A lavoro erano stati più indulgenti del solito e, quando Jungkook chiese di avere il sabato libero, gli offrirono di prendere anche mezza giornata del venerdì, e lui non se lo fece ripetere due volte. In quel modo, era riuscito ad organizzarsi perfettamente per il weekend della casa al lago, ed aveva avuto anche il tempo di andare in giro per i negozi per prendere qualcosa a Jimin per il suo compleanno. Lo aveva fatto proprio il venerdì: aveva staccato alle cinque e, visto che doveva partire insieme a Taehyung solo alle nove, ebbe tutto il tempo per cercare, guardare, disperarsi per la mancanza di idee e tornare a cercare. Fu solo dopo un'ora e mezza che Jungkook vide il regalo perfetto attraverso una vetrina: in una piccola scatola blu scuro scintillavano tre anelli argentati. Erano di grandezze diverse e quello più grande aveva inciso sopra il disegno di un sole; quello medio aveva l'incisione di una luna; il più piccolo, che Jungkook poteva già immaginare sul mignolo minuscolo di Jimin, portava una nuvola. Era sicuro che gli sarebbero piaciuti, infondo il biondo amava gli anelli, ma non era solo quello il motivo per il quale cinque minuti dopo si ritrovò con la bustina e la scatola fuori dal negozio. Una sensazione proveniente dal profondo del suo stomaco lo rassicurava che quello sarebbe stato un regalo ben accetto.
Tornato a casa, riempì il borsone con un paio di pantaloni di tuta insieme a delle felpe, e con una camicia da indossare il sabato sera, giorno del compleanno di Jimin, per essere più elegante. Quando terminò di raccattare anche le ultime cose, si sedette su una delle due poltrone malandate che riempivano quello che poteva essere considerato con molta fantasia un salotto, e notò che era in anticipo. Erano solo le otto, ed il suo migliore amico non sarebbe passato a prenderlo in meno di un'ora. Di mangiare non se ne parlava, non aveva fame e men che meno aveva voglia di cucinare. Non aveva abbastanza concentrazione per leggere, ed aveva controllato il cellulare almeno un centinaio di volte, così decise di accendere semplicemente il vecchio televisore che aveva davanti e che non usava quasi mai. Non si curò neanche di controllare su che canale fosse impostato, perché tanto sapeva che sarebbe stato solo sottofondo dei suoi pensieri. Sì, perché Jungkook aveva tanti pensieri che gli volavano per la testa, ma erano sempre gli stessi, e non aveva più voglia di badarci.
'Per la prima volta staremo io, Taehyung e Chae Hyung insieme per tanto tempo'
'Come dirò a Taehyung quello che è successo tra me e Chae Hyung?'
'Quando avrò tempo per farlo?'
'Si arrabbierà perché non gliel'ho detto subito?'
'Perché mi viene così difficile parlargliene?'
'Cosa devo dire, invece, a Chae Hyung?'
Queste erano solo alcune delle domande che lo tormentavano da diverse settimane.Un'ora dopo era in macchina insieme a Taehyung, con la musica dello stereo a palla ed il vento fresco che entrava attraverso i finestrini dell'auto aperti per metà. Impiegarono poco più di mezz'ora per arrivare fuori al vialetto, costeggiato da alberi dalle foglie verdissime, che portava alla casa. Questa era totalmente isolata da qualsiasi cosa e dietro affacciava su un lago; sulla sponda opposta si potevano scorgere alcune case e dei negozietti che con un cammino di dieci minuti erano raggiungibili senza alcun problema.
La casa era fatta completamente di legno e quando Taehyung e Jungkook arrivarono trovarono davanti ad essa già un paio di auto, segno che anche gli altri erano lì. Tutte le finestre erano illuminate da una luce calda ed anche il porticato lo era, facendo sembrare la casa come un rifugio sicuro.
Jimin li accolse alla porta, e una volta che entrarono, Jungkook si guardò intorno con un sorriso involontario. Era stato lì solo una volta prima di quella, ma ricordava tutto perfettamente: le scale di legno che cigolavano ad ogni passo, il salone dai divani rossi così comodi, il camino con le foto di Jimin insieme ad i genitori che davano alla casa un'aria malinconica.
"Ragazzi, finalmente! Le borse potete metterle in una delle stanze di sopra, ho pensato che potevate stare in camera insieme" il biondo spiegò tutto, ed i due seguirono i suoi consigli, posando le loro cose nella stanza e cambiandosi in una tuta comoda. Quando Jungkook tornò di sotto, notò che c'erano anche Chae Hyung, Mi Rae e So Ah sedute su un divano, vestite comodamente, a parlare tra loro sorridenti. Sull'altro divano, invece, Jimin e Namjoon parlavano di cosa avrebbero potuto fare la sera seguente per il compleanno del primo, pensando anche al cibo da cucinare. Il moro si sedette accanto ai due, salutando con un cenno della mano le ragazze, e Namjoon non perse tempo ad inserire anche lui nel discorso:
"Tu pensi che sia meglio accendere la brace e fare gli hamburger o ordinare qualcosa da uno dei ristoranti che stanno dall'altra parte del lago?"
Era evidente che stavano dibattendo da molto su quell'argomento, ma non sapeva chi avesse avuto quale idea, quindi semplicemente espresse la sua preferenza:
"Penso che se cucinassimo noi sarebbe più divertente e la serata passerebbe in allegria"
"Visto? Ben detto Kookie" Jimin sorrise soddisfatto guardando Namjoon che invece scuoteva la testa.
"No, ho cambiato idea, meglio ordinare... e non chiamarmi Kookie" il moro non riuscì a nascondere la risata mentre parlava, ed il più grande si lasciò sprofondare nello schienale del divano:
"E va bene allora, che hamburger siano. Ma quando vi sarete stancati di cucinare non vi lamentate."
"Per questa sera ho ordinato le pizze, va bene a tutti?"
Nonostante le ragazze avessero già mangiato, acconsentirono felici, e Taehyung che era finalmente sceso dal piano di sopra e si era seduto a terra, giusto al centro dei due divani, lasciò andare un urlo soddisfatto e felice che fece sorridere tutti.
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Alienated. ~Jikook
FanfictionAnime dilacerate e menti sempre piene. Preoccupazioni e svaghi. Amori, odi ed amicizie. Litigi e colpe. Scuse e fraintendimenti. Non è questa, infondo, la gioventù?