Quando Jimin aveva richiamato Jungkook per avvertirlo di aver trovato suo fratello, la prima cosa che i due fecero dopo essersi ritrovati fu abbracciarsi: erano mesi che non si vedevano né si parlavano. Ma una volta in macchina, la situazione era del tutto diversa: l'aria di Jungkook era diventata più gelida del vento che stava soffiando fuori, e nessuno rischiava a parlare. Quando la macchina fu spenta nuovamente fuori casa di Jungkook, Jimin attese che Junghyun scendesse dall'auto prima di parlare:
"Va tutto bene? Vuoi che rimanga?" il trucco sulla sua faccia era ormai sparito, e tutto quello che ne rimaneva erano delle macchie nere intorno ai suoi occhi.
"No. Ti ringrazio per l'aiuto e scusa ancora per averti fatto perdere la festa." Il tono del minore non faceva trapelare nessuna emozione, nessun sentimento. Era come ascoltare un robot.
Senza aspettare la risposta del biondo, scese dall'auto e si inchinò prima di allontanarsi.Un pulcino bagnato: era quella l'immagine che suo fratello trasmetteva in quel momento a Jungkook. Era in piedi tra la cucina e le poltrone che avrebbero dovuto costituire, con un po' di fantasia, il salotto. Non si muoveva da lì, e tutto quello che faceva era guardarsi intorno. La sua felpa grigia troppo grande per lui, e che sembrava familiare a Jungkook, gocciolava acqua ovunque e di tanto in tanto si sentiva, nel silenzio della casa, che tirava su col naso.
Jungkook, che si era allontanato brevemente scomparendo nella sua stanza, tornò nella cucina per metà buia e lanciò al fratello un accappatoio e dei vestiti asciutti.
"Va' a fare una doccia e metti questi prima che ti prenda un raffreddore." Il suo tono non era cambiato da quando era sceso dall'auto, e tantomeno lo era la sua espressione: del tutto vuota e per nulla allegra.
"Non... non vuoi andarci prima tu? Anche tu rischi di ammalarti." La voce fanciullesca e dal tono ingenuo del fratello lo riportò in parte alla realtà, ma proprio non riusciva a nascondere la propria frustrazione. Scosse la testa in negazione e si sedette incurante dei suoi abiti zuppi su una delle due poltrone ormai già logore.
Quando il giovane uscì dal bagno, non sapeva bene dove andare né cosa fare: doveva chiedere al fratello dove mettere i vestiti bagnati, dove posare l'accappatoio, ma il più grande non gli aveva mai messo tanta soggezione come in quel momento.
Jungkook alzò lo sguardo e lo vide lì, gli disse di mettere semplicemente tutto sulla scrivania e che gli avrebbe lavato i vestiti bagnati e li avrebbe mandati a casa sua in un modo o nell'altro.
"Siediti un attimo qui" il tono del maggiore non lasciava trapelare niente, ma la sua espressione era buia.
Una volta che fu accanto a lui, posò gli occhi sulla sua figura mingherlina, ma tanto simile alla sua e in un attimo gli tornò in mente di quando da bambini il più piccolo andava nel suo letto a Natale perché era troppo emozionato per dormire; o di quando aveva provato ad insegnargli a suonare la chitarra ma aveva le dita troppo piccole anche per fare il più semplice accordo.
"Perché sei scappato?" Junghyun abbassò il viso alla domanda senza proferire parola, mentre con un dito sfregava il tessuto della poltrona.
Jungkook osservò quel gesto che gli era tanto familiare, ma non si lasciò riscaldare neanche da quel movimento.
"Ti ho chiesto perché sei scappato di casa."
"E tu? Tu perché sei scappato?" gli occhi del fratello minore stavano cominciando a riempirsi lentamente di lacrime, che però cercava di trattenere scuotendo la testa.
"Quello che riguarda me non c'entra nulla con te. C'è un motivo per cui non parliamo e non ci vediamo, ed era proprio quello di non farti fare pazzie e farti venire fin qui. Ma evidentemente non è bastato." Jungkook si alzò per dirigersi in bagno, ma fu fermato dalla voce del fratello, che però non si era mosso dal suo posto:
"Chi ti ha chiesto di venirmi a cercare? Di certo non io! È stata una tua idea!" Junghyun alzò le gambe sulla poltrona e le circondò con le braccia, come a volersi difendere da qualcosa di concreto che lo stava per attaccare fisicamente.
"Me lo hanno chiesto i nostri genitori. Hai fatto preoccupare sia me che loro, per non contare il fatto che ora sarò costretto a parlarci." Il silenzio, dopo quell'ultima frase, regnò nella casa, e Jungkook oltrepassò la porta del bagno per poter andare a fare quella doccia che proprio gli serviva.
"Comunque domani tornerai a casa" detto quello la porta sbatté e il silenzio al quale di solito Jungkook era abituato si fece improvvisamente pesante.
Quando cominciò a spogliarsi, alcuni brividi di freddo cominciarono a percorrergli la schiena, ma fa effettivamente freddo fuori pensò.
Uscito dalla doccia, sentiva ancora più freddo di prima, forse a causa dell'acqua bollente che aveva usato per riscaldarsi nella doccia. La cucina era tutta buia, quindi andò direttamente in camera dove vide suo fratello steso in un angolino del letto, senza essere neppure coperto. Lo guardò per qualche secondo, e un mezzo sorriso si fece spazio sul suo volto: gli era mancato, infondo.
Dopo aver sistemato i vestiti di entrambi in lavatrice si sentì del tutto senza forze, e andò quindi a stendersi sul letto, accanto a suo fratello, non prima di averlo coperto con il piumone e con un suo braccio.
STAI LEGGENDO
Alienated. ~Jikook
FanfictionAnime dilacerate e menti sempre piene. Preoccupazioni e svaghi. Amori, odi ed amicizie. Litigi e colpe. Scuse e fraintendimenti. Non è questa, infondo, la gioventù?