Un buco nero. Un buco nero che inghiotte qualsiasi cosa: è questa la forma che i sensi di colpa prendono. Un vortice nello stomaco che inghiotte tutti gli organi che ti mantengono in vita e tu rimani lì, mezzo morto, senza fame e senza sonno. Cammini in giro sperando che nessuno capisca quello che hai fatto leggendoti nella mente e speri che con il passare dei giorni le azioni precedenti si cancellino e tutto torni alla normalità, ma non è così che va la vita.
Quella mattina Jungkook sentiva gli occhi bruciare per la mancanza di sonno e lo stomaco gli girava come mai aveva fatto. La sera precedente non aveva più parlato con Chae Hyung e l'aveva evitata per tutto il resto del tempo, come un vigliacco bello e buono. Ovviamente di quel bacio non aveva detto nulla a nessuno e solo l'idea che qualcuno potesse venire a saperlo lo mandava in agitazione. Non si era pentito di quello che aveva fatto, o almeno non completamente. Un po' Chae Hyung gli piaceva, ma nella sua testa un solo pensiero frullava: sapeva bene che non l'aveva baciata perché era attratto da lei. E ora non sapeva cosa fare, cosa dirle e come comportarsi con i suoi amici e soprattutto con Taehyung.Mentre il bus lo portava a scuola, aveva capito una cosa, ovvero che doveva parlare prima di tutto con Chae Hyung. Dopotutto era sempre stata buona e comprensiva nei suoi confronti, e forse rivedendola avrebbe saputo cosa dire. O forse si sarebbe reso conto che in realtà gli piaceva e che si era fatto tanti problemi inutili.
'Come no' sussurrò prima di scendere alla sua fermata ed entrare nel grande edificio dalle mura beige. Evitò accuratamente tutti i luoghi che di solito erano occupati dai suoi amici e filò dritto nell'aula in cui aveva lezione per essere sicuro di non incontrare nessuno prima che fosse pronto psicologicamente.
La prima parte della giornata passò veloce come mai prima di allora, e Jungkook stava considerando l'idea di evitare qualsiasi discorso con qualsiasi persona e continuare a vivere nell'ombra delle aule vuote fino a quando le cose non si sarebbero sistemate da sole, ovvero mai. Ma il suo buon senso aveva, per fortuna, quasi sempre la meglio, e per tagliare la testa al toro, andò all'armadietto della ragazza, così sarebbe stato sicuro di trovarla. Quando arrivò, lei ancora non c'era, quindi la attese per una decina di minuti poggiato di spalle agli armadietti accanto, sudando probabilmente anche troppo per essere all'inizio della primavera.
Alzando lo sguardo verso le scale, gli occhi del moro incrociarono quelli della ragazza, che rimase imbambolata per qualche attimo prima di raggiungerlo con un tiepido sorriso sulle labbra. Jungkook non sapeva bene come iniziare il discorso, se andare dritto al sodo o fare prima un piccolo preambolo per rompere il ghiaccio, ma appena schiuse le labbra per salutarla, cominciò a parlare lei, buttando all'aria tutti i piani che il ragazzo si era fatto negli ultimi cinque secondi:
"Ascolta, non voglio che ci evitiamo solo per quello che è successo ieri. A me ha fatto molto piacere, mi- mi è piaciuto, ma posso capire che magari tu te ne sia pentito e che voglia che tutto ritorni alla normalità, anche se per me sarà un po' difficile. Però non devi sentirti obbligato a fare nulla solo per non farmi dispiacere, sempre che tu ci abbia mai pensato. Voglio solo che non finiamo per odiarci o peggio ancora che ci evitiamo e smettiamo di parlarci poco a poco, quindi, amici come prima" il monologo della ragazza confuse così tanto Jungkook che quando lei porse la mano per sigillare il patto, lui la strinse imbambolato, e solo dopo qualche secondo si rese conto di quello che stesse facendo e ritirò la mano.
"In realtà volevo dirti un'altra cosa..." Jungkook mormorò con voce indecisa, aspettando che la ragazza gli desse il via per poter continuare, che arrivò subito insieme a delle guance color porpora:
"ecco, volevo scusarmi per averti baciato così all'improvviso e fuori contesto, e mi chiedevo se ti andasse di uscire qualche volta, noi da soli, per recuperare" il moro abbozzò un sorriso, e il volto della ragazza assunse un'espressione sorpresa prima di parlare cercando di sistemarsi i capelli su un lato nervosamente:
"Oh, sono stata di nuovo una stupida. Certo che mi andrebbe, e non c'è bisogno di scusarti".
"Di nuovo, non credo tu sia stupida, anzi, sei tenera. Vieni a mangiare fuori?" il moro indicò la strada verso il cortile con il pollice, ma Chae Hyung scosse la testa dispiaciuta, mentre finalmente posava i libri superflui nell'armadietto e posizionava bene sulla spalla la borsa di jeans:
"No, mi dispiace, So Ah e Mi Rae mi aspettano in mensa. A proposito, pare che anche lei e Jimin si siano baciati ieri sera! Che strane cose porta la primavera, vero?"Una volta in cortile, l'altra cosa che doveva fare era parlare urgentemente con Taehyung, ma raggiunto il solito tavolo affiancato dalla solita panca, l'espressione sul volto dell'amico seduto da solo gli fece ridimensionare i progetti che si era fatto. La faccia di Taehyung era un misto di rabbia e tristezza, e Jungkook aveva il terrore che qualcuno gli avesse parlato prima che lui ne avesse avuto occasione. Decise di tastare piano il terreno, prima di fare un passo falso, e dopo averlo salutato, si mise a sedere difronte a lui, sistemando le cose del pranzo sul tavolo.
"Qualcosa non va?" il più piccolo non aveva nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo su di lui, ma il maggiore non se ne accorse nemmeno, mentre sfogliava dei fogli con delle scritte nere e rosse.
"Qualcosa non va? Tutto non va! Il mondo sembra tramare dietro le mie spalle e io non me ne accorgo" a quelle parole, la pelle già cianotica di Jungkook impallidì, se possibile, maggiormente e quando finalmente alzò lo sguardo sull'amico si accorse che non lo stava guardando, ma sembrava leggere e rileggere le stesse cose dai fogli che aveva davanti, come se non riuscisse a concentrarsi.
"Guarda qui! Questo è il test di matematica che ho fatto la settimana scorsa. Ero sicuro che fosse andato bene, tutti i calcoli erano giusti, nessun numero enorme o passaggi strani. Ma indovina un po'? Ho scritto un numero in meno in un passaggio e tutto il resto è crollato di conseguenza! Non arriva nemmeno alla sufficienza" Taehyung continuava a girare e rigirare quei fogli alla ricerca di qualche errore da parte della professoressa, ma ovviamente era tutto tempo perso.
"Hyung non preoccuparti, è solo un test, recupererai senza problemi. E poi guarda qui" il minore indicò una piccola nota a piè di pagina scritta in rosso dall'insegnante, ottenendo finalmente l'attenzione dell'amico.
"C'è scritto che tutto il procedimento è corretto, e che per un errore di distrazione non hai trovato la soluzione, ma non terrà tanto conto dello sbaglio."
"Ehi hai ragione... non l'avevo neanche letta questa cosa. Grazie. Tu che mi dici?" finalmente posò i fogli in borsa, e si concentrò su chi aveva difronte e il solito sorriso a scatolina tornò sul suo volto.
"Beh, ecco... io, uhm.." il moro non trovava nemmeno le parole da dire perché si era distratto così tanto a cercare di risollevare il morale all'amico che non si era preparato il discorso.
"Oh no, ho dimenticato che la professoressa mi aveva chiesto di parlare dopo le lezioni. Ci vediamo più tardi, okay?" il più piccolo non ebbe neanche il tempo di rispondere che l'amico si era volatizzato. Lo prese quasi come un segno del destino, e pensò quindi di lasciare in sospeso quella discussione con Taehyung fino a quando non avrebbe capito davvero cosa lui stesso voleva. Ma non ebbe il tempo di rimanere da solo per neanche un secondo che sentì un'altra voce provenire dalle sue spalle:
"Avete litigato perché tu e Chae Hyung vi siete baciati?" Jungkook si voltò quando sentì quella domanda e la sua preoccupazione crebbe insieme al nervosismo quando vide che si trattava di Jimin che appena arrivato si stava mettendo seduto accanto a lui.
"E tu come sai quello che è successo?" la fame di Jungkook passò del tutto in quel momento, tutta la sua attenzione si concentrò su chi aveva affianco.
"Me lo ha detto Mi Rae. Come potrei saperlo altrimenti?" quella risposta aveva qualcosa di vago per il più piccolo, ma in quel momento qualsiasi altra preoccupazione era offuscata.
"In ogni caso no, non abbiamo litigato per questo. Non lo sa... ancora. Quindi ti prego di non dire niente a nessuno." Mentre parlava, la voce di Jungkook diventava sempre più grave ed impostata, e alzando lo sguardo sul volto dell'amico, notò che non aveva la solita espressione serena di tutti i giorni.
"Non ti sembra stupido quello che stai facendo?" il biondo gli lanciò uno sguardo glaciale, che fu accolto da quello ancora più freddo e vuoto di Jungkook:
"Quello che faccio non ti deve interessare. O sbaglio?" a quella domanda, Jimin prese un respiro profondo, come a volersi ricomporre, ed alzò poi le mani in segno di arresa.
"Hai ragione. Stai tranquillo, non lo dico a nessuno."Finalmente a casa dopo il lavoro, a Jungkook sembrò di sgonfiarsi, lasciando andare ogni preoccupazione che aveva avuto durante la giornata, ed un leggero mal di testa cominciò a farsi spazio senza scrupoli. Così, dopo una veloce doccia, il cui calore non fece altro che aumentare il dolore, si stese sul letto senza neanche cenare, incontrando finalmente il sonno e sperando che con il riposo arrivassero anche dei suggerimenti su come evitare lo scatafascio totale della sua vita.
🎶I kissed a girl and I liked it, the taste of her cherry chapstick🎶
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Alienated. ~Jikook
FanficAnime dilacerate e menti sempre piene. Preoccupazioni e svaghi. Amori, odi ed amicizie. Litigi e colpe. Scuse e fraintendimenti. Non è questa, infondo, la gioventù?