Capitolo 8

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Si può dire che i giorni che seguirono il processo passarono tranquillamente, tra visite di parenti che Hanji nemmeno sapeva di avere (che l'avevano raggiunta a Vienna solo per fare le condoglianze) e quelle, molto più gradite, di Erwin e Moblit. E anche di Mikasa, Eren, Armin e Jean, che a volte erano piacevoli, ma altre erano piuttosto imbarazzanti per gli ospiti, che rimanevano spesso stupiti dai comportamenti di Hanji, che lo sapeva ma se ne fregava.

Poi arrivò Natale.
Hanji odiava il Natale, lo odiava con tutta sé stessa. C'erano sempre le cene con tutti i parenti di 5 generazioni, ma lei ogni anno si sentiva sola. O più che altro si sentiva ignorata, evitata, come se lei fosse uno di quei argomenti imbarazzanti da evitare da tutti i costi. E in fondo era così, ma Hanji si sforzata di non pensarlo.

Quell'anno però non sarebbe successo niente del genere, visto che rimaneva solo lei a casa e di certo non si sarebbe messa a invitare le nonne delle sue prozie a cena. Anche perché avrebbe dovuto assumere anche una cuoca, e non voleva avere gente per casa, anche se in realtà aveva un bisogno disperato di qualcuno che cucinasse, pulisse e facesse i lavori di casa. Lei non ne era capace, e Erwin non avrebbe potuto continuare a cucinare per lei tutti i giorni per il resto della vita della donna.

Era la vigilia, quando Erwin bussò al portone, come tutte le sere. <<Allora, che fai a Natale?>> le chiese, appena si furono seduti sulle poltrone in salotto.
<<Un cazzo>> rispose schietta Hanji, che sapeva qual'era l'intento di Erwin. <<Wow, bello, io però ho un'idea migliore...>>
<<Erwin no...>> ma l'uomo non la ascoltò e saltò in piedi, prese due bicchieri di vino, l'unica cosa che a casa di Hanji non poteva mai mancare, e ne diede uno all' amica. <<Che ne dici di venire a casa mia? Passare il Natale da soli è tristissimo, quindi non te lo posso permettere!>> Hanji bevve un sorso di vino e appoggiò il bicchiere sulla poltrona, quindi guardò Erwin è sbuffò. <<Quanta altra gente hai invitato?>> disse svogliata <<Mah, non molta, solo gli amici stretti...>> <<Erwin!>> l'uomo si arrese e disse la verità <<Mike, Eren, Armin, Mikasa, Jean, Ymir, Historia...>> <<Ok ok ho capito, e mi pare ovvia la risposta>> rispose Hanji, che di passare un altro Natale come quelli precedenti proprio non ne aveva voglia. <<Dai, non sono tuoi parenti! Non ti conoscono nemmeno>> <<Appunto, e io non conosco loro>> rispose, senza pensare che lei appena qualche giorno prima aveva salvato la vita a uno sconosciuto, che tra l'altro aveva anche ucciso la sua famiglia. Chissà come l'avrebbe passato lui il Natale. <<Senti Hanji, che tu lo voglia o no domani tu verrai a cenare a casa mia, punto e ffine al costo di venirti a prendere con la forza!>> anche se teoricamente sarebbe dovuta essere Hanji a dare ordini a Erwin, per via del titolo, si trovò costretta a rispondere di sì, che sarebbe andata da lui la sera dopo.

Erwin come sempre rimase per "cena", ma quel giorno si trattenne di più. <<Sai Hanji...>> cominciò, mentre era nella camera della donna per aiutarla a riordinare dei fogli. <<L'altro giorno sono andato a fare un giro in centro...>> <<E allora?>> Erwin sospirò e guardò in alto con gli occhi, quindi continuò il discorso. <<Ho visto una persona che ero sicuro di conoscere, ma non mi veniva in mente chi fosse. Era sotto ai porticati e sembrava aspettare qualcuno, quindi mi sono avvicinato per vedere meglio, e...>> Hanji mise giù le carte che aveva in mano <<E?>>
<<E ho capito chi era quella persona, ma mi sembrava impossibile visto che tutti i giornali avevano scritto che era stata fucilata, però poi...>> per la prima volta Hanji non lo interruppe e aspettò il continuo della storia in silenzio, anche se sapeva benissimo cosa stava per dire Erwin. <<però poi ho pensato che se ci sei tu in questa storia allora tutto potrebbe essere possibile. Hanji, per caso tu pensi che ci possa essere qualche possibilità che Levi sia ancora vivo?>> e dicendolo l'uomo fece intendere che sapeva già tutta, o almeno gran parte della verità.

Calò un profondissimo silenzio. Non era mai successa una cosa simile tra Erwin e Hanji, perché si erano sempre detti tutto e non c'erano mai stati segreti. Certo, la loro amicizia non sarebbe di certo finita lì, ma sicuramente Hanji aveva un bel po' di cose da spiegare. <<Hanji... perché? So che c'è un motivo valido, sennò non lo avresti fatto, quindi per piacere, raccontami almeno questo>> Hanji abbassò la testa. Non lo faceva mai, ma era evidente che quella sera sarebbe stata tutto tranne che normale. <<Volevo solo sapere perché l'ha fatto, insomma, perché ha ucciso papà e Aiko. Ha confessato ovviamente, ma ha detto di non avere nessun rimorso, e che ha ragione lui. Quindi io volevo sapere perché continuasse a dire così, ma non voleva farlo, quindi io ho chiesto alla guardia di... Vabbe, hai capito>> Erwin le mise un braccio attorno alle spalle, come faceva quando erano bambini, e le accarezzò i capelli. <<Va bene, ho capito. Però la prossima volta che salvi un criminale assicurati che non si faccia più vedere nella stessa città, capito?>> Hanji rispose di sì, tornando a sorridere. La donna fece giurare a Erwin che non avrebbe detto a nessuno di Levi, anche se sapeva benissimo che l'amico non l'avrebbe mai tradita.

Quando finirono di sistemare le carte Erwin tornò a casa sua e Hanji rimase sola, quindi decise che le 9:30 di sera erano un buon orario per andare a dormire. Entrò in camera e, prima di infilarsi sotto le coperte, guardò fuori dalla finestra. Aveva ricominciato a nevicare, e le strade, già bianche per il giorno prima, rischiavano di rimanere bloccate del tutto. La villa in fronte a quella degli Zoe era piena di neve sia sul tetto che sotto ai porticato, per via del vento, e Hanji si immaginò le maledizioni che avrebbe tirato la cameriera dei suoi vicini quando avrebbe dovuto toglierla tutta.
Aprì la finestra e lasciò passare un po' di aria gelida mista a qualche fiocco, che si scioglieva subito a contatto con le cose, ma che faceva molta atmosfera. Rimase così incantata per qualche minuto, poi richiuse la finestra e andò a letto.

Proprio mentre stava per prendere sonno le passò per la testa una domanda: chi stava aspettando Levi sotto ai portici? Ma soprattutto, perché Levi era ancora a Vienna e non se ne era andato?

E fu così che Hanji passò la notte in bianco.

Ciaooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo.
Ma a voi non capita mai di voler dormire ma poi vi viene in mente una cosa e allora cominciate a pensarci e poi ci passa il sonno?! A me sì, mi capita sempre. Di solito quando finisco di guardare anime o leggere ff e comincio a pensare a quello che potrebbe essere il seguito. (Per chi segue l'altra mia storia "Le ship di Aot") COME CAVOLO PENSATE CHE MI VENGANO IN MENTE LE TEORIE?! IO PASSO NOTTI IN BIANCO PER VOI CAVOLO. no ok, non riuscirei a dormire comunque. Adesso basta sennò scrivo più qua che sul capitolo. Ciao.

La Scienza dell'Amore -LevihanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora