Capitolo 11

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Era arrivata a scrivere la diciottesima pagina di "Esperimenti Sulla Forma Della Luce", quando le venne la sensazione di essersi dimenticata qualcosa. Qualcosa di molto importante per essere precisi, ma non ci fece caso, le succedeva spesso. Tornò a scrivere, ma quando rilesse il titolo della sua raccolta, per merito della parola luce, le venne in mente di guardare fuori dalla finestra. Era buio, ma nevicava ancora.
Neve significava Natale, Natale significava cena, buio significava che cazzo era in ritardo.

Si alzò di colpo dalla sedia, facendo cadere tutti i fogli, e raggiunse di corsa il letto con sopra il vestito che Erwin aveva scelto per lei. Era rosso fuoco, con alcuni veli di stoffa bianca. Non era male, ma Hanji si sentiva male al solo pensiero di dover andare in giro tutta la sera con quel coso gigantesco addosso. Si infilò la sottoveste, si mise le calze e cercò di stringere il corpetto, cosa abbastanza impossibile da soli, e che riuscì malissimo. Lo slacciò e riprovò, e la seconda volta riuscì meglio della prima, anche se ovviamente era stretto la metà del normale. "Beh, meglio così, almeno non soffoco" pensò, mentre cercava di capire da che parte andasse infilato l'abito. 

Appena riuscì nell'ardua impresa si guardò allo specchio, e il suo sguardo cadde sui capelli. <<Cazzo, adesso che faccio con questi cosi? Vorrei essere pelata a volte...>> e mentre lo diceva buttò la testa all'indietro e mosse un po' i capelli, per "pettinarli" senza usare il pettine. La parrucca incipriata non aveva voglia di metterla, e poi da sola non ne era neanche capace.

Prese il cappotto e uscì, trovandosi sotto casa una carrozza, mandata probabilmente da Erwin. Hanji salutò il cocchiere ed entrò, senza fare tanti complimenti gli promise una paga più alta se fosse andato più veloce, quindi i cavalli cominciarono a correre alla massima velocità che il freddo e la neve permettevano loro. Qualche minuto dopo erano arrivati davanti a casa di Erwin, quindi Hanji scese dalla carrozza, ma il piede che aveva messo a terra sprofondò nella neve, bagnandole scarpe e calze. Quindi si sbrigò a entrare.

<<Buonasera Contessa!>> la salutò una ragazza bassa e bionda, con gli occhi azzurri, che Hanji era sicura di aver già visto da qualche parte. <<Buonasera, ma non è che ci conosciamo per caso?>> la ragazza sorrise sorpresa e un po' imbarazzata <<Beh, vede, sono la cugina della principessa, Historia Reiss, è normale che mi abbia già vista da qualche parte. Anche io l'ho vista sul giornale...a proposito, mi dispiace>> disse. "Ecchecazzo pure la reale ci mancava" pensò la donna, salutando Historia e andando verso Erwin. <<Da quando conosci una Reiss?>>
<<Beh ecco, mio padre era amico del cugino della suocera della figlia di...>> <<Ok ok mi fido>> lo bloccò subito Hanji, che poi si guardò in giro per cercare un po' di vino. <<Niente vino prima di cena, mi dispiace>> le disse Erwin, sorridendo. Le prese una mano e le fece fare una giravolta
<<Intanto balliamo?>> chiese, riferendosi al sottofondo di Mozart suonato da un ragazzino pelato e accompagnato da un' altra ragazza, che teneva costantemente gli occhi sul buffet. <<Se ci tieni...>> rispose lei, facendo un'altra giravolta.

Nel frattempo, a qualche isolato di distanza, un uomo dai capelli neri era fermo sotto al portico di Vienna, in centro, aspettava qualcuno. Era lì da ore in realtà, aspettava che passasse qualche ricco a cui soffiare il portafogli con le monete d'oro, ma non era passato nessuno. Invece cominciava ad avere seriamente freddo, e lo si capiva da come si stringeva nella giacca di lana che fungeva da cappotto. Aveva le labbra violacee e non sentiva più le dita, ma non poteva riscaldarsi in nessun modo. Si appoggiò con la schiena su una colonna e rimase fermo a fissare la strada immersa nel buio.

<<Di questo passo mi congelerò cazzo>> disse, passandosi una mano tra i capelli neri e bagnati dalla neve. Non poteva andare in nessuna locanda, perché aveva paura che qualcuno lo riconoscesse, ma se non avesse trovato un riparo sarebbe morto di freddo e, per un assassino, morire assiderato è una fine piuttosto deludente. Cominciò a pensare a dove sarebbe potuto andare, ma si rese conto di non avere nessuno, né a Vienna né in Austria in generale. Quindi gli venne in mente Hanji. Ovvio, non poteva certo andare a casa sua, bussare e dormire lì, ma magari, per caso, Hanji avrebbe potuto vederlo lì vicino e gli avrebbe chiesto di entrare. <<Chissà se è a casa...>>.

Mentre pensava vide passare davanti a lui un gruppo di amici, due ragazzi e una ragazza, che scherzavano. <<Isabel, Furlan... mi dispiace>> Sussurrò, mentre si allontanava. Tutti a fare le condoglianze a Hanji per la morte di due persone a cui nemmeno voleva bene, ma nessuno che avesse detto qualcosa a lui, che in quello scontro aveva perso la sua unica famiglia. Si sentiva colpevole per le loro morti, era stato lui a decidere di attaccare, e se non l'avesse fatto Isabel e Furlan non sarebbero morti. La cosa che lo rattristava di più era che non era riuscito a mantenere una promessa fatta loro tanti anni fa.
Si erano promessi che un giorno se ne sarebbero andati dall' Austria e avrebbero aperto una bottega, o qualsiasi cosa, in Francia. Isabel era fissata con la Francia, e Levi era francese, quindi perché no, si erano detti.
Eppure Levi avrebbe dovuto prevederlo che non avrebbero fatto in tempo. "Tutte le persone a cui voglio bene muoiono, ve l'avevo detto, idioti..." sentì una lacrima scendere ma si asciugò subito con la manica della giacca.
Non c'era tempo per la tristezza, doveva andare da Hanji per non congelare, quindi si mise a camminare verso la casa della donna, cercando di ricordare la strada.

Arrivò qualche minuto dopo davanti alla villa, e si accorse che dal salotto non giungeva nessuna luce. Si avvicinò alla finestra cercando di non dare troppo dell'occhio, e si accorse che effettivamente non c'era nessuno. Possibile che Hanji avesse avuto un appuntamento con qualcuno?! In fondo parliamo di Hanji, una Contessa che di comportarsi da Contessa non ne aveva proprio voglia.
<<Vorrà dire che aspetterò...>> disse Levi, spostando un po' di neve da uno dei gradini per poi sedersici sopra.

Ciaooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo.
Ho la febbre, ma siccome mi annoiavo ho voluto pubblicare lo stesso. Volevo sapere... la storia vi piace? Boh ma non credo visto che non la segue nessuno praticamente. Vabbe insomma, credo che il prossimo capitolo uscirà molto presto.
E niente, ciao.

La Scienza dell'Amore -LevihanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora