22. (Soul Brother)

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Quella settimana Jungkook aveva un solo obiettivo: parlare con Taehyung. Non poteva sapere se al suo migliore amico potesse interessare o meno quello che aveva da dirgli, ma sentiva che doveva farlo. Il problema, era che non aveva la più pallida idea di cosa dirgli. Infondo, non era neanche certo di voler mandare avanti qualsiasi cosa stesse succedendo tra lui e Chae Hyung.
Dall'ultima volta che si erano visti la sua mente era ancora più confusa di prima, perché vederla così spogliata dei suoi travestimenti lo aveva avvicinato incredibilmente a lei. Ma quando ricordava quella figura così fragile e a tratti così somigliante ad una bambina spaventata si convinceva che lui non era la persona giusta per lei, e si rendeva conto che provava tenerezza nei suoi confronti come quando pensava a suo fratello. E perciò i suoi pensieri facevano avanti e indietro, fino a quando, esausti di vorticare senza sosta cambiavano meta e si poggiavano su Taehyung. Qui, rimanevano immobili, terrorizzati senza un motivo apparente, e scappavano per concentrarsi su quello strano sogno che da giorni spuntava d'improvviso tra i ricordi nei momenti più impensabili della giornata. E così passavano le giornate del moro, che ogni mattina si chiedeva come mai non fosse già impazzito.

Una settimana volò via senza che fosse riuscito a trovare una soluzione. La mattina si recava a scuola, sotto il sole che giorno dopo giorno si faceva sempre più caldo. Ed ogni giorno, guardando quei raggi così luminosi e belli, pensava a come fosse possibile sentire un vento così freddo dentro quando fuori il tempo è così bello.
Durante le lezioni riusciva stranamente a seguire e prendere appunti, forse perché era l'unico momento della giornata in cui riusciva a non pensare perché la mente era troppo impegnata a captare, capire e trascrivere le lezioni. Jungkook si sorprese di quanto potesse essere semplice andare bene a scuola riuscendo semplicemente a prestare attenzione per un'ora in più in aula. Ma sapeva anche molto bene che tutto questo non sarebbe durato.
A pranzo cercava di stare lontano da tutti quanto più possibile, per essere sicuro di non fare del male a nessuno. Per quanto gli dispiacesse non scambiare neanche due parole con i suoi amici, le uniche persone con cui parlava, preferiva abbandonare il suo egoistico desiderio di sentirsi meno solo così da non provocare danni alle persone a cui voleva bene: Chae Hyung e Taehyung. Alla prima, non avrebbe saputo spiegare perché non si stesse facendo sentire e perché il suo atteggiamento nei suoi confronti fosse cambiato così tanto. E al secondo... al secondo teneva nascoste così tante cose che non c'era giorno in cui non pensava che lui potesse scoprirle da un momento all'altro e mettere fine alla loro amicizia.
Il pomeriggio e la sera, alternativamente, studiava ed andava a lavoro, mantenendo i suoi doveri inalterati, in quanto sapeva molto bene che ogni suo giorno futuro dipendeva dal sé stesso presente. Fatto sta, che passava i giorni in totale silenzio: fatta eccezione per quelle poche occasioni in cui i clienti gli chiedevano informazioni o i suoi colleghi lo avvisavano di compiti da svolgere, non aveva nessun'altro con cui parlare, né a scuola, né a casa.

Uno dei tanti pomeriggi infrasettimanali in cui non doveva lavorare, stava in silenzio, seduto nel suo salottino a leggere un nuovo libro che non ricordava nemmeno di aver comprato, quando un messaggio illuminò lo schermo del suo cellulare. Il suo cuore perse un battito quando lesse il nome del suo migliore amico come mittente, e non attese neanche due secondi prima di leggerlo:

'So che quando stai in silenzio e da solo per così tanto tempo è perché c'è qualcosa che ti preoccupa e non voglio disturbarti se hai bisogno dei tuoi spazi. Ma se vuoi parlare con qualcuno sai bene che sono qui.'

Ed ecco che quel grande macigno che aveva sullo stomaco divenne una montagna, e a tratti la nausea si faceva spazio tra le tante emozioni che provava. Come avrebbe potuto spiegare all'amico che sì, voleva tanto parlare con lui, ma che aveva anche tanta paura di perderlo?
Dopo circa venti minuti, decise di rispondergli e dirgli che in effetti aveva molta urgenza di parlare con lui e che un giorno o l'altro avrebbero proprio dovuto vedersi. La risposta non si fece attendere, e fece sorridere Jungkook, che fino a quel momento non si era accorto di non aver accennato neanche ad un'espressione sollevata per tutta la settimana.

Alienated. ~JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora