20. (Sorry)

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È strano pensare come la mente umana sia tanto complessa e intrigata. Una persona con tutte le facoltà mentali può ricordare anche cose accadute trenta o quaranta anni prima, ma appena fattori esterni entrano in gioco, ecco che il corpo si ribella e la mente si arrende alla stupidità umana. L'alcool è uno di questi: basta una piccola quantità al di fuori del limite ad annebbiare completamente ogni ricordo. E solo Jungkook sapeva bene quanto brutto fosse non poter ricordare informazioni fondamentali.

Quel lunedì mattina il moro era deciso a parlare finalmente con il suo migliore amico, ed era ancora più deciso ad affrontare Jimin, per capire quale fosse la cosa accaduta il sabato precedente per la quale si era scusato in messaggio. Era proprio perché preferiva parlarne da vicino, che il giorno prima non gli aveva risposto, ed aveva solo tranquillizzato Taehyung dicendogli che entrambi stavano bene.
Ma si sa: ogni volta che ti costruisci piani perfetti, che non fanno una piega, tutto si sgretola per dei piccoli dettagli che non avevi contato. E il piccolo dettaglio, quel giorno, era il test che entrambe le persone con le quali Jungkook aveva bisogno di parlare dovevano fare.
Non poteva aspettarli, perché il suo orario scolastico finiva prima del loro e ne doveva approfittare per fare una doccia prima di andare a lavoro. E non era neanche riuscito a beccarli durante la pausa pranzo, perché i suoi amici erano soliti chiudersi in un'aula vuota a ripetere prima di compiti importanti. Decise quindi per forza di cose di rimandare le chiacchierate al più presto possibile, e suonata l'ultima campanella delle sue lezioni, si incamminò felice verso casa sotto il tiepido sole primaverile.

A pochi metri di distanza dall'uscita di scuola, una voce femminile attirò la sua attenzione, ma prima ancora di voltarsi sapeva bene di chi si trattasse, perché un dolce profumo di ciliegia raggiunse le sue narici in un millisecondo.
"Jungkook, ciao!" Chae Hyung lo affiancò nella passeggiata, sorridente e raggiante quanto il cielo limpido di quella giornata, e Jungkook non poté fare altro che rallegrarsi alla vista di così tanta allegria.
"Hey Chae Hyung, come va?" nonostante la ragazza fosse totalmente a suo agio accanto a lui, Jungkook si sentiva sulle spine. Non sapeva come comportarsi, in che tono parlare, né come salutarla. Tutto perché quella maledetta sera non poteva tenere le labbra a posto ed attendere un momento più consono per un gesto come quello.
"Molto bene, in questi giorni i test che ho fatto sono andati perfettamente e per qualche giorno posso essere libera di rilassarmi. Tu invece? Cosa mi dici di bello?"
"Di bello un bel niente. Al momento vorrei solo tornare a casa e dormire, ma devo lavorare." Mentre camminavano la ragazza ascoltava interessata ogni parola che usciva dalle labbra di Jungkook, come se stesse sentendo una storia interessante, e il moro non riusciva a capire come potesse essere sempre così presa dai suoi discorsi, anche quando lui stesso faceva fatica a portarli avanti per la noia.
Arrivati alla fermata del bus i due dovevano lasciarsi, perché Chae Hyung era a soli pochi metri da casa sua e poteva raggiungerla a piedi. Prima di salutarsi definitivamente, però, Jungkook la richiamò facendola voltare.
"Ti va se stasera usciamo?" sorrise sinceramente, anche se non aveva idea su cosa fare.
"Certo, mi farebbe tanto piacere!" la ragazza fu così felice che i suoi occhi sembravano brillare di luce propria, non avendo niente a che vedere con il sole primaverile che nel frattempo splendeva nel cielo.
Così si lasciarono con la promessa di rivedersi quella stessa sera, solo dopo che Jungkook l'avrebbe chiamata per farle sapere il luogo e l'orario.

Per tutta la durata del suo turno lavorativo, Jungkook cercava di focalizzarsi su cosa fare la sera stessa con Chae Hyung, ma tutto quello a cui riusciva a pensare era il suo desiderio di parlare con Jimin della serata di cui non ricordava nulla. Fu in quel momento che si ricordò del sogno che aveva fatto la domenica mattina, forse guardando le mute da subacquei che, scure com'erano, gli avevano riportato alla mente l'ombra che lo aveva baciato. Di solito si sognano le cose che più lasciano il segno, o quelle che sono sepolte nella parte più profonda del subconscio. Ma quel sogno a quale categoria apparteneva?
'E se sabato sera...?' un pensiero balenò nella mente del moro come un fulmine accecante, ma con una scrollata di spalle gettò via l'idea, troppo assurda per essere vera, ed un cliente pronto a pagare lo fece tornare con i piedi per terra.
'Forse era solo il ricordo del bacio con Chae Hyung e mi è sembrato strano perché nei sogni niente è come nella realtà' il ragazzo si convinse di questa teoria e cercò di tornare con la mente a quello che stava facendo, provando a pensare anche a dove portare la ragazza quella stessa sera. Ma infondo Jungkook sapeva che le sensazioni che aveva avuto nel sogno non erano per nulla simili a quelle che aveva provato quando aveva baciato la ragazza.

Alienated. ~JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora