Quella stessa sera i ragazzi avevano deciso di incontrarsi nel piccolo garage che stava sotto casa di Taehyung, come accadeva molto spesso, e sempre lì avevano consumato la loro cena.
"Ragazzi, credo che prima o poi dovremo ricominciare a mangiare cibo normale, e non solo take-away" Namjoon ruppe il silenzio con la sua indole paterna e tutti risero alle sue parole, ma infondo sapevano che aveva ragione.
Jungkook era seduto su un soffice pouf di colore marrone, che a stento tratteneva il peso del ragazzo, ed aveva la schiena poggiata allo spoglio muro giallognolo che li circondava. Quel luogo non era affatto accogliente visto dall'esterno: i muri erano decorati qua e là con scritte fatte a penna da un piccolo Taehyung, e c'erano piccole ragnatele negli angoli superiori dei muri; il pavimento, invece, era perfetto: si impegnavano ogni giorno a pulirlo così che quel piccolo buco fosse almeno vivibile.
Sul tavolo attaccato al muro c'erano i cartoni del cibo vuoti ed alcune bottiglie che Namjoon stava cercando di sistemare, attirando l'attenzione degli altri in quanto ad ogni suo movimento coincideva la caduta di qualcosa.
"Hyung, forse è meglio se lasci stare, faremo noi dopo" rise forte Jimin, che nel frattempo si stava spostando i capelli che con qualche ciocca coprivano i suoi sottili occhi scuri.
La sua voce attirò lo sguardo di Jungkook, che per un attimo sorrise divertito alla presa in giro, ma si ricompose quasi subito e si concentrò sul suo cellulare, sfogliando le varie foto dal social sul quale era finito. Fu solo quando vide la foto di una ragazza dai capelli scuri che si ricordò che aveva qualcosa da dire agli altri:
"Ehi, avete da fare domani?" domandò quasi senza alzare lo sguardo dallo schermo, posando poi gli occhi su di loro solo quando ebbe una risposta negativa da tutti.
"Bene, Chae Young ci ha invitati ad una festa a casa sua, pensavo sarebbe stato carino andarci."
"Oh quindi finalmente ti ha parlato!" Il tono divertito ed allo stesso tempo sorpreso di Taehyung fece voltare Jungkook con un'espressione confusa, accompagnata da un verso di incomprensione.
"Ho notato che sta sempre a guardarti quando siamo tutti insieme, e quando per caso il tuo sguardo finisce su di lei diventa bordeaux. In effetti è abbastanza stressante avere una persona che ti fissa continuamente." Taehyung spiegò, attirando questa volta anche l'attenzione di Jimin, mentre Namjoon cercava ancora di impilare le scatole vuote.
"Il mio sguardo finisce su di lei? Chae Young è vicina a noi quando stiamo tutti insieme? Ed io che credevo che durante le pause rimanesse in classe..." Jungkook rifletté più intensamente che poté, ma non riuscì a ricordare una singola volta di averla vista in cortile.
"Sei serio? Non hai mai sentito il suo sguardo addosso? Eppure è anche abbastanza inquietante..."
Jungkook aprì la bocca per rispondere, ma non era la sua voce quella che udì subito dopo:
"No, certo, è troppo impegnato ad innervosirsi per qualunque cosa io dica" Jimin aveva parlato, ma il suo sguardo era ora rivolto al soffitto in quanto aveva poggiato il collo allo schienale della sedia da campeggio su cui era seduto. Jungkook si voltò verso di lui con uno scatto, sentendo lo stomaco fremere alle sue parole, ma decise di non esagerare per il bene di tutti e, prima di parlare, prese un lungo respiro:
"Infatti, se tu stessi più in silenzio, mi renderesti la vita davvero, davvero molto più semplice... o forse è proprio il coraggio di parlare che ti manca?"
Il biondo dilatò le narici chiaramente innervosito da quella insinuazione che Taehyung non riuscì a capire, ma la tensione si sciolse tutta da un urlo di gioia del più grande che aveva finalmente messo a posto tutto senza mandare a fuoco l'abitacolo:
"Yes! E voi che non credevate in me!"La sera dopo, alle otto, Jungkook era già pronto. Non sapeva mai cosa indossare per non essere fuori luogo, e ogni volta faceva fatica a scegliere i propri abiti. Proprio come quella sera: che tipo di festa era? Sarebbero stati tutti vestiti eleganti? Casual? In tuta? "Perché le persone non possono dare un invito come si faceva una volta, dove indicavano quale era lo standard di abbigliamento?" Sospirò, guardandosi allo specchio, nella sua casa vuota.
Alla fine si arrese alla camicia bianca che aveva indossato sui jeans chiari e spense la luce di camera sua per buttarsi sul piccolo divano che aveva in cucina ad aspettare gli altri. Con un movimento meccanico si alzò gli occhiali che gli erano scesi dal naso e guardò il su cellulare senza sapere bene cosa fare. Quella tortura dell'accendere e spegnere il telefono terminò una decina di minuti più tardi, quando Namjoon lo avvisò di essere fuori casa sua ed egli si armò di giubbotto per poi raggiungerli.
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Alienated. ~Jikook
FanfictionAnime dilacerate e menti sempre piene. Preoccupazioni e svaghi. Amori, odi ed amicizie. Litigi e colpe. Scuse e fraintendimenti. Non è questa, infondo, la gioventù?