I tavolini del ristorante erano disposti in ordine lungo il marciapiede che dava sull'ampia strada fortunatamente poco trafficata, ed il biancore perlaceo della vernice era attutito dal gazebo in plastica trasparente che faceva sì che il calore emanato dalle stufe posizionate al centro dei tavoli non uscisse fuori. Quel giorno fortunatamente non pioveva, ma il sole era leggermente ombreggiato da leggere nuvole pallide, che rendevano l'atmosfera leggermente teatrale.
Jungkook stava fuori l'entrata dello chalet, avvolto come sempre nel suo cappotto lungo nero, ma non indossava né mascherina né occhiali, quel giorno non aveva avuto voglia di sentirsi il viso appesantito da accessori che non erano strettamente necessari. L'aria non era nemmeno molto fredda, e la sottile felpa che lo copriva svolgeva bene il suo lavoro.
Il moro si concentrò involontariamente sui rumori che piatti e posate facevano a seconda del movimento di chi li usava, rumori che gli trasmettevano sempre una calma incredibile, ma venne distratto da una ragazza appena arrivata di fianco a lui, con i lunghi capelli scuri che oscillavano morbidi e lisci ad ogni suo movimento, e che scivolarono in avanti quando questa si inchinò per salutare.
"Buon pomeriggio Jungkook, spero tu non abbia aspettato troppo." Il tono così stranamente formale della ragazza portò il moro a corrucciare di poco la fronte, e fece poi per scuotere la testa, non prima di essersi inchinato a sua volta.
"No Chae Young, per niente. Sono arrivato da qualche minuto. Vedo che questa volta non hai avuto problemi nel riconoscermi, senza mascherina" Jungkook accennò un sorriso, che fece spuntare su una guancia una piccola fossetta, alludendo alla loro prima conversazione di qualche giorno prima, e posò i grandi occhi scuri sul volto dai tratti delicati della ragazza, che sorrise a sua volta e si sciolse da quella che il moro capì era tensione.
Perché è così tesa? Forse le metto soggezione?
Jungkook era, infatti, ormai lontano da parecchi mesi dai soliti rituali adolescenziali per poter capire cosa stava succedendo e cosa la ragazza stava provando, ma lei non sembrò accorgersene.
"Beh in effetti sì, questa volta sono venuta spedita verso di te, ti ho riconosciuto subito. E poi, senza tutta quella roba sul viso ti si può guardare anche meglio.." la ragazza inclinò di poco la testa persa per qualche istante in un pensiero lontano, ma con un colpo di tosse cercò di tornare alla realtà, sperando che l'altro non avesse prestato troppa attenzione all'ultima frase, e in effetti così sembrava. Tentò quindi si riprendere il filo del discorso mentre entravano nel luogo prestabilito e prendere posto ad un tavolo per due.
"L'altra sera alla festa portavi gli occhiali, ma non quando ci siamo parlati fuori scuola. Sono solo per accessorio?"
"Uhm no, porto le lenti a contatto quando non mi va di portare gli occhiali" il maggiore si strinse tra le spalle e la ragazza annuì, sperando di non aver fatto una domanda troppo stupida, ma una voce maschile attirò la loro attenzione:
"Jeon Jungkook" il moro ci mise un paio di secondi ad identificare il volto del ragazzo che aveva parlato, per poi ricordare di averlo visto alla festa a casa della ragazza difronte a lui.
"Min Yoongi, ciao. Lavori qui?" che domanda stupida, pensò subito dopo il moro, dato che era vestito da cameriere. Al suo cenno di assenso, Jungkook si ricordò che Chae Young gli aveva detto che in effetti un suo amico lavorava lì.
Al moro era sembrato strano il modo in cui Yoongi si era rivolto a lui, come se lo conoscesse da tempo, ma il pensiero scivolò via dal momento in cui aveva cominciato a girare le pagine del menu e la sua attenzione fu attirata interamente dal cibo.
Le dita lunghe ed affusolate di Jungkook ornate dai diversi anellini circondarono le posate appena il cibo arrivò a tavola, e mentre i due si godevano il pranzo nel caldo emanato dalle stufe, Chae Young riprese la sua usuale scioltezza, parlando delle cose divertenti che aveva visto nell'ultimo episodio della sua serie preferita.
"Non voglio che domani sia già domenica, non sono pronta per un'altra settimana di scuola" si rabbuiò improvvisamente la ragazza, riempiendo le guance d'aria in un'espressione che a Jungkook sembrò molto buffa, e sorrise divertito prima di rispondere.
"È vero, ricomincia una lunga settimana di scuola e lavoro."
"Oh già, che lavoro fai?" La ragazza si portò alle labbra la forchetta con un pezzo della cheesecake ai frutti di bosco che avevano ordinato come ultima portata, in attesa della risposta, veramente interessata.
"Lavoro in un negozio di articoli sportivi, nulla di entusiasmante." Le pallide dita del moro corsero tra i suoi capelli, prima di afferrare il bicchiere di vetro di fronte a lui.
"Se non ti piace perché lo fai?" Chae Young aggrottò la fronte, non capendo perché il ragazzo si sforzasse tanto.
"Vivo da solo ed ho bisogno di denaro per pagare l'affitto e le bollette. È stato l'unico lavoro che ho trovato che non mi sfruttasse fino all'ultimo anelito di vita e che mi pagasse abbastanza per quello che devo fare."
Jungkook abbassò lo sguardo sul suo piatto ora vuoto, giocherellando con la marmellata che era caduta dal dolce con la forchetta, sperando che la ragazza non chiedesse altro, ma ovviamente non fu così.
"Vivi da solo? Che figata! E come mai? I tuoi genitori te l'hanno permesso?" Gli occhi della ragazza sembrarono ingrandirsi ad ogni domanda sempre di più, e poggiò una mano sotto al mento in attesa di un racconto che non sarebbe arrivato.
"È una lunga storia in realtà, anche noiosa, non vale la pensa ascoltarla. Ti va di fare una passeggiata?"
Quando i due, uno di fianco all'altro, uscirono dal ristorante, le nuvole che fino ad un paio d'ore prima facevano ombra al debole sole invernale, erano ora sparite e i raggi caldi rendevano accettabile camminare nell'aria fredda. Camminavano lungo il marciapiede del centro città lungo cui si estendevano decine di diversi negozi, alcuni molto frequentati, altri meno, altri ancora talmente vecchi che stavano lì da quando Jungkook aveva memoria.
I due, fianco a fianco, senza nemmeno accorgersene o mettersi d'accordo, entrarono in un parchetto verdeggiante, in cui a causa delle diverse giostre vi si trovavano bambini a giocare.
"Ehi, cosa fai domani?" La ragazza interruppe improvvisamente il silenzio rilassato nel quale i due stavano camminando, attirando l'attenzione del moro che si voltò appena verso di lei, senza però rispondere subito, cercando di capire dove volesse arrivare.
"Vedi, io e le mie amiche avevamo pensato di andare a fare un picnic nel boschetto fuori città domani, ho pensato che se ti va puoi unirti a noi." Aggiunse subito dopo Chae Young, in modo che il ragazzo potesse capire di cosa stesse parlando.
"Mi piacerebbe, ma i ragazzi hanno organizzato una giornata a casa di Taehyung, non penso di poter mancare."
"Sì, certo, capisco. Chi ci sarà?"
"Sempre noi, i soliti: Namjoon, Taehyung, ovviamente, e Jimin. Poi, se non ricordo male, Namjoon avrebbe portato un suo amico più grande." Jungkook si strinse nelle spalle, per poi fermarsi nei pressi di una panchina per sedercisi, mentre Chae Young rimase in piedi di fronte a lui.
"Jimin... è quel ragazzo con i capelli tinti che qualche mese fa mancò da scuola per quel viaggio..?" Chae Young stringeva gli occhi cercando di ricordare più dettagli di quella storia che non le sarebbe mai venuta in mente, e Jungkook la guardava dal basso, sospirando senza fare troppa scena, al sentir ripetere il nome dell'ultima persona di cui avrebbe voluto parlare.
"Sì, è lui. Non pensavo fosse conosciuto così a scuola." Avrebbe tanto voluto fermarsi solo alla prima frase e terminare lì quel discorso, ma le parole gli sfuggirono dalle labbra, come se fossero state troppo bollenti da trattenere.
"Oh no, non è così" la ragazza gesticolò velocemente con le mani per scacciare via quel pensiero che Jungkook aveva espresso "lo conosco solo perché quel mio amico di prima, Yoongi, lo ha conosciuto in America e si sono poi stranamente ritrovati qui, quindi mi è rimasto impresso. Non farti strane idee o cose del genere" parlò così velocemente che Jungkook faticò a seguire il discorso. Annuì con un sorriso quando ebbe finito, nonostante quella nuova informazione gli sembrasse strana, ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla suoneria di un messaggio dal suo cellulare, che distolse la sua attenzione dalle ragazza per qualche secondo:
"I ragazzi sono tutti da Taehyung. Ti va di venirci con me?"
"Davvero? Con te? Cioè nel senso, insieme ai tuoi amici? Ma sei sicuro? Non voglio invadere il vostro "spazio maschile" o come lo chiamate voi, però mi farebbe davvero piacere, ma senza pressioni. Se era tanto per chiedere lo capisco, non ci sono problemi." Finito il monologo, la ragazza aveva il fiatone e con le mani cercava di sistemarsi i capelli già perfetti per rimettere in ordine le sue idee, e Jungkook non riuscì a trattenere più a lungo la risata che gli uscì con leggerezza dalla bocca, come da tempo in realtà non faceva.
"Non ci sono problemi, altrimenti non te lo avrei chiesto no?" Alla domanda, Chae Young annuì senza proferire parola e mentre si incamminarono verso casa Kim, Jungkook riprese a parlare:
"E comunque non c'è nessun modo in cui noi chiamiamo il nostro "spazio maschile" perché non esiste."Come promesso, puntuale come un orologio svizzero, il nuovo capitolo. Lo so che volete di più la presenza di Jimin, li sento i vostri pensieri, ma pazientat* e la otterrete. Come sempre spero che vi piaccia, fatemi sapere cosa pensate di questa ragazza un po' strampalata e di questo strano Jungkook.
A presto, vi voglio bene (・ω・)ノ
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Alienated. ~Jikook
FanfictionAnime dilacerate e menti sempre piene. Preoccupazioni e svaghi. Amori, odi ed amicizie. Litigi e colpe. Scuse e fraintendimenti. Non è questa, infondo, la gioventù?