15. (Milkshake)

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Dopo quel pranzo del lunedì, i tre ragazzi non si videro per un intero giorno. Di solito camminavano insieme per tornare a casa visto che abitavano vicini, nonostante ci fosse il bus, perché la strada non era poi tanto lunga e in quel tratto potevano lamentarsi delle lezioni passate o delle cose da studiare. Altre volte non riuscivano ad incontrarsi perché le loro lezioni terminavano in orari diversi, ed altre volte ancora il loro tragitto era accompagnato dalla presenza di Jimin. Ma quel lunedì, nonostante i loro orari combaciassero,  Jungkook non trovò né Taehyung né Namjoon ad attenderlo, e credendo che fosse stato il primo ad uscire, aspettò. Dopo un quarto d'ora, si rese conto che non sarebbero arrivati, ed infatti un messaggio di Namjoon lo avvisò che quella mattina era andato in macchina a scuola, e che aveva fretta di tornare a casa e che gli dispiaceva di non potergli dare un passaggio. Ma Jungkook non era stupido, diversamente da quello che si potesse pensare dal suo stare sempre in silenzio, e aveva capito che in realtà il suo amico non voleva vedere Taehyung. Ma sapeva bene che non era perché gli portasse rancore, bensì perché probabilmente era ancora nervoso e non voleva rovinare l'umore di tutti. Allo stesso modo aveva capito che il suo migliore amico era arrabbiato con lui, ma non riusciva a capire perché se la fosse presa così tanto. Infondo, non aveva chiesto a Chae Hyung di mettersi con lui, le aveva solo chiesto di passare una serata insieme. Ma probabilmente quello che il moro aveva supposto già da molto tempo era vero: a Taehyung piaceva Chae Hyung. Ma perché non dirglielo?
Quei pensieri lo accompagnarono nel tragitto verso casa, e per tutte le ore di lavoro che seguirono.

Il giorno dopo, dato il termine delle lezioni anticipato, Chae Hyung e le altre ragazze avevano suggerito di vedersi tutti insieme alla caffetteria non lontano dalla scuola, e tutti avevano accettato, ritenendo l'idea allettante. Questa volta il cammino per Jungkook non fu solitario, anzi. Insieme a lui stavano camminando tutti e tre i suoi amici, ma non si era mai sentito a disagio come quella volta. Taehyung e Namjoon si tenevano a distanza e non si lasciavano sfuggire una parola nemmeno per sbaglio. Jimin camminava, quindi, di fianco a Jungkook, ignaro di tutto e sorridente come sempre, e in quell'occasione il moro era estremamente felice della sua presenza, perché se lui non ci fosse stato, sarebbe stato tutto più imbarazzante. Voleva rimediare a quella situazione il prima possibile, anche perché era stata colpa sua. E soprattutto perché non poteva sopportare l'idea che Taehyung potesse avercela con lui.
In ogni caso, non vedeva l'ora di arrivare dalle altre e sentire un rumore diverso da quello del disagio.

Fuori alla caffetteria le ragazze stavano chiacchierando tra loro e non si erano accorte del loro arrivo. Chae Hyung fu la prima a voltarsi verso di loro e a salutarli, portando quindi anche l'attenzione delle sue amiche su di loro. La prima persona a cui si rivolse la ragazza fu Jungkook, dandogli un veloce abbraccio al profumo di ciliegia, e quando questa si spostò, il moro notò che le sue guance erano diventate lievemente rosse. D'un tratto le sue narici furono pervase, invece, da un forte profumo di gelsomino, e quando si voltò verso la sua fonte, notò che anche Jimin e Mi Rae si stavano abbracciando, ma il loro contatto fu molto più lungo. Lo sguardo del moro cadde poi su Taehyung che stava poco più distante di Jimin, ed incontrò il suo sguardo per qualche istante, ma l'amico si voltò con un'espressione quasi arresa. Non ebbe il tempo di avvicinarglisi che uno di loro propose di entrare finalmente a prendere qualcosa da bere, e in una fila scomposta varcarono la porta del bar.

L'interno di quell'edificio era molto accogliente, era quasi come entrare in casa: aveva tutto su un lato una parete vetrata, così che di giorno entrava una gran luce e l'uso delle lampade era confinato alla cucina e al bancone al centro della grande stanza, che sarebbe stato altrimenti troppo cupo. I tavolini erano circolari e di ferro, perfetti per due persone, ma erano quasi sempre messi vicini per accogliere compagnie più grandi. I muri forse erano la cosa che piaceva di più a Jungkook, perché era tutto piastrellato di bianco, e di tanto in tanto, simmetricamente, faceva la sua comparsa una piastrella rossa, che si abbinava alle sedie imbottite e ai divanetti che davano colore a tutto il posto. Trovato un numero adeguato di tavoli da poter unire, tutti cercavano di occupare i posti che più preferivano e guardandosi intono alla ricerca di una sedia da occupare, Jungkook si accorse che Chae Hyung era già accanto a lui, ma alla destra di lei anche Taehyung provava a starle vicino. In quell'occasione era più che dubbioso sul da farsi: gli ultimi posti vicini erano due, e l'altro era accanto a Jimin. In più non voleva sembrare maleducato a Chae Hyung, infondo lei non c'entrava niente e gli piaceva parlarle.
"Prego, sedetevi pure qui, io vado accanto a Jimin. Mi piace stare vicino alla finestra" decise quindi infine il moro, che lasciò il posto al suo migliore amico e raggiunse l'ultima sedia vuota vicino alla grande vetrata.
Di sottofondo cominciò a propagarsi un chiacchiericcio allegro, quasi indistinto, alimentato dalla felicità di stare finalmente tutti insieme. Jungkook ci provava a seguire i loro dialoghi, a partecipare alle conversazioni, a scambiarsi i sorrisi e a fare battute nell'ilarità generale, ma il più delle volte non ci riusciva. E quella era proprio una di quelle volte. Non gli dispiaceva stare con i suoi amici, e men che meno gli dispiacevano le loro voci che palavano contenti. Semplicemente, la sua attenzione era sempre attirata da dettagli insignificanti che gli altri non notavano, e che lo facevano sembrare alienato. In quell'occasione, ad esempio, era impossibile distogliere lo sguardo da quello che vedeva accadere fuori alla vetrata accanto alla quale era seduto. I diversi alberi frusciavano lentamente dovuto al vento morbido che tirava fuori, che non dava fastidio a nessuno. E così si perdeva a guardare quelle foglie verdi e larghe che combattevano contro la gravità per non cadere; una donna con una bambina armata di zaino rosa in spalla che passavano spensierate; un gattino appena sveglio che si stiracchiava prima di cominciare ad inseguire un ramoscello caduto.

Alienated. ~JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora