Appena chiudo la porta di casa sbuffo. Mia madre mi fissa curiosa, allora mi accingo a spiegare.
-Abbiamo un nuovo vicino di casa...-
-Veramente? E dov'è? Non l'hai invitato a fermarsi a cena?- strabuzza gli occhi color cioccolato e corre in cucina.
-Mamma, aveva degli impegni. E poi perché avrei dovuto invitarlo a cena?- Mento e borbotto gesticolando.
La mamma si gira a rallentatore e mi guarda male. -Si chiama cortesia, tesoro. Evidentemente non ti è ancora entrato in testa. Chissà da chi hai preso.-
La mamma si mette a cucinare e io mi rifugio in camera mia. Tutti i mobili sono azzurri, ma sulle pareti gialle ho disegnato un teschio rosso con le orbite grigie metallizzate. È un po' inquietante ma mi piace.
Il che mi riporta a pensare a Luc. È senza dubbio il ragazzo più bello che io abbia mai visto. I capelli serici e neri come l'inchiostro, gli occhi della notte e un portamento fiero e regale. Peccato per il caratteraccio. Anche se dopo si è mostrato molto più gentile. Non so cosa pensare di lui, mi sembra piuttosto enigmatico, non riesco a inquadrarlo. Piano piano e senza accorgermene mi addormento. Vengo svegliata dalla voce gentile di mia madre. -È pronta la cena, tesoro.-
-Arrivo, arrivo.- Borbotto con la faccia ancora spiaccicata sul cuscino. Arranco verso la cucina come una vecchia ottantenne e mi siedo accanto a mio padre. Ho i suoi stessi capelli neri, solo che i suoi sono corti. Della mamma non ho preso niente a quanto mi risulta, pure gli occhi li ho presi da papà, sono grigi, come una tempesta in arrivo.
-Bella l'impronta che hai sulla faccia Paris. Hai fatto a botte con il cuscino?- mi chiede ridendo papà.
-Assolutamente.-
-E chi ha vinto?-
-Io, mi pare ovvio. Sono una campionessa nata, per chi mi hai preso?- Ribatto ridendo.
Papà mi schernisce. -Da quello che vedo gli unici segni te li ha lasciati il cuscino...-
-Mmm, era solo una tattica per fargli credere di aver vinto. Poi l'ho sconfitto.- Orgogliosa della mia finta battaglia mi siedo a tavola.
-Ma di che combattimento stavate parlando? Non si è fatto male nessuno, vero?-
Io e papà ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere.
All'ora di cena è sempre così. Io e mio padre conversiamo mentre mamma cucina e la metà delle volte non sente quello che diciamo perché è indaffarata a preparare da mangiare, in più la TV è accesa e lei è sempre presa a scoprire chi è l'omicida di turno della serie.
Papà alla fine le sorride e mi arruffa i capelli. Ora che ci faccio caso i loro sorrisi si somigliano molto. Hanno lo stesso non so che di birichino.
-Quasi dimenticavo Cole... Abbiamo un nuovo vicino di casa!- Esulta mia madre, dandomi dei colpetti con il gomito nelle costole.
-Davvero? E il giovanotto in questione com'è?- Il tono sospettoso di mio padre mi fa venire i brividi, ma so che lo fa solo per proteggermi. Nonostante io abbia diciannove anni sarò sempre la sua bambina. Arrossisco lievemente e la mamma se ne accorge. -Ah ah! Le piace!
-Non è vero!- Ignoro l'occhiata sarcastica di mia mamma e vado avanti a spiegare con voce asciutta -che sia bello non ci sono dubbi, ma è stato maleducato.-
Piccola bugia a fin di bene per la mia credibilità.
Finiamo la cena in silenzio poi i miei genitori si ritirano in salotto per guardare un film e li sento parlare sottovoce, ma devo sparecchiare e lavare i piatti perciò mi metto all'opera. È stata una giornata impegnativa e domani c'è scuola, così salgo le scale diretta in camera e saluto i miei genitori.
Mi infilo il mio comodo pigiama e mi stravacco sul letto e in un attimo Nur mi salta addosso, schiacciandomi con il suo peso.
-Bello mio, finirà che lo distruggi il letto se ci salti sempre sopra così, sai?- Rido quando vedo che scodinzola e tira fuori la lingua. Gli faccio i grattini dietro le orecchie e subito si mette a pancia in su. È proprio un cucciolone quando fa così, si rilassa troppo e la bocca morbida lascia scoperti tutti i denti, aguzzi in modo impressionante. Non avrebbe problemi a mangiarsi qualcuno, ci scommetto.
Nel giro di qualche minuto mi addormento, circondata dal calore del corpo del mio lupo e dalle coperte.Un latrare improvviso mi sveglia di soprassalto. Nur ringhia con il pelo alzato verso qualcosa di luminoso sul comodino. Lo accarezzo per calmarlo e noto che punta la sveglia. Tutte la mattine è la stessa storia. Sopporta la sveglia meno di me.
-Povero il mio cucciolo. Mi dimentico sempre che ti da fastidio.- Biascico. La spengo a fatica e mi alzo dal letto, Nur al seguito. I suoi zamponi felpati non fanno rumore sul parquet, altrimenti i miei genitori non avrebbero permesso che lui rimanesse con noi. Per la mamma è inquietante, ma io lo trovo rassicurante, mi fa da ombra e mi protegge. Mi giro di scatto e lo abbraccio, affondando le mani nel suo collo peloso. -Ti voglio bene Patacca.-
Nur uggiola così mi stacco, accarezzo il pelo tra le orecchie e mi dirigo in bagno. Appena finisco mi vesto, prendo lo zaino e corro in cucina afferrando la prima cosa che trovo nella dispensa. Ovviamente sono in ritardo e dimentico di chiudere il cancelletto di casa, così Nur salta fuori e corre verso il cancello di Luc, che al contrario di me esce con nonchalance. Quando si vede arrivare contro un ammasso di pelo di settanta chili non fa una piega, anzi si accuccia e lo coccola.
Li fisso per un po', soprattutto Luc che se ne accorge. Dev'esserci per forza qualcosa di strano in lui, perché non è possibile che Nur ogni volta che lo vede si fionda su di lui. Luc si alza e mi rifila un'occhiata maliziosa. -Ti piace quello che vedi, piccolo corvo?- La sua voce intensa e calda mi solletica i sensi. Arrossisco ma non gli do la soddisfazione di rispondergli, così mi incammino verso la fermata dell'autobus, ma lui mi segue, Nur che trotterella al suo fianco. Dov'è finita la gentilezza di ieri sera? Sparita come se fosse un miraggio?
-Fila a casa tu! Non dovevi nemmeno uscire!- lo sgrido. Lui abbassa le orecchie e si sposta verso Luc, come in cerca di conforto. Lo guardo male e Luc ridacchia accarezzandolo ancora.
-Ci accompagna per un tratto di strada e poi torna indietro, non è vero Nur?- il diretto interessato scodinzola felice sbattendo la coda sulle nostre gambe e precedendoci nel cammino. Ancora non ho capito come abbia fatto a farsi ascoltare. È uno sconosciuto per la miseria! Ora sono sicura al cento per cento che in Luc ci sia qualcosa di strano. È riuscito persino a dare degli ordini al mio lupo!
-Ti hanno tagliato la lingua, piccolo corvo?- Il tono sarcastico della sua voce mi fa sorridere.
-Perché mi dai del corvo?- glielo chiedo perchè sono curiosa.
Pare perplesso perfino lui dalla domanda che gli ho posto. -Non lo so. Saranno i tuoi capelli, mi ricordano le ali dei corvi.- Sminuisce il suo commento facendo dei gesti con le mani. Io abbasso la testa, evitando di guardare ancora i suoi occhi profondi come l'oceano. Mi ha fatto un complimento anche se forse non se n'è accorto. Mi piacciono i corvi, ne ho persino uno tatuato sopra il cuore, sono animali intelligenti.
Piano piano ci avviciniamo alla fermata e vedo Nur mettersi in posizione di difesa davanti a me. I ragazzi che prendono il bus con me mi guardano stupiti, come se fosse la prima volta che mi vedono. Un paio di loro mi fa l'occhiolino ma Nur gli ringhia contro, facendoli arretrare con gli occhi sbarrati.
-È tuo il cane?- mi chiede un ragazzo dai capelli color sabbia.
-In verità è un lupo. Comunque si, è mio.- Lancio un'occhiataccia a Luc per fargli capire che deve smettere di comportarsi come se Nur fosse di sua proprietà.
-Come hai fatto a tenerlo con te?- continua imperterrito. Sembra il più coraggioso tra gli altri che se ne stanno in gruppetto a bisbigliare.
-L'ho trovato nel bosco qualche anno fa, era ferito, l'ho curato e non se n'è più andato.- Spiego semplicemente.
-Ma non ha bisogno di vaccinazioni o cose del genere?-
-Ora che mi ci fai pensare non si è mai ammalato e non ha mai avuto nemmeno una zecca. Strano, ma meglio così, no?- Sorrido e accarezzo Nur, che si appoggia contro il mio fianco.
-Certo che per essere un lupo è proprio un bestione!- Commenta ridendo. Mi porge la mano e io la stringo. -Sono Alex, comunque.-
-Paris.- Vedo Nur che scruta Alex con i suoi occhi ambrati, come a dargli l'approvazione. Si avvicina silenziosamente, il muso all'altezza della mia vita e lo punta in direzione di Alex. Lui trattiene il respiro per poi lasciarlo andare quando Nur poggia il naso sulla sua mano.
-Gli piaci. Non è una cosa che capita spesso. Solitamente non gli va mai a genio nessuno.- Sono confusa da tutta questa sua confidenza.
-Meno male. Altrimenti mi avrebbe staccato un braccio.- Ride. Io lo fisso seria. -Avrebbe potuto farlo.-
Alex smette di ridere e impallidisce. Rimane zitto per qualche istante, scrolla le spalle e torna a guardarmi un po' intimorito, per poi chiedermi chi è il mio accompagnatore.
-È il mio nuovo vicino di casa. È arrivato ieri sera, si chiama Luc.-
Nel frattempo della nostra conversazione le ragazze hanno accerchiato Luc come un gregge di pecore. Lo squadrano per bene, senza farsi sfuggire nemmeno un dettaglio, dalla statura molto alta al modo in cui è vestito. Porta dei vestiti neri come ieri sera, con una camicia aperta leggermente sul petto. Ma quello che attira lo sguardo è il cappotto leggero e lungo quasi fino ai piedi, con il bavero rialzato. Non che faccia questo gran caldo, per intenderci. Sorride malizioso a tutte, che si sciolgono in sospiri estasiati.
-Ma dico io, si può essere così oche? - mormoro stizzita. Alex accanto a me si mette a ridere e Luc, al centro del vortice di capelli, unghie, rossetti, specchi e altre stupidaggini si volta verso di noi. Stringe gli occhi e fulmina con lo sguardo Alex che impallidisce per la seconda volta. Poverino. -Non ti fa paura?-
-Ehm, perché dovrebbe? È solo un ragazzo. Un ragazzo un po' maleducato e pieno di sé.- Guardo Alex confusa. Non capisco perché debba fargli paura.
-Non lo so. C'è qualcosa che non mi convince. Mi da l'idea del cattivo della situazione, come nei film.-
-Un ragazzone come te ha paura di Luc?- Ora che osservo bene Alex mi accorgo che è muscoloso, non in modo eccessivo però.
-Non lo so, scommetto che in una rissa potrebbe vincere lui a mani basse, però è una sensazione. E non è una bella sensazione.- Sembra scombussolato, anche se non so dire il perchè.
-Ti fai fregare dalle prime impressioni, Alex?- Gli tiro un pugno sul braccio con fare scherzoso. Sento lo sguardo di Luc addosso, mi volto e lo vedo che si dirige a grandi passi verso di noi, ignorando totalmente la sfilza di ragazze che si lamentano della sua assenza.
-Di cosa si parla qui?- Sento la sua voce, è come musica per le mie orecchie.
-Di te, mister Narciso.- Lo sfotto un po' -Abbiamo capito che ti piace stare al centro dell'attenzione.-
Luc ride passandosi una mano nei capelli, che ora vanno in tutte le direzioni. Peccato che anche così sembri un modello uscito da una pubblicità.- Beh, ovviamente sono il migliore qui, non ti pare?- Mi fissa intensamente, facendomi girare le api assassine nello stomaco e ignorando bellamente Alex, che sussurra convinto: -Pure molto superbo, no?
Luc lo lincia con lo sguardo e risponde con voce fredda. -Tu non sai quanto.-
Detto questo si rivolge a Nur e gli dice di andare a casa.
-Ehi!- Lo fermo -Lui è il mio lupo. Non prende ordini da te!-
-Scommettiamo piccolo corvo?- Mi guarda e rabbrividisco. I suoi occhi emanano il gelo artico quando li punta nei miei. Ho come la sensazione che mi fregherà in qualche modo.
-Forza Nur, vai a casa e fai attenzione.- La sua voce sembra impregnata di persuasione. E quando vedo Nur leccarmi la mano e poi sparire dietro l'angolo di una casa, mi sento tradita. Ha sempre obbedito a me, perché ora prende ordini da lui?
Sono infuriata. Mi giro verso Luc e lui mi guarda sorridendo malignamente.
-Sparisci dalla mia vista!- sbotto.
-Altrimenti?- sbuffa divertito. Gli lancio un'occhiataccia e ribatto inviperita: -Altrimenti ti spacco la faccia! Ti ridurrò a una cosa agonizzante e irriconoscibile.-
Alex mi guarda basito mentre Luc sorride con malizia e sussurra: - Mi piacciono le ragazze aggressive. Sono le migliori a letto.- Mi fa addirittura un occhiolino.
Tutta la mia rabbia sparisce in un nanosecondo, rimpiazzata dal rossore sulle guance. Evito di ribattere e guardo da un'altra parte mentre Luc si sbellica dalle risate.
Non gli rivolgo più la parola, quando finalmente arriva il tanto agognato bus e saliamo. Per tutto il viaggio regna il silenzio. Credo di aver dato un bello spettacolo per oggi, perchè ci fissano tutti. Tempo un quarto d'ora e siamo a scuola.
Dimenticavo. È lunedi. Si prospetta una giornata di merda.
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Lucifero - l'altra metà del male
FantasiComincia sempre tutto con un incontro. Siamo al cospetto di un Lucifero nuovo, di angeli che si comportano con la superbia dell'essere umano e con un ibrido particolare, che ha la chiave di entrambi i mondi, ma la scelta di uno solo. -Ho visto la...