
Chiudo gli occhi e appoggio la testa sul suo petto, ascoltando i ritmici e regolari battiti del suo cuore sotto il mio orecchio.
Passano pochi minuti che sprofondiamo entrambi nel sonno più pacifico in cui ricordo di essermi mai addormentata.

Lucifero - l'altra metà del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora